Il Pabis pronto per un'intervista nell'area dedicata al Salso Ludix

Salso Ludix 2024

Anche quest’anno ho avuto la fortuna di essere ospite a Salso Ludix, evento sul gioco da tavolo e di ruolo nello splendido Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme, svoltosi il 19 e il 20 ottobre, organizzato dall’omonima associazione A.S.D. Salso Ludix, con la direzione artistica di Christian Viaggio, Daniele Molinari e Andrea Storti.

Potendo fare affidamento su diverse associazioni ludiche del territorio, un gran numero di volontari e professionisti, supervisionati da un’organizzazione ormai oliata e consolidata, anche quest’anno la kermesse è stata un successo, forse anche più dell’anno scorso, cosa che non credevo fosse possibile.

Posso fare un piccolo confronto, avendo partecipato anche all’edizione scorsa, trovando un miglioramento in termini di organizzazione degli spazi, volti a cercare di lasciare ancora più zone dedicate al gioco, senza perdere tuttavia le aree tematiche dedicate al gioco di ruolo, ai giochi di carte collezionabili, ai Lego e ai panel, offrendo addirittura un’intera arena a questi ultimi.

Ok, finita la parte seria (la maggior parte scopiazzata dal comunicato stampa), passo a parlarvi della mia Salso Ludix.

Conta più la persona che il personaggio

Resto spiazzato, imbarazzato e grato quando Daniele e Christian, anche quest’anno, mi chiamano per invitarmi a partecipare a Salso Ludix. Non sono certo un personaggio come TeOoh, I Giullari o Helios Pu. Soprattutto lo sono ancora meno quest’anno, che, per mille ragioni, ho contribuito davvero poco alla divulgazione del gioco sui miei canali, ma è chiaro che, per loro, conta più la persona che il personaggio. Per dire, mia madre si dimentica di invitarmi a cena (forse anche perché sa quanto mangio) e loro, invece, si ricordano di me! Scherzi a parte, capisci subito quando hai a che fare con ragazzi appassionati e con le idee chiare, che sanno quello che vogliono: “Vogliamo il Pabis perché… perché vogliamo il Pabis?” me li immagino così durante il loro briefing.

Poi, diciamocela tutta, Luca Borsa, mio esimio concittadino, ha bisogno di un badante, e loro sanno benissimo che sono la persona più adatta per questo ruolo!

Esterno del palazzo dei congressi di Salsomaggiore Terme durante il Salso Ludix
Quello con la borsa è il Borsa. Scusate…

Scende la pioggia ma che fa

Partiamo da casa con calma a metà mattina e, in un’oretta e mezza, arriviamo in quel di Salsomaggiore Terme, in tempo per il pranzo. Subito a pensare male, eh? È solo un caso. Giusto il tempo di scrollarci di dosso la pioggia e ambientarci nelle splendide sale del Palazzo dei Congressi, dove si svolge Salso Ludix, che veniamo accolti da Daniele e Christian. Abbandonato Luca Borsa al suo programma, assaporo il clima piacevole nelle sale, approfittando dei tanti amici e “colleghi” per scambiare due chiacchiere. Ci sono tanti bravissimi autori, ma anche Roberto Pestrin, tanti bravissimi divulgatori capaci, ma anche Luca Ciglione. Insomma, di tutto un po’, alti e bassi.

Dettaglio interno del palazzo dei congressi al Salso Ludix
Peccato per l’estintore, potevano farlo bianco!

Giochi provati a Salso Ludix

Ho proposto un paio di giochi per il “Gioca Con” di quest’anno e ne ho approfittato per sedermi a provare qualcosa. Senza scendere troppo nei particolari dei giochi, ecco cosa ho provato in questi due giorni:

I ritardatari

Botanicus

Botanicus ha davvero un bel ritmo, semplice e chiaro; si spiega con semplicità, e il suo pregio migliore è che lo puoi giocare sia con il neofita che con il giocatore esperto, senza perdere il piacere di giocare. Il difetto è che parla di piante e giardini. Questo è il primo gioco che ho deciso di proporre per il mio “Gioca Con” del sabato.

All’orario prefissato lo apparecchio sul tavolo assegnatomi, ma, con il passare dei minuti, sembra chiaro che chi si è prenotato non sarà della partita. Decido allora di cedere e farlo giocare ai “tre scappati di casa”, che, in barba alle prenotazioni, avevano già preso posto al tavolo: Luca Borsa, Walter Obert e Carlo A. Rossi. Faccio l’errore di dire a Carlo che, secondo me, la strategia degli animali, nella versione base, soprattutto nelle prime partite, è un pelino troppo redditizia; subito fa suo il consiglio e ci asfalta. A un certo punto arrivano anche i due che si erano prenotati (con solo 23 minuti di ritardo) e, cogliendo la loro delusione nell’aver perso il posto, mi offro di intavolarlo nuovamente appena finita la partita. Tutti felici, e anch’io di prendere mazzate anche da loro.

Ero troppo preso per fare foto mentre giocavo

Fruit Cup

Scopro di essere una sega assurda a questo gioco, ma che inspiegabilmente vorrei, così da farci giocare tutti in ludoteca e a casa. Davvero, sono imbarazzante mentre cerco di decifrare le richieste delle carte e, con il cucchiaino, tento di tirare fuori gli ingredienti inadatti al loro completamento. Il mio cervello ragiona al contrario, togliendo gli ingredienti che invece dovrei lasciare nel bicchierino. Al tavolo ho perso con chiunque sia passato di lì: da Paolo Mori a Gabriele Mari, da una bambina di tre anni ad addirittura Roberto Pestrin!

Bel gioco davvero

Shogun No Katana

Provato la domenica nella Sala delle Cariatidi (un nome un programma) ai tavoli di Orizzonte degli Eventi, associazione attiva dal 2007 in quel di Piacenza, che vanta fra le proprie fila proprio l’autore del gioco, che però non c’era. Meglio così, ho evitato di fare figuracce davanti a lui! Oltretutto il gioco non l’avevo mai provato, se non in versione prototipo nel 2017, quindi sono riuscito a colmare una mia lacuna. Purtroppo ho scelto male i miei compagni di tavolo: Luca Ciglione e Fabio Lopiano, soprattutto quest’ultimo, la devo smettere di giocarci assieme! Ha infierito inanellando una serie infinita di combo, forgiando più katane lui che Hattori Hanzō in Kill Bill. Comunque, questo è un gioco davvero ben fatto, che fa venire voglia di rigiocare immediatamente. Quasi quasi me lo regalo a Natale…

Un Pestrin desideroso di menare

Gioco di menare

Lo so, è tutto l’articolo che parlo male di lui, ma Roberto Pestrin mi ha fatto provare un gioco di menare (manco mi ha detto il titolo) che ricorda i classici beat ‘em up, o picchiaduro se preferite, in stile Street Fighter, misto a Sushi Dice. Non so realmente quanto possa parlare di questo prototipo, ma posso dire che mi sono divertito davvero parecchio e che non vedo l’ora che sia mio! Che poi, riflettendoci, ha tutti gli elementi che più odio nei giochi: il dexterity, il dover essere veloci, urlare e suonare una cacchio di campanella, eppure mi sono davvero divertito. Eh sì, lo ribadisco anche qui, collegandomi a un discorso nato al tavolo: i giochi per ragazzi possono essere anche di puro divertimento ignorante, non devono per forza insegnare sempre qualcosa.

Dall’Egitto con furore

Pyramidice

Altro gioco proposto dal sottoscritto per il “Gioca Con” è Pyramidice. Non ho avuto prenotazioni dal sito del Salso Ludix, ma, una volta apparecchiato, ha riscosso fin da subito la curiosità dei passanti. Infatti, dopo qualche minuto di attesa, tre amici si siedono al tavolo. Due di questi ci stanno dentro, capiscono al volo come si gioca; quello che mi preoccupa, però, è il loro amico, quello con la birra in mano, che mi confida di star seguendo una dieta liquida. Praticamente ho giocato anche per lui, ma la cosa più sconvolgente, al termine, è stata sentire il gruppetto decidere di andare a giocare a un Lacerda. Non oso immaginare cosa possa essere stata quella partita.

A cena con Aky, Lopiano, Ciglione, Mari e Pestrin durante Salso Ludix
Aky, Lopiano, Mari, Pestrin, Ciglione e il sottoscritto.

Just One

Qui sto un po’ imbrogliando; questo l’ho giocato all’hotel, dove, dopo cena (ne avrei tante da raccontare anche sulla cena, ma vi risparmiamo certe scene), ho trovato il clan degli autori Obert, Borsa, Pestrin, Mari e Spada, a cui poi si è aggiunta anche Aky, e abbiamo dato vita a una partita memorabile di Just One, dove abbiamo scoperto che: Walter Obert ha un pensiero laterale, ma così tanto laterale, che è quasi fuori dalle mura della stanza. Per capirci, per farmi indovinare un dolce, la crêpe Suzette, scrive “MURO”. Muro per le crêpe! Quella sera ho scoperto che David Spada utilizza sempre e solo termini francesi quando tocca a me indovinare qualcosa, qualsiasi cosa essa sia. Ho anche scoperto che sono l’unico stronzo a non ricordare i nomi dei personaggi di Asterix. È stata una chiusura di serata bellissima di cui purtroppo non ho scattato foto.

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Hai presente Frank Drebin?

Il sabato a Salso Ludix, tra le varie attività, le partite, qualche panel da seguire e chiacchiere varie, scivola che è una bellezza. A un certo punto mi cercano dall’organizzazione per un’intervista, cinque minuti per chiederti come sta andando la manifestazione, con una o due domande da montare poi in spezzoni da mettere sui loro social. Vengo microfonato e buttato sotto il mega riflettore. Mi lamento della luce, insistendo che con la mia bella carnagione da mozzarella potrei confondermi con i muri, ma vengo giustamente ignorato. Parte la domanda e, mentre rispondo, si sente un frastuono alle mie spalle dietro il telo. Licia e Michele, intervistatrice e cameraman, indispettiti vanno a controllare chi ci sia dietro, ma scoprono che non c’è nessuno. Insomma, delle scatole sono cadute da sole appena ho iniziato a parlare. Più volte. Mi piace pensare che fosse il fantasma formaggino, annoiato dalla mia voce, che desiderava mettere fine a quello strazio.

