Sono tornato anche quest’anno a Parma per il 20° Incontro Nazionale delle Autrici e degli Autori di Giochi, ovvero: IdeaG!
La mia settima edizione nazionale! Inizio quasi a sentirmi un veterano, vecchio, stagionato o, se preferite, profondo conoscitore dell’ambiente. Un esperto, se vogliamo, non di giochi forse, ma di come si sta a un tavolo per fare del playtest sì.
E quindi, voi direte: “Ne avrai fatto una miriade di playtest, giusto?”
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No
Non prendiamoci in giro, sono sempre stato uno scansafatiche che approfitta di queste occasioni per rivedere amici, mangiare e bere senza alcun ritegno. Tuttavia, nonostante abbia giocato poco, devo ammettere di aver giocato bene.
Diciamo che quest’anno ho puntato più sulla qualità che sulla quantità!
A differenza degli anni passati, dove ho scritto migliaia di righe per ogni report, addirittura in un caso facendo due articoli (vedi qui e qui), raccontando con minuzia di particolari i regolamenti di tutti i giochi provati, quest’anno ho deciso di tornare alle origini con articoli meno voluminosi e più immediati. Solo un breve accenno a ogni gioco provato, anche perché tanto poi le regole da qui ai prossimi mesi cambieranno in un battito di ciglio. Ah, probabilmente sarò ancora più dispersivo del solito, ma ormai immagino mi conosciate abbastanza…
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Sabato
Il sabato a IdeaG è da sempre il mio giorno preferito, perché solitamente ho la forza di affrontare i giochi che più amo, quelli corposi e impegnativi da almeno 4.0 su BGG. Ecco, solitamente dicevo, certo che se però parti da casa con poche ore di sonno in saccoccia, non è che disdegni partire con cosine più light. Quindi, ho saltato dritto ignorando ogni ben di Dio che mi si parava davanti agli occhi, che anche solo sembrasse più complesso di un Carcassonne.
Pirati e Farfalle
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No Prey No Pay
Ho ritrovato il caro Emanuele Briano, e dopo averci scambiato due chiacchiere, mi sono seduto a provare No Prey No Pay.
In questo gioco, i giocatori vestono i panni di pirati intenti a dividersi il bottino delle loro razzie, ma dove spesso capiterà di lasciare qualcuno al tavolo a mani vuote. Ci sono diverse carte che daranno punti a fine partita per dei set collection, maggioranze e altre condizioni. Soltanto i più bravi a fare previsioni potranno accedere al bottino. I giocatori disporranno di carte con sopra riportati dei valori da 1 a 3, uguali per tutti, e dopo averne giocata una a ogni turno dovranno scommettere sul valore totale di tutte quelle in gioco. In base a chi si sarà avvicinato di più al valore totale, i giocatori avranno la possibilità di raccogliere dal tavolo il bottino, che sarà in quantità limitata a ogni round. Ho avuto l’impressione che il gioco non avesse bisogno di alcun intervento e che fosse già pronto per essere piazzato a qualche casa editrice. Non mi è dispiaciuto.
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Butterflowers
Curiosando qui e là, vagando tipo The Walking Dead tra i tavoli, vengo attratto da quello del buon Filippo Landini per provare il suo Butterflowers. In questo gioco bisogna collezionare principalmente carte con fiori e farfalle, sbloccare delle milestone per acquisire nuove abilità e poter agire su di un mercato comune, dove far crescere il valore delle varie tipologie di farfalle. Interessante la gestione delle presa delle carte, condizionata dai simboli presenti sulle stesse, rappresentanti l’alba, il sole di mezzogiorno e il tramonto, che ti obbligano a prendere soltanto carte dello stesso tipo. Lasciate perdere il discorso farfalle e fiori, che immagino possano attrarre quanto una visita dall’urologo, ma questo gioco è a mio avviso davvero ben fatto e, con qualche limatina, sono sicuro ne uscirà un buon prodotto.
