Vista davanti della scatola di Terraforming Mars Ares Expedition

Terraforming Mars Ares Expedition, ecco la soluzione!

Questo articolo parla di un gioco, Terraforming Mars Ares Expedition, ma non solo. Questo articolo parla anche di uno dei sette peccati capitali: l’invidia.

Frontale della scatola di Terraforming Mars Ares Expedition

Sarò onesto, posso tranquillamente dire che da quando questa passione per i giochi da tavolo è diventata preponderante nella mia vita, lo ha fatto dipendendo in gran parte dai gruppi di Facebook. Post su post di persone che giocano tutte allo stesso gioco mi hanno sempre condizionato, facendo nascere quello che in gergo viene chiamato hype. Non parlo solo di post di Content Creator e Influencer vari, ma di chiunque! So benissimo che è normale, capita alla stragrande maggioranza delle persone che bazzicano sui social: vedi molte foto, post e articoli su un gioco e automaticamente ti viene voglia di provarlo o, addirittura, possederlo. Se si è giocatori agli inizi e si ha poca esperienza poi, è quasi una regola. Si è attratti praticamente da tutto e questa è anche la ragione per cui spesso le librerie nel giro di poco tempo “esplodono” in una moltitudine di scatole colorate. La maggior parte di noi ci è passato. Tanti non ne riescono a venire fuori nemmeno dopo anni. Ogni autoriferimento è puramente voluto! 

Plancia giocatore in gioco

La regola del dieci

Appena ci appassioniamo a questo mondo qualsiasi gioco diventa ai nostri occhi una novità fighissima d’avere a tutti i costi. La classifica di BGG diventa il metro di paragone per la costruzione del nostro io giocatore e al tavolo c’è il rischio di confondere il piacere della compagnia con il piacere di giocare a un determinato titolo, con la conseguente delusione postuma quando ci accorgiamo che il gioco non era proprio bello come pensavamo fosse. Poi però, crescendo, ludicamente parlando, i gusti tendono ad affinarsi. Si scopre che certe meccaniche iniziano a essere meno interessanti di altre e che certe dinamiche che si creano al tavolo tendono a piacere meno. Si inizia a fare maggiore selezione, il che non necessariamente significa che si smette di fare errori di valutazione e di continuare a comprare i giochi alla ca…so. 

La cosa migliore è affidarsi alla regola del dieci, ovvero, contare fino a dieci prima di spendere soldi. Un numero per giorno da quando si ha “l’istinto omicida” di correre al negozio o di strisciare la carta online. Dieci giorni per capire se nel frattempo la scimmia è passata o se proprio non se ne può fare a meno. Con Terraforming Mars Ares Expedition sono arrivato a due… Beh dai sto migliorando!

Vista davanti della scatola di Terraforming Mars Ares Expedition

L’invidia è una brutta bestia

Più che hype ho sempre provato invidia per tutti i post entusiastici su Terraforming Mars. Gente che lo gioca due o tre volte a settimana, senza mai stancarsi, portando avanti con dedizione la propria passione e ostentando orgogliosamente tutto il proprio amore per quel gioco. Bello. Io però mi sento tagliato fuori. A me Terraforming Mars non è piaciuto granché! Ci ho provato, forse non benissimo all’inizio, giocando la mia prima partita in cinque giocatori in una maratona durata quasi quattro ore, ma anche in quelle successive  più snelle. Insomma, non è mai scoccata la scintilla. 

Panoramica di fine partita

Può capitare che un gioco che a tutti piace a te non colpisca particolarmente, non dico faccia schifo, ma comunque non emozioni così tanto da volerlo intavolare più volte. In questo specifico caso, per quello che mi riguarda, dipende dal draft di carte, che non è proprio fra le mie meccaniche preferite. Pace, ci ho messo una pietra sopra e ho guardato avanti, ignorando tutte le badilate di espansioni che sono uscite negli ultimi anni. Bypassando automaticamente tutti i post di Facebook inerenti quel gioco e non sentendo alcuna attrazione! No, non è vero, una certa attrazione è rimasta perché qualcosa in quel gioco mi piaceva…

Peccato.