Finisco l’intervista, ringrazio e annuncio (mi pare logico farlo a voce alta) che mi sto pisciando addosso e mi avvio verso i bagni… ancora microfonato! Per fortuna vengo raggiunto in tempo e spogliato di ogni aggeggio radiofonico. Sta scena mi ricorda un po’ Frank Drebin in Una Pallottola Spuntata

Con Luca Ciglione che scende al mio livello

Non contento, raggiungo il bagno, faccio passare un tizio che esce dalla porta e mi infilo a espletare le mie funzioni. Esco e, mentre lavo le mani, guardo alla mia sinistra, vedendo due signore che stanno facendo la stessa cosa. Sono leggermente imbarazzate ed evitano di guardarmi, io probabilmente sono viola e balbetto frasi sconnesse:

“Oh, ho sbagliato io o avete sbagliato voi?”
“Mi sa lei…”
“Scusate, ma c’era dentro un signore!”

Silenzio. Esco fuori impacciato, mentre le due sghignazzano, guardo dietro la porta, che, da spalancata, nasconde l’omino con la gonna, a confermare quanto sono pirla.

Praticamente la sala dedicata a me!

Vuole un caffè?

Domenica mattina, colazione all’hotel insieme a tanti altri avventori del Salso Ludix. Siedo a un tavolo da solo, di fianco a TeOoh, seduto a sua volta a un tavolo da solo, di fronte a Helios Pu, a sua volta seduto a un tavolo da solo, così come Gabriele Mari… Sì, insomma, ogni persona è seduta a un tavolo da sola, non perché siamo un branco di asociali — forse anche quello — ma perché la stragrande maggioranza dei tavoli presenti nella sala è con un solo posto a sedere.

Scorcio interno del salone del palazzo dei congressi di Salsomaggiore Terme durante il Salso Ludix
Non ho fatto foto nell’hotel, quindi ecco un dettaglio interno del palazzo dei congressi

Due chiacchiere, solite formalità con chi ti sta vicino, mentre addenti una brioche e bevi un po’ di succo, poi però arriva lui: il cameriere. Molto impostato, vecchia scuola, sebbene penso abbia sì e no la mia età (quindi moooolto giovane), con un’espressione che ricorda un po’ Elmo dei Muppets e una voce incredibilmente uguale a quella di Zed di Scuola di Polizia:

Le porto un Caffffeeeeeueue?

Muoio, trattengo a malapena le labbra mentre gli occhi mi si stringono. Sento il cuore battermi nel petto mentre resto impassibile, guardandolo e annuendo. Non oso guardarmi attorno finché non si allontana, ma percepisco gli occhi spalancati di tutti gli altri attorno a me che, a loro volta, a stento si trattengono dal ridere fragorosamente.

Da lì in poi, il delirio: ogni volta che passava leggevo negli sguardi dei presenti l’attesa e il desiderio di riascoltare quel soave gracchiare, mentre si avvicinava ai nuovi avventori.

Una scacchiera a Salso Ludix
Sembra gigante, ma è soltanto una normale scacchiera all’interno di una delle bellissime sale del palazzo

Conclusione

Torniamo seri, almeno quel poco. Salso Ludix è fra i migliori eventi ludici a cui un appassionato possa decidere di partecipare. Puoi giocare a stretto gomito con personalità di spicco di questo mondo ludico, seguire panel molto interessanti in un ambiente davvero fuori dall’ordinario.

Il contrasto tra l’architettura Liberty-Decò del palazzo e i tavoli ricolmi di giochi restituisce un alone di rara bellezza. Al piano di sopra ci sono passato solo rapidamente, ma le tante sale colme di giocatori di ruolo testimoniano la buona riuscita dell’evento, capace di unire e fare giocare chiunque. Anche famiglie e casual gamer sono stati degnamente accontentati con un’intera area al piano inferiore dedicata ai Lego. E poi, zone dedicate alla pittura di miniature, in cui ho visto tantissimi giovani, ma soprattutto l’immancabile stand della cioccolata di Marco Biolzi, che ha fatto la gioia della mia famiglia, a cui ho portato gli immancabili cioccolatini a forma di meeple.

Cioè, ma vi rendete conto di cosa voglia dire giocare qui dentro?

Solo una cosa prima di chiudere: questa edizione è stata dedicata a Giovanni Melandri, giovane divulgatore ludico della zona che ci ha lasciato troppo presto poche settimane fa. Ero suo amico di Facebook da alcuni anni senza mai realmente conoscerlo, poi, proprio l’anno scorso al Salso Ludix, ho potuto scambiare un po’ di parole con lui, scoprendo una persona appassionata e davvero piacevole. Ci eravamo ripromessi di mantenere i contatti, ma si sa, sono cose che si dicono tanto per dire, prima di essere rapiti dalla frenetica quotidianità. Siamo abituati a pensare che c’è sempre tempo per qualsiasi cosa… no, non è così: prendiamoci il nostro tempo per fare quello che amiamo, quando lo vogliamo, insieme a chi vogliamo.

Copertina cartoon Orion Duel

Orion Duel, non cadere nel buco nero

Torniamo a parlare di giochi, visto che è da un po’ che in questo blog si latita, portando su queste “pagine” Orion Duel, un gioco astratto a tema spaziale per 2 giocatori dai 12 anni in su, della durata di circa 25 minuti a partita.

Orion Duel sul tavolo

Dalle geniali menti di Andrea Mainini e Alberto Branciari, pubblicato da Matagot (che ha recentemente fatto annunci discutibili sulle prossime strategie di mercato, come spiegato bene da Geek Pizza in questo articolo), Orion Duel arriva in Italia grazie a Oliphante, che ringrazio per avermene donato una copia da fare giocare in LAM, l’associazione di cui faccio orgogliosamente parte. Lo so, non vi aspettavate un articolo… Dico a Oliphante, non a voi!

Componenti di Orion Duel

Come si gioca

Orion Duel è composto da una plancia suddivisa in esagoni, 14 tessere prevalentemente blu e altrettante arancioni, con dimensioni e forme variabili da 1 a 3 esagoni ciascuna, 8 gettoni galassia e 7 gettoni buco nero.

Distribuiti i gettoni galassia e i gettoni buco nero sulla plancia, rispettando le semplici regole di setup riportate nel regolamento, i giocatori potranno, a turno, posizionare una delle proprie tessere, cercando di raggiungere per primi una delle condizioni di vittoria prima dell’avversario.

Setup casuale di Orion Duel

Le condizioni di vittoria sono 3:

– Collegare le costellazioni

– Connettere le galassie

– Forzare l’avversario a connettere i buchi neri

La plancia di gioco rappresenta il cosmo, il cui perimetro esagonale riporta, nei lati estremi, 6 galassie, i cui opposti, se collegati da un serpentone di tessere dello stesso colore di un giocatore, portano immediatamente alla prima condizione di vittoria. Le tessere, durante il gioco, potranno essere posizionate liberamente sulla plancia di gioco sugli esagoni liberi. Ovviamente, non potranno sovrapporsi o uscire dai limiti del cosmo, ma potranno anche essere posizionate staccate fra di loro.

Una tessera di Orion Duel

L’unico modo, però, di poter posizionare una tessera sotto un gettone galassia o buco nero sarà quello di connettere il colore che vi si posizionerà sotto con lo stesso colore presente adiacente su di una tessera precedentemente piazzata. So che non è di facile lettura, ma è più semplice comprenderlo con degli esempi.

Prima condizione di vittoria a Orion Duel

Tornando alle condizioni di vittoria, la seconda è quella di annettere 4 galassie nel proprio sistema, tutte connesse tra loro. Significa che le galassie non basta averle sopra gli esagoni del proprio colore, ma devono essere direttamente collegate fra loro, senza interruzioni. Terza e ultima condizione di vittoria è quella di infilare i buchi neri sopra le tessere del colore dell’avversario, anche in questo caso direttamente collegate fra loro.

Partita a Orion Duel

Il regolamento di quattro paginette è chiaro e non lascia spazio a dubbi. In caso si arrivasse a fine partita senza la vittoria di uno dei giocatori, si procede al conteggio assegnando un punto per ogni galassia presente sopra le tessere del proprio colore, meno un punto per ogni buco nero.

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Metto le mani avanti

Non amo particolarmente gli astratti e non sono un esperto. Anzi, a dire il vero, non stravedo a prescindere per i giochi da due. Eppure, Orion Duel mi ha rapito. Dopo tutto, se ne parlo, una ragione c’è. Partiamo da quella che potrebbe sembrare una banalità, ma che ai miei occhi è un notevole punto a favore per questo gioco: Orion Duel offre due diversi tipi di setup, simmetrico o casuale. Questa intuizione degli autori permette a chi, come il sottoscritto, predilige situazioni di gioco sempre diverse, oltre ai puristi che amano sfide dalle condizioni eque e non disdegnano aperture standard, di potersi divertire con lo stesso prodotto. Questa libertà mi fa apprezzare maggiormente il gioco, anche perché, utilizzando un setup casuale (che prediligo), ho la certezza di non avere mai una partita uguale a un’altra.

Galassie e buchi neri Orion Duel

Un’altra cosa che ho apprezzato in Orion Duel è il posizionamento delle tessere, che, proprio per la loro fattura in due colori, porta il giocatore a dover ragionare su più fronti. È sempre concreta la possibilità di avvantaggiare anche l’avversario con la propria mossa. Non sempre seguire a testa bassa la propria strategia porterà a buoni risultati, perché ci sarà sempre il rischio, posizionando tessere, di avvicinarsi sì a una delle condizioni di vittoria, ma di fare allo stesso tempo, inavvertitamente, anche il gioco dell’avversario, avvicinandolo a sua volta a una delle altre condizioni di vittoria.

Copertina articolo Orion Duel

In conclusione

Orion Duel è quello che si può definire un gioco semplice da imparare, ma difficile da padroneggiare. Tuttavia, con già poche partite alle spalle, si riuscirà a leggere le situazioni di gioco, valutando contemporaneamente più strategie. Anche i tempi dichiarati sulla confezione, di 25 minuti, in realtà si ridurranno dopo le prime partite. Se ancora non siete convinti della bontà del gioco, potete provarlo su BGA e valutare di persona, anche se la sensazione di godimento nel guardare negli occhi il proprio avversario e chiudergli in faccia ogni possibilità di vittoria con una tessera non può essere replicata da un freddo monitor!

Il Pabis al GiocAosta - selfie

I Love GiocAosta – 2024

Si è appena chiusa la sedicesima edizione di GiocAosta, l’evento ludico (a mio avviso) più bello d’Italia. Una manifestazione capace di attrarre oltre 35000 persone di cui almeno il 72% (dati presi dal comunicato stampa di chiusura dell’evento) da fuori la Valle d’Aosta. Una città che in questo 2024 conta poco più di 30000 abitanti, e che per una manciata di giorni si ritrova ad ospitare almeno 25000 persone in più. Tutti qui per giocare!