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IdeaGDR
Quest’anno, per la prima volta, a IdeaG, era presente un distaccamento dedicato al GDR! Sei o sette tavoli dedicati al playtesting del Gioco di ruolo in un’altra saletta, meno caotica delle altre ma carica di magia. Ho soltanto incrociato Mauro Longo, uno degli artefici di questa innovazione, senza però poter scambiare nulla di più che due parole. Immagino comunque la sua emozione e soddisfazione nel vedere realizzarsi un passo così importante. Così, passeggiando curioso fra i tavoli, ho assorbito tutto l’entusiasmo di quel manipolo di autori, lasciandomi coinvolgere nel loro mondo e raccogliendo i loro feedback (molto positivi) sull’evento. Non ho giocato a nulla, mi sono limitato ad ascoltare un paio di idee e ne sono uscito soddisfatto.
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Ground Zero
IdeaG è una polveriera di menti in costante lavoro, puoi quasi sentire gli ingranaggi che stridono i loro denti mentre ruotano, al quale solo gli autori più navigati sanno porre rimedio “lubrificando” con una buona birra. È il caso del mitico Simone Cerruti Sola, che dopo qualche anno ritorna in quel di Parma e subito mi propone una bella bevuta, non prima però di testare il suo ultimo gioco: Ground Zero. Un gioco di gestione e piazzamento dadi dove lo scopo sarà quello di fondare un’accademia della magia. Sarà nostra cura sviluppare i vari attributi, gestendo anche quelli di luce e oscurità, bene e male, cercando di bilanciare in un perfetto equilibrio ogni cosa.
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Non posso scendere maggiormente nei dettagli senza dover scrivere un romanzo. Premesse buone, c’è ancora da lavorarci, ma visto il nome dell’autore, sono sicuro che verrà fuori qualcosa di buono.
Sabbia e Mana
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Castelli di Sabbia
Dopo la pausa dissetante, si torna in sala a provare cinghialoni! Scherzo, non è vero, mi fermo dal mitico Filippo – Jack Black – Brigo a provare un gioco di carte, Castelli di Sabbia, fatto in collaborazione con Francesco Corato, per un target dichiarato di 7+, ma che ha intrattenuto piacevolmente anche un 47+ come il sottoscritto. Meccaniche semplici: peschi delle carte, giochi quelle con gli stessi numeri presenti sul castello di sabbia, andando a completare la struttura e attivi i poteri per stimolare un’interazione diretta, spietata ma divertente. Non male, dai!
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Non ricordo il nome
Poi, con il grandissimo Tommaso Vezzali, ci siamo appropriati di mezzo tavolo e abbiamo provato un suo gioco (lo aggiungo dopo che ora non ricordo il nome). Un gioco di quelli che di solito rifuggo come la peste! Non amo i giochi di carte in generale, se poi sono vagamente di carte collezionabili, uno contro uno, sento del dolore fisico anche solo a stargli vicino. Però questa volta ho sopportato, dopo tutto, il playtester a IdeaG è al servizio dell’autore! E poi, col senno di poi, non mi è andata neanche così male. Questo gioco mi ha mostrato in pochi turni una fase di crescita esponenziale, dove, dopo una prima mano esplorativa, un po’ lenta, ne è seguita un’altra più veloce e appagante, regalandomi delle buone sensazioni.
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Il sistema di attivazione a modi tris delle nove carte disposte in una griglia tre per tre, permette di accumulare risorse e mana per poter migliorare al mercato le proprie carte, oppure risolvere le missioni prima dell’avversario, sfruttando altre intuizioni, che per brevità, non sto qui a raccontare. Questo gioco mi ha colpito soprattutto per l’impressionante quantità di carte già pronte e, a occhio inesperto quale può essere il mio, già ben bilanciate.
E pensare che questo genere di giochi solitamente mi fa ca… capire quanto i gusti dei giocatori possano essere condizionati dalle esperienze negative pregresse, e che non è detto che un buon gioco non possa farci ricredere. Bisogna sempre dare delle seconde chance!