Immagine della scatola di Terraforming Mars Ares Expedition

Apri gli occhi, sono il signor Fryxelius

Non l’ho notato subito, ma un giorno ho aperto gli occhi e ho visto Terraforming Mars Ares Expedition. Ho capito che non era un’espansione e ho iniziato a prendere informazioni. Con diffidenza, lo ammetto, ma poi man mano sempre con maggiore attenzione. Poi una sera ho avuto la grande occasione e mi sono trovato catapultato in un mondo fantascientifico che conoscevo, ma che non avevo mai apprezzato come in quel momento. Carte che entravano in combo fra loro, proprio come nel gioco che già conoscevo, ma senza tutta quella parte del draft che mai avevo digerito. Corporazioni che offrivano una variabilità al gioco appagante e stimolante per un’alta rigiocabilità. Un senso di crescita continuo e incessante. Ma soprattutto, cosa per me quasi determinante, nemmeno una carta con quel maledetto cane maltese! In pratica il vecchio gioco confezionato con una meccanica “nuova” di selezione azioni!

Carte Progetto Blu, Rosse e Verdi

Come si gioca 

Una partita a Terraforming Mars Ares Expedition si articola in un numero variabile di round dove ogni giocatore compie le proprie azioni in contemporanea. Un round di gioco è suddiviso in tre step:

  • Pianificazione
  • Risoluzione Fasi
  • Step Finale

Durante lo Step Pianificazione i giocatori dovranno scegliere una delle 5 carte fase a disposizione (uguali per tutti), rivelandola in contemporanea. Le Fasi scelte saranno quelle che effettivamente verranno risolte durante lo Step Risoluzione delle Fasi, mentre le altre non scelte da nessuno saranno saltate in quel round. Eventuali carte uguali si risolveranno comunque una volta sola e la Carta Fase appena giocata da ognuno resterà sul tavolo, non potendo essere scelta da quello stesso giocatore nel round successivo.  La scelta della Carta Fase sarà importante in quanto permetterà al giocatore di poter eseguire, oltre l’azione normale, anche quella bonus corrispondente. Nello Step Finale semplicemente si scarteranno eventuali eccessi di carte e si ripristinerà il gioco per un nuovo round. 

Carte Fase

Ci vuole ordine

Le cinque fasi saranno risolte seguendo questo ordine:

  • 1 Fase Sviluppo
  • 2 Fase Costruzione
  • 3 Fase Azione
  • 4 Fase Produzione
  • 5 Fase Ricerca

In breve, la Fase sviluppo permetterà sostanzialmente di giocare una Carta Progetto Verde, mentre quella di Costruzione di giocare Carte Progetto Rosse o Blu. Ovviamente le differenze tra Carte Verdi, Rosse e Blu sarà negli effetti delle carte, cosa che qui non approfondisco, ma che potete intuire essere molto importante ai fini del gioco. La Fase Azione permetterà di attivare dei poteri delle carte precedentemente giocate e in più attivare delle Azioni Standard (Le vediamo fra poco). La Fase Produzione sarà quella che permetterà di bombarci di risorse e Mega Crediti (moneta di gioco), sfruttando i potenziamenti dati dalle Carte Progetto costruite. Carte che man mano finiranno e che quindi dovremo rimpinguare tramite la Fase Ricerca, che ci farà pescare carte dal mazzo. 

Situazione di fine partita

Portare la vita porta la vittoria

Ma come si vince? Prendendo punti ad ogni innalzamento di temperatura e livello di ossigeno per la terraformazione di Marte. Le Azioni Standard offriranno l’occasione ai giocatori di convertire le Risorse Pianta in Foreste, quindi incrementando Ossigeno, e le Risorse Calore agendo direttamente sulla Temperatura del pianeta. Anche la scoperta delle tessere oceano, nove in tutto, daranno punti preziosi, oltre a delle risorse casuali nascoste sotto di esse. Eventualmente anche i Mega Crediti potranno essere convertiti per terraformare Marte e quindi fare punti. Una volta scoperti tutti i mari e raggiunti i valori massimi di ossigeno e temperatura, si innescherà il fine partita terminando immediatamente la parità con la fase in corso. Non il round, la fase. 