Una foto del padiglione del GiocAosta
la foto copertina perfetta, se solo non ci fosse davanti il furgoncino degli spurghi…

Magia 

Questa è stata un’edizione da urlo, e non soltanto perché era dedicata al famoso urlo di Munch, ma per i numeri strepitosi da record che anche quest’anno sono stati infranti. Lascio l’onore e l’onere a testate più serie di riportarli, ma non posso esimermi dal commentare che 8646 prestiti della ludoteca, il 15% in più rispetto lo scorso anno, è un numero folle. Forse merito anche della novità di quest’anno: un giorno di 40 ore! In che senso?! Magia!

Incontri belli al GiocAosta
Non c’entra nulla, ma volevo condividere ugualmente la foto con Dave!

In pratica, sabato la ludoteca non ha chiuso ed è rimasta aperta tutta notte, grazie a un manipolo di impavidi volontari, tirando dritto per la gioia dei numerosi nottambuli affamati di gioco! Un turno unico che si è andato a concludere domenica, non a mezzanotte, ma addirittura alle due del mattino! 

Io che vado a dormire alle 2:30
Io vado, voi restate pure

Io, nonostante il venerdì mi sia trascinato a letto alle 23 circa, come ben si confà ai diversamente giovani come il sottoscritto, sabato ho fatto il figo e sono rimasto a giocare fino alle 2:30… La pagherò per il resto del 2024!

Danilo mi cerca al GiocAosta
Danilo: “Ma dove sei, stai ancora dormendo?”

Volontari 

La vera forza di GiocAosta sono i volontari, le maglie gialle, quelli che dedicano mesi alla preparazione di questo evento, ma anche i volontari non autoctoni, quelli che arrivano da fuori e che offrono il loro prezioso tempo agli altri (tempo rubato al sonno, alla famiglia e soprattutto al gioco), per rendere questa manifestazione la meraviglia che è. 

Giornalista importunato durante una diretta
“Giornalista” importunato durante una diretta

Vorrei davvero fare qualche nome, ma non sarebbe corretto non farli tutti e, ricordare quelli di tutti e 400 i volontari, la vedo davvero difficile. 

Giocare 

Ho giocato a tanti giochi, qualcosa di nuovo e qualcosa di meno nuovo. Anche qualcosa di molto vecchio effettivamente, ma lascio i dettagli per un articolo a parte.

Selfie al criptoportico di Aosta

Ringrazio l’organizzazione per avermi dato l’opportunità di giocare a qualche succosa novità e soprattutto per avermi dato la possibilità di accedere a luoghi magnifici come il Criptoportico: cioè, sarò banale, potrei parlare del significato storico di questo luogo magnifico, ma la cosa che mi è rimasta più impressa è soprattutto la frescura provata nelle sue profondità di pietra!

Giocando al Criptoportico

Mangiare e bere 

Anche quest’anno abbiamo avuto la birra della manifestazione, un’ottima pils chiamata “La Grande Bionda” per restare in tema artistico, come il celebre quadro La Grande Onda, fornita da uno dei locali presenti in piazza (non ricordo il nome scusate!). Per gli astemi, invece, fondamentale la fontanella di piazza Channoux, vera e propria ancora di salvezza per lenire l’arsura delle giornate incandescenti di Aosta.

La Birra del GiocAosta

Ah, il tempo di Aosta ad agosto, se avessi un Penny Market per tutte le volte che mi sono sentito dire dai babbani: “che bello, vai ad Aosta a prendere un po’ di fresco…”, sarei l’uomo più ricco della terra!

Ironicometro valore alto
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Lato cibo, anche quest’anno ho mangiato a sbafo un paio di panini destinati agli organizzatori del GiocAosta, approfittando oltremodo della loro gentilezza. Sarà l’aria, sarà il fatto che non pago, ma quei panini sono sempre uno spettacolo! Poi, per le cene mi sono immerso nelle tipicità valdostane, come hamburger, pizza, ramen e Onigiri.

Piatto tipico Valdostano: Tonkatsu e Onigiri
Piatto tipico Valdostano: Tonkatsu e Onigiri

Piccolo appunto per le trattorie del centro storico: io quei 9 euro per un ventilatore li investirei, che nel 2024 magari sarebbe anche ora…

Vedi GiocAosta e poi muori… dalla voglia di tornare 

Anche quest’anno le giornate del GiocAosta sono scivolate via in un momento. Ho avuto il piacere di condividere bellissimi momenti con “colleghi” divulgatori, anche qui non farò nomi, anche perché di alcuni non me li ricordo, ma resta il fatto che il clima di “coabitazione giocosa” che si crea all’interno del padiglione dedicato, è un qualcosa di impareggiabile.

Giocando con Giulia
Troppo divertente Super Mega Lucky Box, grazie Giulia di avermelo fatto scoprire!

Tante menti vivaci e brillanti che, messe tutte insieme, arrivano ad annullarsi a vicenda, dando luogo a siparietti tragicomici con sessioni di gioco imbarazzanti! Sì, Luca Ciglione, anche se non abbiamo fatto una foto insieme lo sai che sto parlando proprio di te!

Crack list
Hai presente Nomi Cose Città mescolato a Uno? Questo è Crack List. Con le persone giuste può diventare assurdamente divertente!

Ognuno di questi attimi lo porterò nel cuore!

Ora, sguardo avanti e occhi puntati alle prossime avventure ludiche. No, non vi dico quali, non sporcherò questo articolo parlando di altri eventi: ci vuole rispetto.

Foto utilizzata per una challenge, di me davanti a uno schermo con aperto PornHub

Tutta colpa del sesso

Ma tu dimmi se non potevo scegliere un momento peggiore! Dopo mesi passati a grattarmi la pancia senza un briciolo di voglia o stimolo a scrivere, eccomi qui, circondato da scatoloni per il trasloco. E il computer? Ah, si, anche lui ben riposto in una scatola! Quindi, dove mi trovo a scrivere? Sullo smartphone, ovviamente! E perché? Beh, la colpa è del sesso, ovviamente!

Sesso 1

Il problema è che ho letto un articolo dell’ottimo Emiliano Gambelli su Boardgame Italia, dove intervista Pinkandy, una content creator che, oltre a essere appassionata di giochi da tavolo e presentare sul proprio canale YouTube Kandy Sul Tavolo contenuti dedicati al mondo ludico, ha anche un canale OnlyFans

Apriti cielo

Ho letto l’intervista, trovandola interessante e divertente, scoprendo una persona sì maliziosa, ma anche ironica e simpatica. Poi, ovvio che uno, a posteriori, spulciando i video, si soffermi non solo sui contenuti, ma anche sulla forma, e che forma. Ma il punto non è quello.

Il punto

I commenti! Mamma mia, quelli che ho letto sotto il post di Facebook mi hanno fatto rabbrividire. Ma è possibile giudicare così duramente una persona senza neanche provare a capirla, solo perché non rispecchia i nostri standard? Etichettare gli altri come inferiori o non meritevoli di rispetto solo per delle differenze è davvero subdolo. Il sesso, buh, che paura! 

Non fraintendetemi, non voglio fare il moralista a tutti i costi. Io stesso spesso cado in errore nella valutazione delle persone, però cerco sempre di andare oltre le apparenze. 

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Sesso 2

Ho recentemente vissuto il disagio di vedere rubate delle mie foto, pubblicate da ignoti su siti di incontri, spacciandosi per il sottoscritto. Foto profilo, eh, non pensate male! Che poi io dico, non è che sono George Clooney, giusto solo un po’ i capelli mi si stanno ingrigendo, ma tant’è. Tuttavia, la cosa è stata imbarazzante e ci ho messo più di qualche giorno a superare questa cosa. 

Ma perché Daniele poi? Ti faceva schifo il mio nome?

Fastidio

Mi ha dato fastidio sentirmi additare da qualcuno, come fossi un malato di sesso. Sentire violata la mia privacy e dover prendere da parte le persone per spiegare che si trattava di un equivoco. Mi ha dato fastidio dover prendere la decisione di rendere pubblica questa disavventura, onde evitare di doverla spiegare ogni volta che sarebbe saltata fuori. 

Che poi sta cosa è più diffusa di quanto credessi, con decine di migliaia di denunce alla polizia postale per casi analoghi, che ti danno la consapevolezza che è più probabile fare un ambo al lotto piuttosto che giungere a un lieto fine. Avrei voluto scrivere ‘happy end‘, ma mi sono trattenuto!

Sesso 3

Tornando a parlare di giochi da tavolo, mi è successa una cosa davvero bizzarra. Ne ho già parlato sui social, ma visto il contesto, lo riporto anche qui. Copio e incollo, come il manuale del content creator pigro insegna:

Aspetto un pacco da DHL in consegna ieri e, siccome non ho voglia di tribolare, ho preventivamente spuntato l’opzione per farlo consegnare in un punto di ritiro convenzionato. Verso le 18:20 mi chiama il corriere dicendomi che il punto di ritiro è chiuso e che, se voglio, posso passare direttamente da lui a ritirare il pacco. Sto già uscendo per andare a un evento di gioco, quindi perché no? Allungo un attimino e lo raggiungo, almeno ho una menata in meno da fare il giorno dopo.

Arrivo, lo trovo in una stradina poco illuminata che mi aspetta con le quattro frecce. Ciao ciao, grazie davvero, e bip vari del palmare mentre scansiona il QR Code del pacco. Vedo che smadonna un po’, ma alla fine mi dà il pacco e lo infilo nel bagagliaio. Sono in ritardo, devo andare in biblioteca ad aprire per l’associazione e non ho ancora mangiato. Mi dimentico del pacco.

Il pacco 

Oggi mi arriva una notifica della consegna del pacco al punto di ritiro. Che strano, ma il pacco ce l’ho in macchina. Non resisto, vado, lo apro direttamente lì e con mia grande sorpresa non ci trovo un gioco come pensavo. È qualcosa di voluminoso dentro una busta trasparente, morbido ma pesante, sembra lattice al tatto. Inizialmente penso sia un peluche, ma non ne sono sicuro. Solo una volta sfilato dalla scatola e rigirandolo fra le mani capisco di cosa si tratta.

Ecco, diciamo che è un oggetto che non mostreresti mai a tua madre o a tua moglie. Guardo sulla scatola, la giro un paio di volte e trovo l’etichetta di consegna, con il vero destinatario. Chiamo il corriere pazzo, ho il numero memorizzato da ieri, gli dico che ho un pacco non destinato a me e se può passare a riprenderselo, ma nulla. Dice che non può. Mi dice che mi farà contattare dal suo responsabile. Non so perché, ma ho un brutto presentimento…

Ore 14:30, per il momento ancora nulla. Non è che a qualcuno serve una figa di gomma?