Quindi ho dato una seconda chance anche al barista, bevendo un’altra birra, questa volta con una nuova crew.
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Il Mio Preferito
Per riprendermi dalle mille fatiche, ne ho approfittato per andare a fare il check-in al mio albergo. Sì, perché per la prima volta non sono rimasto nello stesso hotel dove si svolge l’evento. Ho trovato un’offerta migliore in una struttura molto vicina e con i soldi risparmiati mi ci sono pagato la cena. No, non scenderò nei dettagli dei prezzi, ma ne è valsa la pena.
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Manarola
Mezz’ora dopo, sono nuovamente ai tavoli, giusto in tempo per poter provare il mio gioco preferito di questa edizione di IdeaG. Due giovani e acerbi autori, come Walter Obert e Carlo Lanzavecchia, mi portano a Manarola. Un gioco scenografico che soltanto due menti geniali come le loro potevano partorire. Oltretutto, gioco non registrato nel listone dei prototipi e con le plance disegnate al momento su dei pezzi di carta, perché il regolamento vero e proprio è stato definito quella mattina stessa…
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A turno, ogni giocatore può eseguire 4 azioni, fra cui prendere un edificio, posizionare un edificio, prendere un contratto, prendere un oggetto fra un gatto, un gabbiano e un omino. Sì, possono fare più volte le stesse azioni, ma con una riserva limitata dove stipare le cose. Lo scopo è quello di ricreare le condizioni dei contratti, rispettando posizione, colori, presenza di oggetti e portoni, negozi o finestre, cercando di ottimizzare il più possibile le proprie mosse. Man mano che il gioco prosegue, la città si costruisce davanti ai propri occhi, regalando uno scorcio esattamente uguale alla realtà. Sono due geniacci e io non vedo l’ora di poterlo giocare nuovamente!
La Cena e la Cialtronata
![Ironicometro valore alto](https://www.lecronachedelgioco.it/wp-content/uploads/2023/03/Screenshot_20230311_154157_edit_368797702406742-1024x607.jpg)
La Cena
Arriva il momento più bello della giornata, ovvero quello dove si mangia! Anche quest’anno mi ritrovo a cena con Luca Ciglione di Giochi Sul Nostro Tavolo, Nicola il Green Player e Stefano il Boardgamer di Montagna. Siamo così male assortiti e casinisti che pariamo Abatantuono and Company in Attila il flagello di Dio. Per fortuna i nostri Unni sono Claudia, Licia, Christian e Sara che alzano un pochino il livello (solo un pochino), ma non basta ad evitarci le occhiatacce della proprietaria. Quest’anno siamo andati a mangiare in un posto sperduto trovato all’ultimo momento, perché la bettola dove eravamo stati l’anno scorso ha chiuso, probabilmente per la vergogna, subito dopo averci ospitati l’ultima volta. In questa nuova location (voto diesci) ho potuto apprezzare specialità del luogo come il risotto taleggio e radicchio, annaffiato da dell’ottima acqua.
Nient’altro da segnalare, se non che per la fretta di tornare in albergo siamo andati via senza salutare Sara, che ho scoperto soltanto in un secondo momento essere colei che sta dietro il profilo Instagram I Giochi di Sasha. Adesso capisco come mai ricorreva spesso nei discorsi della serata!
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La Cialtronata
Ma perché tutta sta fretta di tornare a IdeaG? Perché per le 21 era prevista la cialtronata! Ora, per chi non è mai venuto in passato a un’IdeaG nazionale sarà difficile comprendere questa cosa, ma IdeaG, oltre che un ritrovo di grandi autori, è anche un ritrovo di gran cialtroni! La sera si organizza uno spettacolo dove i partecipanti, solitamente, collaborano fra loro per la creazione di un gioco da tavolo, sfidando gli altri tavoli a suon di esposizioni surreali, urli, insulti, ululati, incitamenti e applausi vari. A presentare la serata un impeccabile Luca Borsa, stimato concittadino e gran visir di tutti i cialtroni di IdeaG!