Fazione di gioco

Nuovo, vecchio, cosa importa?

Scegliere la Fase Azione giusta al momento giusto, possibilmente non avvantaggiando gli altri, ma allo stesso tempo studiando il gioco dei propri avversari e sfruttando le situazioni: Il gioco è questo. Ovviamente non sempre andrà bene e si correrà il rischio di fare interi round con una sola Fase rivelata. Bisognerà capire se e quando rischiare di non fare un’azione per poterne fare anche un’altra. In pratica la botte piena e la moglie ubriaca.

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Mettiamo subito in chiaro una cosa: la selezione Fasi in Terraforming Mars Ares Expedition è la stessa già vista in Puerto Rico, Race For the Galaxy, San Juan, New Frontiers e chissà cos’altro. Piace, funziona e calza a pennello anche in questo gioco, quindi perché no? Pecca forse un po’ di originalità, ma tutto funziona dannatamente bene e, sfruttando la simultaneità della risoluzione delle fasi, si snellisce il gioco riducendo i tempi. Resta il rischio di paralisi d’analisi, ma sicuramente più contenuto rispetto il predecessore. Confrontando proprio con il fratello maggiore, ergonomicamente si è fatto passi da gigante, con delle plance giocatore dual layer dove è praticamente impossibile perdere traccia delle proprie risorse. Materiali davvero ottimi e scatola ben organizzata come ogni gioco di qualità dovrebbe essere. Davvero, un ottimo lavoro!

mappa in gioco di Terraforming Mars Ares Expedition

Un gioco più accessibile a tutti

Anche in Terraforming Mars Ares Expedition, ovviamente, il giocatore esperto avrà sempre quel passo in più rispetto agli avversari. Conoscere le carte e sapere su cosa puntare in base alla propria corporazione e alla propria mano iniziale sarà un bel vantaggio, tuttavia il gioco sarà più incerto proprio per via del sistema di selezione Fasi, scombinando i piani dei più fini calcolatori. Questo può essere un fattore determinante per capire se questo gioco possa fare o meno per voi. Terraforming Mars Ares Expedition viene presentato come il gioco di carte snello e veloce di Terraforming Mars, ma non riesce a centrare completamente l’obiettivo. Il risparmio di tempo c’è, ma è poca cosa, non giustificando completamente il passaggio da uno all’altro gioco solo per questo motivo. Se amate Terraforming Mars non ha senso, a mio avviso, passare ad Ares Expedition. Io non faccio testo, (vado al contrario spesso) sono molto soddisfatto di aver fatto questa scelta. Ora posso giocare liberamente a Terraforming Mars sfruttando un setting che mi piace, con una meccanica di gioco che apprezzo molto di più. Partite un filino più light ed estemporanee che non richiedono troppa dedizione. Ho poca esperienza con il gioco, quindi non posso fare un’analisi approfondita, ma fino ad ora al tavolo ha dato molta soddisfazione a tutti, sia in quattro che in due giocatori (in tre ancora mi manca). Se proprio vogliamo fare le pulci, ho trovato una carta con un errore sul testo. Una ripetizione più che altro, che ci può stare, su una quantità così smodata di carte! 

Una Carta con errore nel testo

In conclusione

In conclusione Terraforming Mars Ares Expedition è un gioco più accessibile, anche se di poco, del precedente titolo. Finalmente ben curato sul comparto grafico e con una componentistica di altissimo livello e ben organizzata. Un sistema di gioco di conclamato successo, divertente e facile da approcciare. Difficilmente farà breccia nei cuori di chi già ama il brand, e già immagino verrà ribattezzato come la versione per dummies, ma è proprio quello che cercavo e sono contento di averlo in collezione.

