Tornano le pillole, sensazioni e brevi pensieri sui giochi, e nello specifico oggi scopriamo Woodcraft.
Finalmente sono riuscito a provare l’ultimo gioco di Vladimír Suchý, titolo a quattro mani con l’esordiente Ross Arnold, edito dalla Delicious Games e portato in Italia da Tesla Games. Woodcraft è un eurogame competitivo con una meccanica principale di gestione dadi in cui i giocatori guideranno ognuno la propria segheria. Un peso medio-alto che inchioderà al tavolo i giocatori per un paio d’ore, intorpidendone le dita delle mani e dei piedi per la scarsa circolazione sanguigna, a causa dell’eccessivo utilizzo del cervello.
Streeeeeettttooo ma figo.
Davvero molto figo. Per iniziare mi ha colpito la trovata di dare dei contratti comuni, oltre a quelli personali, che una volta sbloccati da un giocatore possono essere utilizzati dagli altri solo nello stesso round (cosa molto difficile). I contratti comuni permettono di ottenere tanti punti a fine partita, non sfruttarli è un buon modo per perdere. Molto bella l’idea di tagliare i dadi, ottenendone due di valore minore la cui somma risulti pari a quello di partenza, oppure di incollarli, eseguendo praticamente l’operazione inversa. Queste due azioni permettono di ragionare a livello strategico su più livelli e in più danno un buon feeling con l’ambientazione, cosa non affatto banale per un eurogame.
La gestione delle azioni, mediante una rondella rotante, che in alcuni casi potrebbe limitare le azioni maggiormente utilizzate, può aprire strade agli esperti del gioco verso una interazione indiretta contro gli altri giocatori.
In conclusione
Tante strade per sviluppare la propria strategia di gioco, dovendo anche pianificare le carte obiettivo che si hanno in mano, offrono terreno fertile agli affetti di paralisi d’analisi, andando così a creare un minimo di downtime. Costruire un motore che si regga sulle rendite, programmando allo stesso tempo i turni successivi, è un qualcosa che richiede attenzione. È un gioco che usura un po’ il cervello, ma allo stesso tempo appaga.
Una partita a Woodcraft basta appena a farsi un’idea di come gira il gioco, sicuramente con una seconda si può già migliorare e capire come ottenere più punti. Il buon Suchý ormai ci ha abituato bene, sfornando l’ennesimo bel titolo che immancabilmente finirà nella mia libreria, il mio preferito resta Pulsar 2849, ma davvero non male anche questo!
P.S. Si ringrazia Sabrina La Sab Vallenari per la foto di Copertina e per avermi fatto scoprire questo gioco!
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Hahaha prego! 😀 che carino <3
Si il gioco è bello tosto e alla prima partita non ci avevo capito un cavolo, tanto che ho pensato fosse un gioco fatto male e troppo complicato per nulla. Alla seconda partita ho cominciato a pensare che forse ci poteva stare. Alla terza partita l'ho apprezzato veramente, anche rileggendo e rivedendo bene le regole. Per entrare nel gioco e riuscire un pochino a gestirlo ci vuole un po', ma poi regala soddisfazione, anche solo per averlo capito.
Ps. quando ho letto "rondella rotante" son saltata. XD
Fa ridere 🤣