Appena arrivati, e dopo aver rovesciato acqua sul tavolo e preso a insulti gli altri presenti, accogliamo Chiara de Le Recensioni di Chiara, per creare una super squadra capitanata dal sottoscritto.
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GLI INCONTINENT CREATOR
Purtroppo, nonostante un’idea brillante, la realizzazione di un prototipo perfettamente funzionante e l’ottima e impeccabile esposizione del sottoscritto, non abbiamo vinto, giungendo però a un rispettabile secondo posto. Ho provato in tutti i modi a farmi amico la giuria e il pubblico, esponendo la mia teoria secondo cui per creare un gioco di successo quelle che contano veramente sono le recensioni degli influencer e le loro storie su Instagram, e che essere autori è sopravvalutato, ma nonostante tutto ci hanno preferito altri. Per la cronaca, ha vinto una squadraccia capitanata da Riccardo Vadalà e sovvenzionata dai soldi di Max Calimera, che dopo aver unto la giuria e soprattutto il super giurato editore Silvio Negri Clementi, promettendo una prossima uscita della rivista Io Gioco interamente e unicamente dedicata a Pendragon Game Studio, ha avuto gioco facile. A tal proposito, chiedo ufficialmente indietro i soldi che ho allungato alla giuria per vincere il primo premio! Comunque, se volete una panoramica dettagliata del nostro gioco, lo trovate nella seconda parte del video di Chiara cliccando qui. Potete cogliere le mie indiscusse doti oratorie che mi hanno valso un premio speciale della critica, per la migliore presentazione.
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Cinque o sei anni fa avrei fatto le quattro del mattino a giocare, per macinare quanti più giochi possibili, ma a mezzanotte e cinque sono già in debito di ossigeno. Scambio due chiacchiere con Licia Cavallini e Christian Viaggio, i mitici ragazzi di Salso Ludix, che quest’anno hanno curato i social di IdeaG durante tutta la kermesse. Bevo qualcosa, annuisco e rispondo con sciocchezze a domande intelligenti, saluto e poi quasi senza accorgermene mi ritrovo in camera mia, pronto per andare a dormire.
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Domenica
Rinvigorito dal sonno e dall’abbondante colazione, torno alla carica ai tavoli di IdeaG. Il mio programma è sempre lo stesso di tutti gli anni: si gioca fino all’ora di pranzo, poi si torna a casa.
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Golden Acorn
Trovo il carissimo Luca Zack Piran e il suo splendido gioco Day Zero, un american che tanto attira sia per la veste grafica che per l’idea di gioco in sé. Ho declinato l’offerta di provarlo, consapevole dello scarso apporto che avrei potuto dare in termini di playtesting, ma ho potuto provare, sempre dell’autore, un bel gioco di corse di nome Golden Acorn. Ambientato in un bosco, si tratta di un gioco di gestione mano di carte, con una parte interessante di programmazione del turno, sia per quanto riguarda la carta da giocare nel turno successivo, sia nella scelta di dove posizionare il proprio segnaposto su di un lato o l’altro del ramo.
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Se decidiamo di partire in posizione più avanzata per ottenere maggiori risorse ghiande (vero e proprio carburante del gioco), poi muoveremo la nostra pedina senza alcun vantaggio, mentre invece, se lo posizioniamo più indietro, potremo avanzare più velocemente, sfruttando dei boost, ma a costi più alti in termini di ghiande. Gioco pulito e piacevole, soprattutto per chi al tavolo apprezza le sportellate, con situazioni di gioco forse un po’ troppo al limite della controllabilità, per via delle abilità asimmetriche dei giocatori e dall’interazione diretta che ne scaturisce, ma davvero divertente. Bella idea, bravo!