Finalmente anch’io ora posso terraformare Marte e non sentirmi più invidioso! 

libreria vista frontale

Meglio in verticale o in orizzontale?

Gli esseri umani sono delle creature davvero curiose, vivono nell’incertezza e si pongono continue domande su qualsiasi cosa. Domande esistenziali e profonde, ma anche domande banali delle quali conoscono già le risposte e che tuttavia, a causa della loro insicurezza, li porta ugualmente a cercare conferme. Gli esseri umani che vivono nei post di Facebook sono ancora più curiosi, loro hanno già tutte le risposte e non ammettono la diversità di pensiero. Bene che va ti lasciano una bella emoticon che ride per ricordarti quanto tu non sappia nulla, mentre loro, onniscienti e perfetti, non temono il giudizio degli altri. Non temono nulla e nessuno. Però, nonostante questo, nei loro cuori abitano gli stessi dubbi di noi gente comune e finisco sempre per incappare negli stessi nostri dilemmi: Chi siamo? Dove andiamo? Ma i giochi in libreria vanno messi in verticale o in orizzontale?

La mia libreria con i giochi messi a caso e senza alcuna logica

La risposta è dentro di te, ma è sbagliata!

Non guardate me, io sono su Facebook soltanto per spirito di osservazione, altrimenti come potrei raccogliere tanto materiale per i miei scritti? Domande ricorrenti attanagliano nuovi e vecchi utenti, ciclicamente, come se la funzione cerca non fosse mai stata implementata su questo social network. Facebook non è il social per vecchi, come spesso capita di leggere da qualche parte, Facebook è il social per lobotomizzati. Il dilemma sul come riporre i giochi in libreria è uno dei più frequenti, che spesso ben si accompagna ad altri come quello del riciclo delle bustine di silica gel contro l’umidità. Ci potrei scrivere un altro articolo sulla mania delle persone di riciclare cose totalmente inutili…

Spoiler: quelle bustine si esauriscono in breve tempo e diventano perfettamente inutili. Una volta aperta la confezione potete buttarle. Anzi, fate attenzione perché sono nocive per i vostri animali! Comunque se volete approfondire leggete qui.

Giochi impilati per bene
Se proprio li devi impilare, fallo per bene!

La basi

Adesso, giuro, non voglio assolutamente farvi desistere dalla vostra intenzione di riporre i giochi in libreria come meglio credete, vorrei però che teneste conto di alcune ovvietà. Tralasciando la questione estetica, sulla quale ognuno ha diritto di esprimersi, ci sono altri fattori per il quale ritengo che il modo corretto per riporre i propri giochi in libreria sia in verticale. Partiamo dalle basi. Le basi di una torre devono essere strutturalmente robuste perché devono sostenere il peso di un’intera struttura. Non è solo una questione di avere la giusta dimensione della scatola, perché spesso capita che questa sia sovradimensionata e povera di materiali al proprio interno, quindi non abbastanza rigida. L’effetto più comune, in questi casi, è la deformazione della stessa dovuta all’eccessivo carico o, peggio ancora, la rottura dei bordi.

Scatola gioco rovinata
la mia copia usata di Kanban presa da chi adora impilare i giochi. Immagine non adatta ai deboli di cuore.

Un mondo all’incontrario

Non posso darlo come dato assoluto, perché io stesso a Varese ne ho visto uno e non mi capacito ancora del come fosse possibile, ma novantanove su cento, quando entrate in un negozio di giochi da tavolo, i giochi li vedete esposti in verticale. Non è solo una questione estetica, lo ripeto, di cura del materiale ovviamente sì, come appena spiegato, ma anche di praticità. Chiunque può decidere di estrarre dalla libreria (o espositore in negozio) il gioco che gli interessa, senza dover prima movimentare tutti gli altri. In caso di posizionamento in orizzontale sarebbe invece obbligatorio avere un piano dove appoggiare i titoli in alto, creando una torre momentanea. Sperando di avere doti da equilibrista migliori del sottoscritto! Non oso immaginare poi doverlo fare senza appoggiare le scatole, mantenendo con una mano delle copie, mentre con l’altra prendere quello che serve. Troppo sbatti solo per guardare la copertina o leggere tre righe sul retro della scatola. Piuttosto la lascio lì.