El Camino de Santiago, il gioco da tavolo

El Camino de Santiago, il gioco da tavolo

El Camino de Santiago è il primo gioco di Fabio Bicocchi, edito da Dominioni Editore in collaborazione con Sir Chester Cobblepot. Anzi no, è un’esperienza, un viaggio pensato per 1-5 giocatori dagli 8 anni in su, con una durata di gioco variabile intorno ai 45 minuti, dove mettersi in gioco nei panni di un pellegrino. Prima di iniziare, voglio ringraziare l’editore per avermi inviato la copia di valutazione del gioco.

Scatola del gioco di El Camino de Santiago

Il cammino di Santiago

Nel cuore della Spagna, il Cammino di Santiago si snoda lungo un sentiero di circa 800 km, intrecciando luoghi sacri e cittadine pittoresche lungo la strada verso la Cattedrale di Santiago de Compostela. Questo itinerario millenario, percorso da pellegrini attraverso secoli di storia, offre non solo paesaggi mozzafiato, ma è anche un profondo viaggio interiore. Attraverso colline verdi, villaggi storici e maestose cattedrali, il Cammino di Santiago è un’esperienza intrisa di spiritualità, riflessione e incontri unici. Come un raggio di luce che si diffonde attraverso le foglie di un albero millenario, ogni passo aggiunge una luminosa prospettiva alla storia di coloro che intraprendono questo straordinario viaggio. In questo cammino verso la meta, ogni passo è una poesia di antichi sentieri e destinazioni sacre, senza fretta, ma con la consapevolezza che la vera ricompensa risiede nell’esperienza del percorso stesso. El Camino de Santiago è il gioco da tavolo che avvicina i giocatori a questo viaggio, portandoli a rivivere il cammino come esperienza di vita e incontro con il proprio spirito. Un gioco di “corsa” atipico, perché non vince chi arriva primo, ma chi arriva meglio.

Una carta Peregrinos da El Camino de Santiago

Preparazione di El Camino de Santiago

Questo gioco è davvero ben congegnato, e te ne accorgi fin dal setup. Crei un percorso, posizionando la carta di arrivo, La Catedral de Santiago, le cinque carte Etapas da 1 a 5, obbligatorie per il tragitto minimo (proprio come nella realtà dove i pellegrini sono “obbligati” a percorrere quel centinaio di km minimo) e poi valuti se aggiungerne altre o meno, andando a modificare la durata del gioco. Oltre alla variabilità della partita, puoi gestirne la difficoltà girando le carte sul lato scuro, offrendo ai giocatori una sfida più alta, grazie alla variante invernale.

Ogni giocatore ottiene a inizio partita una carta peregrinos con sopra riportati i valori iniziali di mente, corpo e spirito. Questi valori andranno segnati in alto su un foglietto del blocchetto (preventivamente distribuito a ogni giocatore). Ogni carta peregrinos mostra un’abilità speciale del personaggio in questione e un numero di stelle (da uno a tre) rappresentanti la difficoltà di utilizzo. 

Posizionato un segnalino sul punto di partenza più lontano rispetto alla carta di Santiago de Compostela, i giocatori potranno iniziare il loro viaggio.

Come si gioca

Il gioco si articola in tre fasi:

  • Selezione meta Parada
  • Movimento e carte Eventos
  • Annotazione sulla Credencial

In ordine di turno i giocatori posizionano il secondo indicatore (uno resta sulla partenza) su di una Parada, ovvero uno dei tondi sul percorso corrispondenti a una città. Quella sarà la metà da raggiungere in quel round.

Partendo da chi si trova più lontano rispetto alla Catedral, i giocatori muovono il proprio segnalino di partenza sulla Parada successiva, girando una carta Eventos e segnando su una riga della Credencial (il foglietto) i valori mente e forza corrispondenti alla Parada appena raggiunta. Basta guardare i colori corrispondenti e dopo un paio di turni diventa immediato. Se la carta appena girata conterrà il simbolo di una, due o tre omini verdi, il giocatore dovrà segnare il pallino corrispondente sulla stessa riga. Nel regolamento viene chiamato Compatir e significa aver fatto quel pezzo di strada da soli o in condivisione con altri. Se verranno anneriti tutti e tre i pallini nel corso del round, si potrà aggiungere il valore di spirito del peregrinos alla somma dei punti raggiunti in quel round.

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Ma come si fanno i punti a questo gioco?

Un po’ push your luck, El Camino de Santiago chiede ai giocatori di scommettere su se stessi, perché per fare più punti bisognerà raggiungere la meta con il massimo della propria mente, cercando allo stesso tempo di ascoltare il proprio corpo. In pratica, i punti di partenza di ogni round saranno al massimo quelli riportati nella carta Peregrinos del giocatore, accumulati durante le tappe fra le varie Parade e che andranno segnate di volta in volta sulla stessa riga. Meno punti raggiunti rispetto al valore massimale del personaggio, daranno una base di partenza di punti più bassa.

Una carta peregrinos da El Camino de Santiago
Faccio un esempio perché altrimenti risulta poco chiaro

Se il mio personaggio è l’Altruista, ho una base punti di 4. Durante il mio percorso del round ottengo solo tre fulmini, avrò una base di partenza di 3 punti. Se invece avrò accumulato ad esempio nove fulmini, la mia base di partenza sarà sempre massimo di 4 punti, ovvero il valore iniziale del mio personaggio. 

Allora perché non puntare ad andare il più lontano possibile a ogni round? Semplice, perché a ogni tappa noi dovremo segnare anche il corrispettivo di corpo (il cuore) che, accumulato nel corso del round, dovrà essere il più possibile vicino al valore del nostro personaggio. Avere meno cuori o più cuori, sarà ugualmente negativo, in quanto la differenza fra i due valori andrà poi sottratta al punteggio raggiunto nel round.

Anche qui, aiuto con un esempio

Il nostro Altruista ha raggiunto la meta del round con cinque fulmini, quindi si è assicurato di avere 4 punti in partenza, però ha ottenuto un totale di sette cuori, che rispetto ai cinque della sua statistica iniziale, significa una differenza di due. Questi due cuori equivalgono a meno due punti ai 4 di partenza, quindi in questo round il giocatore ha ottenuto solo 2 punti. Lo stesso sarebbe stato se avesse ottenuto solo tre cuori durante il round, perché la differenza fra cinque e tre resta sempre due.

Una carta Etapas da El Camino de Santiago

Abilità, Attacción, Alberghe e Compatir

Al raggiungimento della meta nel round, se disponibile, si potranno ottenere degli effetti supplementari. Raggiungere un Attración conferirà la possibilità a quel giocatore di aggiungere un +2 secco al valore mente. Il simbolo della mezza luna, Alberque, darà invece un +1 o -1 al corpo. Il Compatir lo abbiamo già visto prima, semplicemente si potrà colorare con un pallino l’omino verde corrispondente a quello segnato sulla tappa d’arrivo, per cercare di completare in extremis il trittico e poter così usufruire del bonus punti.

Le abilità di ogni Peregrinos, vanno a variare le regole base del gioco, aggiungendo delle modifiche al sistema di gioco, restituendo un ulteriore variabilità al titolo.

Considerazioni

El Camino de Santiago è un titolo davvero semplice e così immediato, che inizialmente spiazza i giocatori che vi si approcciano. Siamo talmente abituati ad aver a che fare con titoli di corse che quasi non sembra vero che non conti arrivare primi al traguardo. Qui, come scrivevo poco più in alto, non vince chi arriva prima, ma chi arriva meglio. La possibilità di aggiungere la variante invernale, girando le prime carte sul lato scuro, aggiunge difficoltà al gioco, rendendo la sfida più alta. 

C’è una variabile aleatoria, innegabilmente, ma che incide poco se si tiene sotto controllo la gestione delle distanze in ogni tappa. Un gioco tattico che offre anche un approccio strategico, nel momento in cui si vanno a scegliere le mete di ogni round e si sfruttano le caratteristiche del proprio personaggio.

Estratto del regolamento di El Camino de Santiago

A livello grafico ed ergonomico, El Camino de Santiago offre un buon compromesso, puntando sia sulla bellezza che sulla praticità. Piacevoli i disegni e la scelta di colori di ogni carta, comunque arricchita di elementi utili per chi soffre di daltonismo. Il manuale, impreziosito di note e informazioni riguardo le varie tappe del cammino di Santiago, è semplice e chiaro, anche se appesantito dal forte utilizzo di termini spagnoli. Una scelta dettata da un ricercato desiderio di coerenza storica e geografica, ma che mi ha costretto a più di una rilettura. 

La possibilità di giocare a El Camino de Santiago con un percorso variabile, permette di tarare la durata del gioco, rendendolo accessibile in ogni momento. 

Una carta Eventos da El Camino de Santiago

El Camino de Santiago è un gioco originale che regala momenti appaganti al tavolo, adatto a neofiti ma non solo. Capace di racchiudere l’essenza e lo spirito del cammino con semplicità, è un gioco tutt’altro che banale, che offre bei momenti e grande rigiocabilità. 

3 Ring Circus, il circo è in città!

3 Ring Circus, il circo è in città!

Forse, chi ha meno di 30/40 anni non può comprenderne appieno l’incanto. C’era un tempo in cui il circo rappresentava un appuntamento imperdibile, capace di attrarre famiglie e giovani da ogni angolo della città. Acrobati che volavano alti e clown che riuscivano a strappare risate e lacrime simultaneamente. Ma come tutte le cose, il tempo ha fatto il suo corso e quell’entusiasmo genuino si è dissolto. La magia e la decadenza di quel mondo, un tempo così vivido nei nostri cuori da bambini, adesso si percepiscono come echi lontani di un’era passata. Ricordi sbiaditi che sono riaffiorati davanti alla scatola di 3 Ring Circus, titolo per 1-4 giocatori della durata di circa 90 minuti, di Remo Conzadori e Fabio Lopiano – che ringrazio per la copia review – edito da Devir.

3 Ring Circus situazione di gioco

Panoramica

In 3 Ring Circus, i giocatori vestiranno i panni di un direttore del circo che, con la propria carovana, dovrà esibirsi nei piccoli paesi, nelle città medio-grandi e nelle città principali degli Stati Uniti del 1800, reclutando nuovi artisti e cercando di attrarre sempre più gente. Per ottenere fin da subito buoni risultati, i giocatori dovranno pianificare percorsi e reclutamento degli artisti, organizzando gli stessi sulla propria plancia, tenendo conto anche delle richieste del grande pubblico.