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Finalmente Tobia
Io e Tobia Botta abbiamo sempre un appuntamento fisso le domeniche a IdeaG, perché lui prende sempre il tavolo quel giorno, dedicando il sabato a playtestare i giochi degli altri, mentre io la domenica solitamente non riesco a provare roba troppo complessa, spesso sfatto dal giorno prima. I suoi giochi sono perfetti, mazzetti di carte con poche regole, ma davvero geniali.
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Jinn
Anche qui non entrerò troppo nello specifico, altrimenti non finisco più di scrivere, ma da lui ho potuto provare Jinn, un gioco di prese dove puoi giocare carte davanti a te o agli avversari in base ai colori, e che alla fine del round, chi ha davanti a sé il numero più alto, prende una carta tesoro, così poi il successivo e così via. Se la carta tesoro indica un 3, ad esempio, i 3 giocatori con la carta più alta della manche prenderanno ognuno un tesoro. Nella sua semplicità si è rivelato essere un gioco preciso e divertente.
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Colorzilla
Poi abbiamo provato Colorzilla, il mio preferito del trittico, che però richiede ancora un po’ di lavoro di sviluppo. Un uno contro tutti, formato da un mazzetto di carte che riportano da un lato sei tipi diversi di colori. Un giocatore interpreta Godzilla che entra in città, giocherà una carta coperta dalla propria mano, vincolato da una sequenza di colori obbligatoria preventivamente visionata, che lo obbligherà a giocare seguendo un ordine senza mai cambiarlo durante tutta la partita. Gli altri giocatori, ignari dell’ordine dei colori, dovranno rispondere, carta su carta, confrontandosi e giocando a loro volta una carta. Se i colori saranno uguali, Godzilla subirà un colpo, altrimenti proseguirà nella propria avanzata.
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Una ricerca del codice colori alla Mastermind per cercare di intuire le mosse dell’avversario, ma pur sempre condizionato dalle carte nella propria mano. Credetemi, è molto più semplice di come l’ho spiegato io, ma non vorrei dilungarmi troppo, anche perché i regolamenti dei prototipi evolvono durante la fiera stessa!
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Bonzo Gonzo
Terzo gioco provato sul wrestling Bonzo Gonzo, anche qui un’idea meravigliosa e che secondo me diverte tantissimo, ma che ha bisogno ancora di qualche aggiustatina. Partendo con delle carte disposte casualmente in una griglia, con i colori dei giocatori e valori da 1 a 5, puoi eseguire una delle due mosse: atterrare l’avversario adiacente con il valore uguale o più basso del tuo, ma nel farlo ti giri di spalle modificando il tuo valore di forza in zero, e quindi a tua volta rischi di essere schienato, oppure ti sposti su uno spazio libero della griglia. Dopo il test, abbiamo discusso sulla possibilità di aggiungere un sistema di punteggio e sulla possibilità di non avere il controllo solo dei lottatori di un determinato colore, ma di poter utilizzarli tutti. Moooolto promettente!
Il gioco che non fa per me
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Everything, Fast!
Poi sono finito da Dario Massa per provare ancora tre giochi, sempre di peso light. Il primo è una bomba: Everything, Fast!, che a mio avviso potenzialmente può spaccare. Un party game in cui tutti devono liberarsi delle proprie carte in mano, scartandole al centro del tavolo seguendo delle regole per ogni figura. Tipo, ad esempio, la carta Scala, che puoi scartarla solo liberando il centro del tavolo di un set di tre carte dal valore in scala (per l’appunto), oppure la carta Re, che può essere giocata solo se è l’unica presente in quel momento sul tavolo, senza che ce ne sia presente nemmeno una con le sue stesse caratteristiche (Re, Colore, Valore). Questo gioco non fa per me, così come non fanno per me altri giochi come Dobble, perché mi sento frastornato cercando di decifrare le carte che ho in mano, mentre vedo gli altri scartarne come se non ci fosse un domani. Non è un gioco per vecchi, ecco, però secondo me spacca davvero!