Libri messi in orizzontale
Volevo rileggere Il Dominio della Regina, ma ho cambiato idea. Ma quando esce il libro nuovo di Martin?!

Ziplock is the way 

Ok, so già cosa risponderanno in molti: l’esempio del negozio non fa testo perché i giochi sono ancora da defustellare e non c’è rischio che l’interno venga sballottato. Vero, ma sono davvero pochissimi i giochi in cui realmente esiste un disagio nel ribaltare in verticale una scatola. Tralascio tutta la parte del fai da te, con inserti più o meno professionali, per riporre ordinatamente i giochi in verticale senza alcun pericolo. Giustamente non tutti sono disposti a spendere soldi ulteriori per un gioco. Io sono uno di quelli, ma esiste una soluzione di basso costo che permette di mantenere un certo ordine all’interno della scatola: Ziplock! Le famose bustine trasparenti che trovate sia nei negozi fisici che online, a un prezzo decisamente basso, e che vi permette di non correre il rischio di trovare la componentistica sparpagliata per la scatola. Oltretutto, così per dire, se decideste di portare un gioco a casa di un amico (ammettendo di trovare sacchetti comodi per il trasporto in orizzontale, o di utilizzare borse apposite), difficilmente senza Ziplock i componenti resterebbero belli in ordine nella scatola…

Bustine trasparenti anche dette ziplock
L’ultimo ritrovato della scienza per permettere di mantenere ordine dentro le scatole!

È un falso problema, lo sapete anche voi.

Ok, quindi il metodo migliore è metterli in verticale?

Ecco, vorrei dire di sì, ma poi sembrerei come quelli su facebook che mettono la faccina che ride e che hanno ragione solo loro. No, il metodo migliore dovete capirlo voi, in base agli spazi, alle vostre esigenze e ai vostri gusti. Spero però che questo articolo vi abbia fatto capire che è meglio non accatastare troppe copie l’una sopra l’altra, soprattutto se poi avete intenzione di rivendere i giochi! Esistono librerie apposite per chi ama mettere i giochi in orizzontale, costano una fracassata, ma hanno molti ripiani separati e non sembrano male nemmeno esteticamente.  Ah, e come dicevo all’inizio, buttate le silica gel esauste. Piuttosto fate attenzione che le scatole abbiano spazio “per respirare” e non siano direttamente a contatto col muro. Valutate se è il caso di comprare un deumidificatore portatile ricaricabile per ovviare alla troppa umidità.

Immagine presa dal web
Immagine presa dal sito storemyboardgames.com soluzione molto figa ma abbastanza onerosa…

Io continuo a pensare che il modo corretto per riporre i giochi in libreria sia uno solo, ma al di là di tutto, l’importante è non lasciare che la polvere prenda il sopravvento. Quindi, più che accumulare (a meno che non siate collezionisti), giocate spesso e vendete quello che non usate più.

La domanda giusta da porsi è: ma questo gioco da quanto non lo gioco?

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Artwork Similo Harry Potter

Pillole di… Similo Harry Potter

Sono una persona semplice, vedo una live di Ghenos Games dove parlano delle ultime uscite, tra cui Similo Harry Potter, e il giorno dopo corro in negozio a spendere soldi!

Copertina del gioco Similo Harry Potter

Regolamento in breve

Qui non faccio nemmeno troppa fatica a condensare il regolamento, perché è contenuto davvero in poche righe!