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Mentre i piccoli circhi dei giocatori si contenderanno la maggioranza di spettacoli nelle varie regioni, il grande circo Barnum procederà inesorabile, portando fama ai circhi più attivi nelle varie regioni, fino a decretare il vincitore della sfida per il miglior circo degli Stati Uniti.

Come si gioca a 3 Ring Circus

3 Ring Circus è un gioco gestionale di media difficoltà che, attraverso una meccanica di gestione carte e movimento su mappa, porta i giocatori a sfidarsi principalmente sulle maggioranze nelle regioni e sul raggiungimento di obiettivi personali. 

Durante il proprio turno i giocatori potranno eseguire una delle due azioni a disposizione:

  • Scritturare un artista
  • Organizzare uno spettacolo

Scritturare un artista

Il giocatore sceglierà una delle carte dalla propria mano e la giocherà nella propria plancia, su di una delle tre piste a disposizione, posizionandola e pagandone il costo con le carte denaro. Nel prosieguo del gioco, se si andranno a giocare altre carte nella stessa pista (sulla stessa riga), si pagherà solo l’eventuale differenza del valore. Non si potranno avere carte dello stesso valore nella stessa pista e, cosa altrettanto importante, le carte dovranno essere riorganizzate, posizionandole in ordine crescente, da sinistra verso destra. 

Per esempio, se dopo aver messo uno sputafuoco di valore 8 si vorrà posizionare un acrobata di valore 7, quest’ultimo non richiederà alcuna carta denaro, perché di valore minore della stessa già presente nella pista, ma bisognerà far scorrere lo sputafuoco a destra di uno slot per fare spazio, a sinistra, all’acrobata. Alcune carte, nel momento in cui verranno posizionate, potranno determinare delle variazioni sulla plancia dei valori di movimento, di piedistalli, denaro o punti fama.

Piccolo passo indietro

La plancia dei giocatori, inizialmente pressoché sgombra di carte, riporta dei simboli che determinano la dote iniziale di denaro (una banconota), di appeal per gli spettacoli (un piedistallo) e di movimenti della carovana (una locomotiva). Man mano che le carte copriranno questi simboli, i valori diminuiranno e il potere delle azioni corrispondenti si ridurrà. La presenza di questi simboli sulle carte stesse incrementerà il loro valore. Nel caso dei piedistalli, andranno aggiornati immediatamente sulla propria plancia, spostando l’apposito segnalino. 

Altri simboli presenti sulla plancia, invece, influenzeranno il tracciato dei punti in corso o fine partita, oppure attiveranno azioni bonus come pescare carte, giocarne o riorganizzare la plancia. Al completamento delle prime tre colonne della plancia, per ognuna, i giocatori avranno diritto al piazzamento di una carta dei punti di fine partita. A fine partita si otterranno punti anche dalla risoluzione di queste carte.

Organizzare uno spettacolo

La seconda e ultima azione a disposizione dei giocatori è organizzare uno spettacolo. Il giocatore di turno, per prima cosa, dovrà muovere la propria carovana di tanti passi quanto il numero di locomotive presenti sulla propria plancia. Dovrà saltare tutti i paesi con i segnalini circo degli avversari e, volendo, anche le città con una carovana già presente. Pertanto, non sarà possibile esibirsi nelle città con un segnalino già presente.. 

Le carovane potranno esibirsi in:

  • Piccoli Paesi
  • Città Medie
  • Città Principali 
Paesi Piccoli

Nei Piccoli Paesi in cui si esibiranno, le carovane piazzeranno un segnalino circo del proprio colore. Otterranno immediatamente una carta denaro dai residenti della città e, se nelle città adiacenti non ci sono altri segnalini circo, riceveranno una carta denaro aggiuntiva da ciascuna di esse, pescando direttamente dalla cima del mazzo delle carte denaro. Inoltre, se sulla propria plancia sono presenti simboli di banconote, si pescheranno ulteriori carte per ogni simbolo.

Città Medie

Nelle Città Medie, a differenza dei Piccoli Paesi, si potranno esibire più giocatori. Si andrà a collocare il proprio segnalino circo, sfruttando il proprio numero di piedistalli, modificati dall’eventuale presenza degli artisti ricercati dalle città. Questi, se presenti nella propria plancia, aggiungeranno ulteriori piedistalli. Più alto sarà il numero di piedistalli, più alta sarà la ricompensa in termini di punti o carte biglietto.

A proposito delle carte biglietto – mea culpa per non averlo detto prima – sono carte che rappresentano gli artisti. Queste carte consentono ai giocatori di guadagnare punti fama a fine partita e sono necessarie per potersi esibire nelle Città Principali.

Città Principali

Ultimi proprio di loro, le Città Principali, dove si fanno davvero parecchi punti, ma che richiedono un artista specifico ed eventuali altri artisti, posizionati prima e dopo, nella stessa pista, di determinate categorie. Aperta a tutti, come per le Città Medie, una Città Principale aggiungerà ulteriori punti a chi si piazzerà per primo. 

Il Circo Barnum

Alla fine di ogni spettacolo di qualsiasi giocatore, la carovana del circo Barnum avanzerà di un passo, saltando tutte le città i cui segnalini circo dei giocatori saranno presenti. Arrivata in una città principale, si fermerà fino al termine del turno del giocatore in possesso della tessera Barnum, per poi dare il via al conteggio dei punti della regione in questione, assegnandone dieci al primo, sei al secondo e tre al terzo, in base alla maggior quantità di segnalini circo presenti nell’area dello stesso colore.

Carovana Barnum 3 Ring Circus

Una volta giunta al punto di partenza, la carovana Barnum effettuerà l’ultimo conteggio della regione, per poi dare il via al fine partita. Si conterranno i punti fama sulle carte dei propri artisti ingaggiati, per gli effetti di fine partita sbloccati dagli stessi e per le carte obiettivo giocate.

Lo spettacolo deve continuare 

Non ho provato a giocare in solitaria, quindi non saprei dirvi se l’automa è valido o meno. Se dovesse capitare (cosa che dubito), aggiornerò questo paragrafo. C’è da dire che il nome di David Turczi, che si è occupato di svilupparla insieme allo stesso Lopiano e Xavi Bordes, dovrebbe essere una garanzia per gli amanti della modalità.

Sono anche presenti nel gioco delle varianti, più che altro diverse condizioni di partenza per la carovana Barnum, in diverse città e facendola muovere in senso orario anziché antiorario come di norma. Questo aumenta la variabilità di un titolo che, a primo impatto, potrebbe sembrare non sufficiente, ma che in realtà offre molte variabili per partite tutte diverse.

Le carte città sono solo sei e in gioco se ne schiereranno almeno cinque, in quattro giocatori, ma contando la randomizzazione nell’assegnazione in fase di setup, non si corre il rischio di avere partite simili. Anche i segnalini città, sempre sei di cui cinque in gioco, saranno posizionati casualmente. Oltretutto questi, essendo double face, restituiranno ancora più combinazioni possibili.

Carte punti 3 Ring Circus

L’angolo dei consigli

Per mitigare un po’ la causalità della carta punti iniziale, anche se non scritta nel regolamento, ma testata in un paio di partite con uno degli autori, consiglio di adottare di prendere due carte, sceglierne una e scartare l’altra sotto il mazzo.

Interazione e scalabilità

L’interazione, bassa ma presente, la si può trovare nel tableau per la selezione degli artisti, e sulla mappa, contendendosi paesi piccoli e città medie. Nelle città principali ballano tre punti fra il primo e il terzo che vi arriva, che nell’insieme non sono pochi, ma nemmeno chissà quanti.

3 Ring Circus offre un’ottima scalabilità, andando a modificare il tabellone in fase di setup, grazie a degli inserti da apporre sulla mappa per accorciare le tratte di passaggio delle carovane.

Il timing della partita è derivato dal riempimento della mappa stessa, consentendo partite dalla durata sempre simile. Altra cosa molto interessante che ho notato, in tutte le partite effettuate, a fine partita il range dei punteggi si assottiglia in una forbice molto stretta, tenendo aperta la possibilità di vittoria a ogni giocatore.

Alcune carte denaro di 3 Ring Circus

Considerazioni finali

3 Ring Circus l’ho visto nascere! Nel senso che provai il prototipo due anni fa e già allora mi aveva conquistato. Facile da intavolare anche con giocatori acerbi, alla fine si tratta solo di scegliere fra due azioni, ma, come è giusto che sia, non così semplice da padroneggiare. È essenziale la programmazione, nei movimenti sulla mappa, ma soprattutto nell’ingaggiare artisti funzionali ai propri scopi.

A livello visivo 3 Ring Circus è una meraviglia, i pennelli di Edu Valls hanno reso alla perfezione l’ambientazione, giocando sui colori e le forme, richiamando lo stile tipico dei vecchi manifesti circensi. La cosa che più mi ha colpito è la scatola del gioco, che grazie a degli inserti traslucidi, riflette a ogni angolazione donando una finitura di pregio. Anche la simbologia usata è chiara e intuitiva.

Pur essendo un gioco gestionale, l’ambientazione accompagna piacevolmente i giocatori, dando l’idea di viaggiare lungo gli Stati Uniti per portare i propri artisti al grande pubblico. Ecco, forse l’ambientazione è l’unico ostacolo che potrebbe frapporsi fra voi e un buon gioco come questo, ma sono sicuro che dandogli una chance, potreste andare oltre e apprezzarne l’esperienza al tavolo.

Gioco approvato e consigliato anche a chi non ama il circo, ma dopotutto, se state leggendo queste pagine, immagino che un po’ i pagliacci vi piacciano!

GiocAosta 2023

GiocAosta 2023

Mi sono preso qualche giorno prima di scrivere il mio consueto articolo sul GiocAosta, perché avevo bisogno di riprendermi del tutto. La vecchiaia, sai com’è… La quindicesima edizione si chiude con numeri da capogiro:

“Quattro giorni, 50 ore di apertura, oltre 7.700 prestiti della ludoteca, più di 4.000 iscritti alle attività e centinaia di appuntamenti in decine di luoghi in tutta la città: sono oltre 35.000 le presenze attive registrate nella XV edizione di giocAosta, che si è chiusa questa sera in piazza Chanoux ad Aosta.” 

Tutti i volontari della quindicesima edizione del GiocAosta

Preso pari pari dal comunicato stampa, così come questa foto dove si vedono tutti i volontari che ogni anno danno vita a questo miracolo! 