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Please Understand
Poi ho provato un altro gioco: Please Understand, dove a ogni giocatore viene assegnata una carta regola, sul cui retro dovrà posizionare degli oggetti di partenza che possano rispondere alle domande sì o no. Se la mia regola, ad esempio, è “si trova in una casa”, assegnerò il libro e le fragole sul sì, il motore e la rana sul no. Gli altri giocatori chiederanno dove andranno posizionati gli oggetti che a loro volta passeranno, e man mano, andando a riempirsi il tavolo di oggetti disposti sui vari sì e no, bisognerà cercare di intuire la regola alla base di ogni ragionamento.
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Per ammissione dello stesso autore, è impensabile indovinare le regole, se non dopo lunghi e svariati tentativi, e la presenza di oggetti difficilmente assegnabili alle due semplici categorie ne aumentano la difficoltà. Tuttavia, non è impensabile riuscire a risolvere una o due carte, e farlo è anche piacevolmente gratificante. C’è da lavorarci, però mi intriga.
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A Strange Town
Dell’ultimo gioco, A Strange Town, in realtà ho seguito solo la spiegazione e il primo turno, perché mi stavano aspettando per altro. Un giocatore interpreta la parte di un abitante di una città dove ci si esprime con dei modi di dire particolari. Gli altri, i forestieri, devono porgli delle domande e cercare di integrarsi nella città. In base alle risposte, si dovrà giungere a comprendere il loro modo di esprimersi. Ad esempio, se devo rispondere mettendo nella frase sempre almeno un colore e un giocatore mi chiede che tempo fa, io risponderò che è una giornata grigia. Se mi chiedono quale manga sto leggendo, io rispondo che sto leggendo One Piece, ma che sono nero perché non finisce più, ecc… Un gioco particolare, che ha la caratteristica di essere formato da pochissime carte, perché ne servirà una per ogni round, ma che potrebbe funzionare più come print and play che come prodotto da mettere in vendita!
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In un mondo di Batman io voglio essere…
Ho mentito all’inizio, lo avevate capito vero? Ho detto che sarei stato breve e invece non ce l’ho fatta, mi sono fatto trasportare dai ricordi e ho iniziato a scrivere. Mica è facile però, provateci voi ad avere un’esplosione di emozioni da raccontare e doverle invece contenere! Ammetto che ho parlato poco dei giochi, preferendo concentrarmi di più sul resto, per il semplice fatto che ha poco senso parlare di regolamenti, quando questi variano in continuazione. Basta dare un’idea di massima e un’impressione, senza scendere troppo nei particolari.
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E poi, parliamoci chiaro, a IdeaG non ci vai solo per giocare, ma per poter vivere e condividere attimi di puro divertimento insieme ai tuoi eroi. Perché io da piccolo non volevo essere Batman, io volevo essere Pestrin!
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A chi legge porta via poco tempo, a chi scrive serve per capire se si sta andando nella giusta direzione.
L’importante è essere costruttivi anche nelle critiche.
Hai proprio ragione, esplosione di emozioni e a volte ci si lascia trasportare dalle chiacchiere più che dai giochi, ma è anche il suo bello. Evviva la compagnia, evviva le birre, evviva i giochi!
P.S. sì, cambierà parecchio 😅
👏🏼👏🏼👏🏼 bravooo!! Bellissimo articolo! Grazie per le cit. 🫶🏻 Speriamo di vederci presto ☺️
Bellissimo articolo! Quanti bei giochi che hai provato 😍Grazie per avermi citata e per aver linkato il video! Alla prossima!
Ciao Alessandro, bell’articolo. Ottimo resoconto. È stato un top week end di gioco. Grazie a tutti e grazie a te per aver citato il nostro gioco. Alla prossima. Francesco
Sabato Sera sei andato a dormire presto e ti sei perso il momento migliore nel quale abbiamo scoperto delle strane perversioni del Boardgamer di Montagna