Chi mi segue da tanto tempo lo sa: di me c’è poco da fidarsi. Sono irrequieto dietro la tastiera, faccio fatica a mantenere un tono quantomeno neutro e a non infarcire i miei articoli di boiate. Mi piace partire da un’idea e magari modificare il senso dell’articolo man mano che scrivo. Sono costantemente alla ricerca di quel qualcosa che colpisca il lettore, facendolo sorridere o magari portandolo per qualche minuto a braccetto nel nostro mondo fatto di dadi, tessere, carte e meeple colorati. Mi pare che funzioni bene, ho il mio gruppo di fedelissimi lettori a cui piace quello che scrivo e come lo scrivo. Mi piace e mi sento soddisfatto.
…non fidarsi è meglio?
Qualche giorno fa sono rimasto spiazzato leggendo un commento negativo sotto un mio post di Facebook.
Poche parole forti e nette contro il mio ultimo articolo: la guida per fare soldi. Non mi era mai capitato prima, ma la cosa anziché destabilizzarmi o farmi preoccupare mi ha incuriosito. Ho chiesto quindi il perché non gli fosse piaciuto l’articolo, mentre nella mia testa iniziavano a frullare tutta una serie di possibili ragioni: troppo banale? Risultavo troppo saccente e quindi antipatico? Ho coniugato male qualche verbo e messo virgole a caso come mio solito? Mentre mi arrovellavo sulla possibile risposta, inaspettata la tragicomica verità saltava fuori: quella che inizialmente pensavo fosse una critica al mio modo di scrivere si è rivelata essere una grande incomprensione. Questa persona era realmente convinta che l’articolo fosse serio!
Ma cos…
Non me lo sarei mai aspettato. Questa cosa mi ha fatto però anche riflettere: è vero che ce ne vuole per fraintendere un testo simile, ma è possibile farlo. Il mio è un blog semiserio, non tutti lo conoscono, e non ci sono molti altri blog che prendono in giro il lettore come questo.
Quindi sì, potrei essere frainteso da quelle persone abituate a leggere solo articoli monodirezionali. Il mio modo di scrivere invece è caotico, quindi poco inquadrabile da chi non ha una mente allenata a decifrare i miei farfugliamenti.
Per fortuna, ho chiamato in aiuto la community sulla mia pagina Facebook, raccogliendo un sacco di cose inutili ma davvero molto divertenti, e soprattutto: un’idea meravigliosa. Qualcuno se n’è uscito, senza nemmeno accorgersene secondo me, con la soluzione perfetta per risolvere il problema alla radice.
Ecco a voi, da un’idea di Alex Donati, l’ironicometro de Le Cronache del Gioco!
Da oggi in poi lo troverete in ogni articolo di questo blog, così da aiutare quelle persone che hanno difficoltà a capire se fidarsi o meno di quello che leggono. Non è mica semplice riconoscere l’ironia negli articoli, da ora invece sarà più facile.
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A chi legge porta via poco tempo, a chi scrive serve per capire se si sta andando nella giusta direzione.
L’importante è essere costruttivi anche nelle critiche.
Il Pabis è per pochi!
Idea davvero geniale l’ironiometro si dice così?! Boh io non so neanche scrivere!
Figurati leggere, vedo parole scritte a caso e rido comunque 😀
Pabis , cazzo, non cambiare mai !!!!!!
La tua ironia unita alla tua competenza, alla tua bravura e alla tua semplicità ti rendono indispensabile per il nostro “piccolo” mondo .
Adesso stampo il tuo commento, lo incornicio e lo appendo nella cameretta di mio figlio gridando: “Adesso chi è il boomer?!”
Scherzi a parte, grazie di cuore! 😘
Apprezzo davvero molto il fatto che hai capito che ci sono persone che possono non comprendere l’ironia e che non le hai giudicate male anzi hai messo l’ironicometro che é carinissimo. Da autistica soprattutto apprezzo, perché uno dei tratti tipici dell’autismo é proprio non capire i sottintesi, l’ironia, il non detto. Non si riesce a leggere tra le righe proprio per come funziona il nostro cervello. Poi si può imparare a capire, soprattutto se si conosce la persona e in questo caso l’avevo capito, però se si tiene conto che gli autistici sono una persona su 50 e che ci sono anche altri funzionamenti non “neurotipici” che fanno fatica a capire l’ironia, ci sta che qualcuno non capisca. Certo, non si può stare attenti a tutto e tutti, però é bello che invece di incazzarti hai cercato di capire. Certo comunque che avrebbe potuto evitare di scrivere un commento così brutto “che schifo” però vabbè, questo é un altro discorso. Ciao, un abbraccio
No, non era fraintendibile. No, no e no. Non si può stare attenti a cose inesistenti, suvvia.
Stai a fa marcia indietro perché ti hanno sgamato