Ironicometro valore basso
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Non perché abbia poca voglia di scrivere, ma perché ritengo importanti queste parole, riporto un altro passaggio interessante del comunicato stampa:

“Quello di cui siamo orgogliosi – spiega a nome dei volontari il coordinatore dell’evento, Davide Jaccod – è che nonostante i numeri ancora in crescita giocAosta riesca a conservare il proprio spirito: quello di un luogo di festa e di incontro, che usa il gioco per creare relazioni. Sempre più ci accorgiamo che intorno a giocAosta si sta creando una comunità, che si incontra anno dopo anno e che accompagna l’evoluzione del nostro progetto. Mai come quest’anno abbiamo ricevuto richieste di conferma per le date dell’evento nel 2024: tutto grazie a un passaparola che ha una portata sempre più ampia a livello italiano”.

Selfie con Luigi di Joco Game Studio

Lo spirito del GiocAosta

Ok, tocca a me ora scrivere veramente qualcosa: GiocAosta anche quest’anno non si smentisce, portando in piazza l’evento ludico gratuito più bello di tutta Italia. Ok, lo so che non ho partecipato a tutti gli altri eventi, ma qui non c’è davvero gara! L’organizzazione è perfetta, ogni anno aumentano eventi e spuntano novità, andando a migliorare quello che già pare perfetto, e… incredibilmente tutto funziona a meraviglia! 

Luca, Francesco e Silvia al GiocAosta

Da lato blogger, ho molto apprezzato l’apertura di un angolo dedicato ai creator in piazza San Francesco. Certo, non è come essere sotto i portici, dove è più ventilato e sei davanti al padiglione, ma non ci è andata male. Anzi, abbiamo avuto un punto di ritrovo dove vedere tanti volti familiari e darci appuntamento con i nostri amici. Ecco, se proprio devo criticare qualcosa, forse a livello organizzativo – e lo dico anche a mio discapito – l’anno prossimo limiterei i tavoli o, perlomeno, non li assegnerei per tutti i giorni. È capitato di vedere tavoli riservati vuoti in mezzo alla ressa di gente che cercava un posto per giocare. Per ovviare a questo, ho ceduto il mio tavolo quando non stavo giocando e quello di colleghi che sapevo non essere presenti.

Bella foto con Francesco Ludoecrudo

Ringraziamenti 

Non ringrazierò nome per nome, non perché sono snob, ma perché rischio davvero di dimenticare i tanti amici che ho incontrato in questi quattro giorni. Non vorrei che per una dimenticanza, qualcuno si sentisse escluso da questo mio abbraccio virtuale.

Overbooking al GiocAosta

Tuttavia, non posso non nominare Davide Jaccod, coordinatore di tutti i volontari, disponibile e gentile nonostante la mole incredibile di cose da fare, e Mikhael Zhell, supervisore di quel branco di pazzi scatenati che sono i creator ludici, instancabile e generoso. Entrambi sono due vere e proprie forze della natura, alla pari di tutte le maglie gialle.

Mi sono imbucato a bere con i volontari del GiocAosta
Qui è quando ho scroccato un aperitivo ai ragazzi

Giochi provati

Il mio GiocAosta è durato quattro giorni, accompagnato da quella santa donna di mia moglie che, rassegnata, mi ha lasciato allo stato brado libero di sfogarmi, e da mio figlio, quest’anno intento a giocare a scacchi (nuova passione) e a farsi figo tra i piccoli nerd con il cubo di Rubik.

Fiesta de Los Muertos party game molto divertente provato al GiocAosta
Divertentissimo Fiesta de Los Muertos

Ho così avuto modo di provare diversi giochi:

  • 3 Ring Circus 
  • Just One
  • Wavelenght
  • Not That Movie 
  • Cross Clues
  • Oh my goods
  • Eldorado
  • Hats
  • Rats of Wistar 
  • Empire’s end
  • Il Regno di Valiria
  • Overbooking
  • Krass Kacke
  • Splash
  • Codex Naturalis
  • Turing Machine
  • Azul
  • Sagrada
  • Il Maniaco Con La Mannaia è Entrato in Casa
  • Fun Facts
  • Cascadia
  • Fiesta de Los Muertos
  • My Shelfie
  • Polywords

Ovviamente, faccio un breve accenno solo a qualche gioco, ma eventualmente potete scrivermi nei commenti se volete saperne di più su di un titolo non approfondito qui…

Volpe giocosa al GiocAosta

3 Ring Circus 

Il Primo gioco giocato a GiocAosta è della Devir: 3 Ring Circus di Remo Conzadori e Fabio Lopiano. Quest’ultimo, infatti, si aggirava per Aosta con la sua copia del gioco, freschissima da Gencon, dove era stata appena presentata. Io, in realtà, questo gioco lo avevo già provato due anni fa, come prototipo, ma vi assicuro che era identico a oggi e già allora avevo pensato: che figata! Buona variabilità al setup e ritmo sostenuto senza downtime caratterizzano questo gioco di media complessità, in cui bisogna viaggiare su una mappa per dare spettacoli e collezionare carte nella propria plancia, al fine di ottenere punti in base alle esibizioni.

Fabio Lopiano al GiocAosta con una copia di 3 Ring Circus

La carovana di un circo importante (non ricordo il nome) segue i giocatori, facendo tappa nelle grandi città, innescando il conteggio dei punti per chi vi si è esibito e dettando i tempi per il fine partita. Esibirsi nelle grandi città darà tanti punti, ma richiederà specifici artisti, anche costosi, posizionati in una maniera specifica nella propria plancia, come richiesto dal grande pubblico. Non voglio dilungarmi troppo, anche perché con altri giochi di questo articolo non lo farò. Ma, qui, parliamo a mio avviso del miglior gioco che ho provato al GiocAosta.

Hats

Mea culpa: a Hats non ci avevo ancora giocato, ma ho recuperato alla grande al GiocAosta, scoprendolo grazie ad Alberto e Flavia, che ringrazio infinitamente. Con loro ho fatto un paio di partite e, in seguito, ho proposto il gioco io stesso a Gianni e a due sue amiche, di cui non ricordo il nome. Gioco davvero elegante: non che mi aspettassi di meno dalla ThunderGriph Games. Gioco di carte colorate di Gabriele Bubola in cui bisogna cercare di creare set di carte dal valore maggiore. All’inizio della partita, vengono rivelate sei carte che, posizionate su di una plancetta, hanno un valore da uno a sei punti.

Scatola di Hats

In pratica, in base al colore delle carte e al loro posizionamento, corrisponderà un valore in termini di punti per tutte le carte dello stesso colore. I giocatori avranno una mano di carte e dovranno giocarne una, sostituendola a una delle sei presenti. Per poter fare questa azione, bisognerà sostituire una carta con una di valore maggiore (ad esempio, un quattro blu su un tre giallo) oppure con una carta qualsiasi, ma dello stesso colore.

Bella scoperta questo Hats provato al GiocAosta

Quella appena presa andrà posta davanti a sé, creando, man mano, dei set di carte che a fine partita varranno tanti punti quanto il valore delle carte presenti sulla plancia comune.

Oddio, ho riletto cosa ho scritto e non so se si è capito, ma, in linea di massima, il gioco è proprio così. Lascia spiazzati alla prima partita, ma già dalla seconda diventa più controllabile e si apprezza sempre di più.

Rats of Wistar in anteprima al GiocAosta

Rats of Wistar

Prossimamente, (Essen) da Cranio Creations, uscirà questo piazzamento lavoratori di Simone Luciani e Danilo Sabia con un tema che inganna. Dovremo guidare i nostri topini fra missioni e avventure in una vecchia casa di campagna per dimostrare di essere il topino più degno a guidare la colonia. Detta così, sembra molto puccioso e ti aspetti un giochino light. Ma dico, li hai visti gli autori? Rats of Wistar è un gioco solido e tosto, come piace a me (e penso a tanti di voi che mi leggete).

Rats of Wistar in anteprima

Una gestione risorse e azioni è data da una rondella che gira, e che obbliga a pianificare con cura le azioni. Non è così immediato entrare in sintonia con le azioni secondarie, ma, quando capisci, vai che una meraviglia. Il sistema di gioco premia l’esplorazione: tutto per portare al miglioramento della propria colonia, cosa necessaria per fare punti a fine partita. Ho bisogno di giocare ancora qualche partita per trovarne punti di forza e non, ma, per ora, il giudizio è positivo.

Not That Movie al GiocAosta

Not That Movie 

In serata, abbiamo dato vita a una serie di party game, uno più divertente dell’altro, fra cui Not That Movie di Silvano Sorrentino, edito da DV Giochi, ormai un punto forte anche in associazione. È un gioco collaborativo in cui ogni giocatore deve selezionare segretamente un numero da 1 a 8, corrispondente al titolo rivisitato di un film, e che, a suo avviso, ben si addice alle due recensioni casuali scoperte a inizio round. Meno errori si faranno in fase di risoluzione, maggiori punti raccoglierà la squadra. Già dalla creazione dei titoli partono le risate.

Empire’s End

Grazie a Lucky Duck, ho potuto giocare in anteprima a Empire’s End insieme ad altra gentaglia come Francesco, Ario e Gianluca. Ogni giocatore avrà una città composta da 11 carte e dovrà percorrere, insieme agli altri giocatori, il più indenne possibile, lungo un tracciato che ricorda vagamente quello di In the Year of the dragon.

Empire's End in prova al GiocAosta

Il problema è che, a differenza del titolo di Feld, questo gioco ha praticamente solo eventi distruttivi, e i giocatori dovranno partecipare a delle aste per evitare di prendere carte disastro. Cioè, un’asta al contrario per non prendere una carta disastro, che significherà far prendere fuoco alla propria città e, quindi, perdere abilità e risorse.

Empire's End in anteprime al GiocAosta

La cosa figa è che ci sono parecchie abilità e condizioni per fare punti, anche con gli incendi. Diciamo anche, che quasi quasi la mia strategia di fare Nerone e dar fuoco a tutta la mia città poteva funzionare. Quasi quasi. In realtà, ho perso male. Anzi, mai preso così tanti schiaffi a un gioco. Mi sono divertito tantissimo. 

Scatola di Turing Machine

Turing Machine

Finalmente sono riuscito a provare Turing Machine, in Italia grazie ad Asmodee, era sempre fuori dalla ludoteca, ad altri tavoli. Per fortuna, grazie ancora ad Alberto, Flavia e la piccola Anna, sono riuscito a giocare. Io sono amante dei giochi deduttivi: avevo scritto qualcosa nel mio articolo dedicato a Essen Milano, quando avevo scoperto Tiwanaku. Anche con Turing Machine è stato amore a prima vista e sicuramente una copia sarà mia. Però, attenzione: non credo che sia un gioco adatto a tutti.

Turing Machine al GiocAosta

Se siete amanti della settimana enigmistica, sudoku e altri giochi da rivista, avete serie possibilità che il gioco possa piacervi, altrimenti, vi consiglio di provarlo prima dell’acquisto. Che poi, sarebbe cosa buona farlo per qualsiasi gioco, ma tant’è. In Turing Machine, bisognerà scoprire un numero di tre cifre, provando a comporre una cifra e interrogando la macchina. Questa, con un sistema di sovrapposizione di schede perforate, darà un esito positivo o negativo a ogni quesito posto. Prendendo appunti e andando per esclusione, bisognerà giungere alla soluzione. Un gioco semplice e intuitivo, indubbiamente un solitario di gruppo, ma davvero piacevole se appassionati di numeri.

Alberto Bottarini con i gioconi
Qui solo gioconi!

Alla prossima GiocAosta 

Così, anche la quindicesima edizione è finita. Mi chiedo come sarà la prossima e già fremo all’idea. Prima di tornare a casa, mi hanno chiesto come fosse andata la mia GiocAosta e ho risposto: “magnificamente, qui mi sento a casa”, l’ho detto spontaneamente e credo sia la cosa più bella che potessi rispondere, perché solo a casa ti senti veramente a tuo agio e al sicuro, circondato da persone che ti vogliono bene. Ecco, per me, GiocAosta è questo.

Michela che gioca a My Shelfie

Mi pare di sentirvi già dire la stessa cosa: “il problema di GiocAosta è che è ad agosto, altrimenti ci verrei”. Non deve essere per forza così! Io organizzo le mie ferie in virtù del GiocAosta, così che questo evento diventi esso stesso un momento di vacanza.

Carta del prototipo di Andrea Dado
Ma quanto ci siamo divertiti con il prototipo di Dado?!

Poi, chiaro, non tutti sono a solo un paio d’ore di macchina come il sottoscritto, o possono permettersi di prendere quattro giorni di ferie a ridosso di ferragosto, ma ugualmente vi invito a considerare di venirci il prossimo anno. Non esiste un evento paragonabile nel panorama ludico italiano. Quasi quasi, nemmeno il Picnic Ludico

Trovate molte più foto a questo Link Instragram!

Terxo: Il Gioco che mi ha fatto letteralmente impazzire

Terxo: Il Gioco che mi ha fatto letteralmente impazzire

In ritardo di solo una manciata di mesi, vi parlo di Terxo, un gioco astratto recuperato a Play, che mi ha fatto letteralmente impazzire.

Componenti di Terxo

Cos’è Terxo?

Terxo è un gioco astratto a informazione completa di Simone Paganoni per 2-4 giocatori, pubblicato da Fabbrica dei Segni Editore, composto da 27 dadi in tre diversi colori, in cui si dovrà cercare di ottenere più tris degli avversari. Una volta posizionati tutti i pezzi e realizzato un cubo 3x3x3 (da questo momento in poi cubone), il gioco avrà fine.

Scomodando uno dei giochi astratti più belli di sempre: Quarto, anche in Terxo si riceverà il pezzo (dado) scelto dall’avversario, avendo solo l’obbligo di posizionarlo a contatto con un altro dado già presente, di fianco o sopra, entro uno spazio di una base quadrata 3×3. Ogni volta posizionato un pezzo, si dovrà verificare l’eventuale realizzazione di uno o più tris.

Partita in corso

Ma come realizzare i tris?

In Terxo, ogni dado presenta tre caratteristiche:

  • Il colore del dado
  • Il simbolo rappresentato
  • Il colore del simbolo

I dadi sono in tre colori: verde, arancio e viola. I simboli possono essere la X, il cerchio o il puntino. Per finire, ogni simbolo può essere giallo, rosso o azzurro.

Ogni combinazione di tre elementi uguali allineati, porterà a un tris. Ma, a differenza di Tic Tac Toe, il gioco del tris, oltre ad avere a che fare con tre diverse tipologie di elementi, dovremo fare i conti con la realizzazione del cubone, permettendoci di sviluppare i tris anche in maniera tridimensionale, quindi in verticale, orizzontale e diagonale.

esempio di tris
Vedete in primo piano un esempio di Tris: Puntino, Croce e Cerchio Gialli in diagonale. Se guardate bene, precedentemente ne era stato fatto un altro…

Varianti

Terxo è principalmente un gioco pensato per 2 giocatori, che offre il giusto compromesso tra difficoltà e impegno, ma che può essere giocato in squadra, in 4 giocatori, o anche in 3, con una piccola variante: ogni giocatore partirà con 9 dadi dello stesso colore, passando solo quelli al giocatore successivo.

Fra le altre varianti proposte dall’autore, c’è quella Random in cui i pezzi da posizionare si possono scegliere casualmente, la variante Faster in cui la partita termina in un certo numero di Tris, oppure la variante Easy, limitando i tris a una sola caratteristica, molto indicata per giovani giocatori alle prime esperienze.

Costruzione del Cubone di Terxo

Terxo: il gioco difficile più facile al mondo

Quello che colpisce di Terxo è l’eleganza in termini di game design: è di una semplicità disarmante, ma allo stesso tempo nasconde una grande profondità.

Devo fare una confessione: ho un cattivo rapporto con questo gioco. Nella mia superbia, ho la convinzione di essere un giocatore intelligente, mentre invece Terxo mette a nudo tutte le mie lacune. Perché può sembrare semplice fare un tris, ma vi assicuro che ragionare in maniera tridimensionale su più elementi, anche solo tre come in questo gioco, non è una cosa semplice. Quindi sì, quando dico che Terxo mi ha fatto impazzire, intendo perché non riesco a vincere una partita con nessuno!

L’unico aspetto negativo che ho riscontrato dopo diverse partite è la complessità di valutare i tris che includono dadi nascosti alla vista, se non stai attento, rischi di non accorgertene. Questo obbliga i giocatori a spostare e riposizionare tutto mentre si gioca.

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Terxo è un prodotto artigianale, con elementi dipinti a mano, che ha portato il suo autore fin dalla sua creazione a proporre il proprio gioco alle fiere del settore. Ma che ora, grazie alla pubblicazione con la Fabbrica dei Segni Editore, può facilmente essere reperito sui maggiori e-commerce.

L'autore di Terxo

Ringrazio l’autore per la copia di valutazione e per la pazienza.

In quanto a voi, vi invito a giocare con me. Ho sempre dietro la mia copia: non fosse mai che finalmente trovo qualcuno più scarso del sottoscritto, così magari ne vinco una!

Copertina Rise

Rise il Gioco da Tavolo

C’è un gioco da tavolo che da quando è uscito ha attirato la mia attenzione: Rise, titolo gestionale per 2-4 giocatori di Remo Conzadori e Marco Pranzo, edito dalla DLP Games e portato in Italia da Cranio Creations.

Intravisto di sfuggita a Play Festival del Gioco di Modena, ho dovuto attendere fino a oggi per poterci mettere le mie zampine sopra. E poi, chi mi segue su Instagram lo sa, ho postato un paio di storie su Rise e ho ricevuto così tante richieste di informazioni che ho scelto di scrivere questo articolo.

Scatola di Rise

Rise, tutta questione di bilanciamento

In Rise i giocatori avranno a che fare con la gestione della propria città, nell’intento di farne accrescere lo sviluppo economico e sociale, cercando di mantenere allo stesso tempo un buon consenso popolare e un occhio di riguardo per l’ambiente. Nel gioco si agirà su dei tracciati concatenando tutta una serie di avanzamenti, mediante la selezione delle azioni su delle carte a disposizione a ogni round. Non mancherà la risoluzione di carte evento, che potranno essere eseguite solo da chi avrà selezionato azioni più onerose. Alla fine del dodicesimo round i giocatori verificheranno i propri punti per decretare il vincitore.

Tracciato Istruzione Rise

Tracciati e Tessere Scuola 

In fase di setup vengono posizionate dieci plance tracciato e su di ognuna gli indicatori (cubetti) del colore dei giocatori. I tracciati sono: Cultura, Scienza, Politica, Stampa, Amministrazione, Istruzione, Banca, Industria, Consenso e Ambiente. Non è indispensabile ricordarsi i nomi, ma bisogna comprendere che i tracciati hanno regole di posizionamento o di riscossione diverse fra loro.

Sempre in fase di setup, ogni giocatore riceve una Tessera Scuola che gli permetterà di eseguire un’azione bonus durante alcuni eventi. Ognuna riporta un simbolo dei tracciati e semplicemente farà avanzare il proprio segnalino di un passo nel tracciato corrispondente quando attivata. Una volta usata una tessera, questa dovrà essere girata e resa inutilizzabile fino a una sua eventuale riattivazione.

Tracciato Stampa Rise

In linea di massima, ogni passo su di un tracciato porta spesso a far avanzare il proprio segnalino su di un altro tracciato e così via. Tuttavia, ogni effetto potrà essere ignorato, lasciando al giocatore la decisione se ottenerne il beneficio, a meno che non si tratti del Malcontento e dell’Inquinamento, gli unici due simboli a sfondo rosso del gioco.

Tracciato Consenso Rise

Il bene nel male

Il Malcontento e l’Inquinamento sono presenti nei tracciati, rispettivamente, del Consenso e dell’Ambiente. Sono gli unici due tracciati in cui gli indicatori dei giocatori possono muoversi anche indietro, influendo sulle condizioni del gioco. Questi due fattori vengono direttamente influenzati, oltre che in minima parte dai tracciati Scienza e Politica, dai tracciati Banca e Industria. In pratica, se vuoi più soldi durante la fase di rendita, devi aumentare i tassi e quindi creare malcontento. Stessa cosa, se vuoi diminuire i costi di acquisto delle carte azione, devi creare industrie e quindi inquinamento.

Tracciato ambiente Rise

Senza entrare troppo nello specifico, il malcontento a fine partita darà un punteggio negativo, oltre che un tasso sconveniente di cambio punti per soldi durante la partita, mentre invece l’Inquinamento darà delle limitazioni durante il gioco come il non poter usare le Tessere Scuola o la crescita del malcontento. Sai com’è, belle le industrie, danno lavoro, ma non è che a tutti piaccia vivere all’Ilva…

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Fasi di Rise

Una partita a Rise è composta da dodici round suddivisi in 5 fasi:

  • Rendita
  • Generazione della vetrina
  • Selezione azioni
  • Risoluzione eventi e azioni
  • Effetti fine round e limite monete

Senza dilungarsi troppo, la rendita dipenderà dal posizionamento dei giocatori sul tracciato Industria. Un giocatore si occuperà di rifornire la vetrinetta di nuove carte. Poi, seguendo l’ordine di turno, i giocatori sceglieranno una carta azione e vi porranno sotto il proprio segnalino, pagando eventualmente il costo riportato sopra la carta sulla plancetta vetrina. Il segnalino andrà posto sotto la carta, sulla destra, lasciando lo spazio ad altri giocatori che eventualmente si posizioneranno immediatamente alla sua sinistra.

Vetrina Carte Rise

Siccome in fase di risoluzione l’ordine di esecuzione delle azioni avverrà da sinistra a destra, il giocatore che verrà affiancato durante la fase di selezione azioni, otterrà la possibilità di utilizzare una delle proprie tessere scuola. Dopo aver eseguito le azioni si controllerà che il numero di monete non ecceda il limite possibile e si verificherà a chi assegnare un punto per il giocatore con maggior consenso. 

Carte Azione Rise

Le azioni

Il gioco, come dicevo, ha una durata di dodici round, scanditi dalle carte azione ed evento, che esauriranno al termine del gioco. In fase di setup si elimineranno 6 carte azione per ognuna delle tre ere e 8 dal mazzo degli eventi. Puntualizzo questa cosa per fare notare come ogni partita potrebbe rivelarsi diversa dall’altra già solo con le carte, se poi ci aggiungiamo che le plance dei tracciati possono essere disposte a proprio piacimento, sul lato A o lato B, si intuisce la grande variabilità di Rise. A ogni round 4 carte azione andranno piazzate nella plancetta vetrina alternate da un totale di 3 carte evento.

Un po’ leggerine queste carte

Ogni carta azione è suddivisa in due parti: la parte superiore con un’azione basica, mentre la parte inferiore con un’azione potenziata che richiede sempre un pagamento ulteriore per essere eseguita. I giocatori che avranno posto il proprio segnalino più a sinistra degli altri, risolveranno le azioni per primi. I giocatori che avranno selezionato un’azione alla destra di una o più carte evento, ne potranno usufruire i benefici. Le azioni sulla carte saranno perlopiù avanzamenti sui diversi tracciati, attivazione di Tessera Scuola o riposizionamento delle stessa sul lato Attivo.

Tracciato Scienza Rise

Rise bene chi Rise ultimo

Rise è un gioco da tavolo lineare e facile da intavolare anche con giocatori non esperti. Offre un’esperienza piacevole al tavolo grazie a un buon ritmo e una notevole variabilità. Negli ultimi round rallenta, ma resta ugualmente vivo e senza downtime. Bella l’idea di eseguire le azioni da sinistra verso destra e dare allo stesso tempo la possibilità ai giocatori affiancati di eseguire un’azione extra attraverso le Tessere Scuola, quasi a offrire un risarcimento. 

Anche in due giocatori offre una buona esperienza, modificando solo in parte le regole sul piazzamento, per sopperire alla mancanza di altri giocatori. Posizionare il proprio segnalino su qualsiasi carta azione alla sinistra dell’altro segnalino, quindi non solo sulla stessa carta, darà la possibilità all’avversario di fare un’attivazione di una sua Tessera Scuola. 

Tracciato Industria Rise

Anche meno

Rise sul finale gratifica i giocatori più abili, accompagnandoli negli ultimi round al completamento di alcuni tracciati. Forse però la durata eccessiva, nonostante i round siano relativamente snelli, portano la partita un po’ troppo per le lunghe. Dodici round sono tanti.

Tracciato Amministrazione Rise

Qualche dubbio resta anche sul tracciato Amministrazione che permette di ritirare il proprio bonus in qualsiasi momento della partita. Si comprende l’esigenza di avere un’azione del genere, per trovare il modo di riattivare le Tessere Scuola ed eventualmente risolvere la situazione in caso il gioco si dovesse inceppare, ma alla fine dei conti porta il gioco a perdere un po’ di quella eleganza che invece si percepisce nel resto del gioco. Ovviamente queste sono solo mie considerazioni dettate da pochissime partite, potrei benissimo sbagliare.

Copertina Rise

Rise è un eccellente gioco da tavolo: la limitata interazione tra i giocatori favorisce la programmazione senza appesantire il flusso di gioco, mantenendo un ritmo piacevolmente vivace.

Come sempre, ringrazio le mie finanze che mi hanno permesso di acquistare questo gioco e condividere con voi le mie impressioni.

Immagine di copertina di The Eternaut

The Eternaut – il gioco da tavolo

The Eternaut è il nuovissimo gioco da tavolo, a opera di Mauro Chiabotto per Pendragon Game Studio, che a breve verrà lanciato su Kickstarter. Un gioco collaborativo davvero particolarissimo, una specie di Survival Escape Room a scenari, dinamico e vario quanto un librogame. Ve lo avevo appena accennato col nome di “Progetto E” nell’articolo dedicato a Play Festival del Gioco, dove ho avuto modo di provarlo in anteprima insieme ad altri addetti ai lavori. 

The Eternaut, ma di cosa si tratta?

The Eternaut, conosciuto con il nome di “El Eternauta” in argentina, è un fumetto post-apocalittico del 1957 scritto da Héctor Germán Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López. La trama è incentrata su di un gruppo di persone, sconosciute fra loro, che si ritrova a dover unire i propri sforzi nella lotta contro un’invasione aliena in una Buenos Aires ricoperta dalla neve. Usando un dispositivo chiamato “La Mano”, Juan, il protagonista, viaggia nel tempo e nello spazio per combattere gli invasori e cambiare il destino dell’umanità. Una storia avvincente della lotta per la sopravvivenza in un mondo post-apocalittico dominato dagli alieni.

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Il gioco su più piani

Dopo The Thing e Fuga da New York, Pendragon torna con un nuovo gioco basato su un’altra IP famosa, affidandolo alle sapienti mani di uno degli autori più talentuosi della propria scuderia. Ho scritto “IP famosa”, anche se in pochi saranno concordi, perché sto guardando un po’ oltre il presente; è da poco stata annunciata la serie The Eternaut su Netflix, con un adattamento televisivo tratto dal fumetto previsto per fine anno. Si tratta di una sorta di mix tra The Walking Dead e The Last of Us, ma con una componente aliena.

Spoiler free

È possibile parlare di un gioco come The Eternaut senza rivelare spoiler sulla serie o sul fumetto? Assolutamente sì, poiché i dieci scenari presenti nel gioco introducono nuovi elementi a una storia coinvolgente che si sviluppa parallelamente alla trama originale. La parte più divertente, inoltre, è la combinazione delle azioni tra oggetti e situazioni che guideranno l’avventura verso diverse possibilità. Ora vediamo più da vicino il sistema di gioco. 

Come si gioca 

The Eternaut è un gioco da tavolo collaborativo in cui i giocatori gestiranno liberamente i quattro personaggi, senza essere assegnati singolarmente a uno specifico giocatore. Ogni personaggio ha le proprie caratteristiche e dispone di una scheda con tutte le informazioni, nonché di slot per ospitare oggetti e carte azione, che costituiscono il motore di gioco. Le carte sono fondamentali per l’intero svolgimento del gioco, compreso il setup, in quanto consentono di aprire gradualmente la mappa di gioco attraverso le azioni dei giocatori. All’inizio di uno scenario, vengono fornite alcune informazioni essenziali e un paio di obiettivi su cui concentrare gli sforzi, lasciando ai giocatori tutta la fase di esplorazione, come se si trattasse di una vera Escape Room.

Copertina del gioco che potrebbe subire modifiche

La condizione principale del gioco è data dal fatto che a ogni personaggio, token e carta è assegnato un numero composto da tre cifre. Ogni elemento sulla mappa potrà interagire con gli altri elementi, creando un numero che sarà composto dai due gruppi di cifre. Questo numero ci porterà a un paragrafo specifico che descriverà l’esito dell’azione. Ad esempio, se l’oggetto ascia ha il numero 345 e la finestra sul lato nord ha il numero 178, la combinazione porterà al paragrafo 178345 (le tre cifre di valore minore vanno sempre per prime), che potrebbe descrivere ad esempio un’ascia che distrugge i vetri di una finestra.

Ogni giocatore avrà in mano tre carte e, al proprio turno, deciderà di giocarne una, assegnandola a uno dei personaggi, eseguendo l’azione e riportando la propria mano a tre carte. Ogni personaggio può contenere al massimo quattro carte. Nel momento in cui uno dei personaggi raggiunge il numero massimo di carte, il round termina immediatamente. Al termine del round viene rivelata una carta minaccia, che, come si può intuire, non è mai una cosa positiva. In sostanza, si tratta di una corsa contro il tempo per cercare di raggiungere i checkpoint ed evitare brutte sorprese.

Le azioni di gioco 

Le carte a disposizione dei giocatori saranno suddivise nelle seguenti azioni:

  • Moving On
  • Rummage
  • Coordination
  • Take Action 
  • Take a Break 

Con Moving On (che nella foto trovate come Fast Use per un refuso), si potrà muovere un personaggio di tre spazi sulla mappa o, in alternativa, di sei spazi ma appesantendo uno dei personaggi con una carta fatica. Grazie a Rummage, un personaggio potrà interagire con un elemento sulla mappa o scambiare oggetti con un altro personaggio entro tre spazi di distanza. Coordination permetterà ai personaggi di comunicare tra loro e far ripetere un’azione a un personaggio precedentemente eseguita nel round. Take Action verrà eseguita per usare un oggetto o cambiare le carte in mano. Infine, l’azione Take a Break sarà utilizzata per craftare oggetti o eliminare una carta fatica da un personaggio.

Ehi Mauro, ma le miniature come saranno? Così!

Conclusioni

The Eternaut il gioco da tavolo è stata la vera sorpresa di Modena e non ne abbiamo nemmeno potuto parlare! Partendo dal presupposto che non ero particolarmente entusiasta dei giochi collaborativi, qui mi sono dovuto ricredere. Tutta la parte di discussione su come muoversi e l’insicurezza su cosa esplorare e cosa no, ci ha tenuti con il fiato sospeso come se fossimo davvero noi all’interno del gioco. Ogni paragrafo della storia porta a un bivio che può risultare ininfluente o determinante per il successo dello scenario. Bisogna utilizzare il cervello perché le decisioni avventate portano quasi sempre a un esito negativo. L’ho trovato molto coinvolgente e divertente, senza dispersione. Si spiega in dieci minuti e si può iniziare a giocare. 

Immagine presa da internet sulla nuova serie dedicata a The Eternaut

Ovviamente, avendo provato soltanto una demo e non avendo avuto modo di approfondire, non mi spingo oltre a queste semplici impressioni. Voglio assolutamente rigiocarlo!