I giocatori sceglieranno un suggeritore mentre gli altri saranno gli interpreti. Il suggeritore sceglierà casualmente una carta dal mazzo, senza mostrarla agli interpreti, per poi aggiungerla ad altre undici carte e mescolando il tutto. Dopo aver disposto le carte scoperte in una griglia da quattro colonne per tre righe, il suggeritore pescherà cinque carte dal mazzo di carte avanzate. Queste cinque carte saranno l’unico mezzo con cui il giocatore potrà fare indovinare ai propri compagni il personaggio segreto. Il suggeritore, infatti, non potrà in alcun modo comunicare con gli interpreti a parole, gesti, sguardi, mugugni (sì insomma ci siamo capiti), ma solo e unicamente giocando una carta a ogni turno.

Esempio di gioco durante una partita a Similo
Peter Minus non è simile al personaggio da indovinare. Sarà giovane? Sarà un personaggio buono? Non Avrà i capelli rossi? Sarà una donna?

Il modo in cui il suggeritore giocherà la carta sarà un indizio fondamentale: se la carta sarà piazzata in verticale significherà che il personaggio appena giocato sarà simile a quello da indovinare, se invece la carta sarà piazzata in orizzontale significherà che i due non saranno simili.

Carta riepilogo delle altre edizioni di Similo
È anche possibile utilizzare due mazzi diversi di Similo in una partita. Indizi di un mazzo e i dodici personaggi dell’altro

Semplice no?

Ogni partita si svolge in 5 round e per vincere i giocatori dovranno man mano eliminare tutte le carte tranne quella scelta a inizio partita dal narratore. Apparentemente semplice, se non fosse che a ogni round il rischio di sbagliare aumenterà! Infatti, nel primo round gli interpreti dovranno eliminare una sola carta delle dodici, ma già nel secondo le carte da rimuovere saranno due, nel terzo tre e nel quarto quattro!

Il contenuto della scatola di Similo Harry Potter
Cosa contiene la scatola

A ogni round il narratore, dopo aver giocato l’indizio, pescherà una nuova carta tornando così ad averne in mano cinque. Nel quinto e ultimo round i giocatori si troveranno a dover scegliere quale carta eliminare fra le due rimaste e il rischio di sbagliare sarà davvero alto.

Momento di Gioco a Similo Harry Potter
Arrivati a questo punto è un attimo sbagliare…

Conclusioni

Similo è un gateway (così si definiscono quei titoli adatti a introdurre un neofita al mondo del gioco) perfetto per quando si ha poco tempo e tanta voglia di divertirsi. La scelta di utilizzare un brand così forte come quello di Harry Potter permette di raggiungere una nuova fetta di potenziali giocatori e avvicinarli al mondo del gioco da tavolo. In più funziona anche con chi, come il sottoscritto, ha già una discreta conoscenza del panorama ludico, ma è attratto da tutto quello che riguarda il maghetto creato dalla Rowling. Non a caso, pur possedendo altre copie e non sentendo particolarmente l’esigenza di aggiungerne di nuove, sono corso immediatamente a comprarlo!

Il dorso della carta Similo

I punti di forza di Similo sono la semplicità del regolamento, la bellezza delle illustrazioni, la breve durata di una partita e soprattutto, da non sottovalutare, il costo contenuto.

“La felicità può essere trovata, anche nei tempi più bui, se ci si ricorda solo di accendere la luce”

Albus Silente in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Artwork Similo Harry Potter

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Copia Fittizia della Guida Content Creator

Guida paracula per Content Creator pigri ma di successo

Nuvoletta disclaimer guida Content Creator

La divulgazione ludica italiana negli ultimi anni si sta arricchendo di nuovi Content Creator. Persone abili e volenterose che in breve tempo stanno guadagnando sempre più consenso. Realtà capaci di emergere dalla massa con proposte fresche di qualità e fuori dall’ordinario. Solo pochi, tuttavia, riescono a mantenersi stabili e a non perdersi lungo il cammino. Ogni giorno infatti nascono canali con tutti i migliori propositi, ma che nonostante le buone premesse e un inizio brillante, cadono presto nel dimenticatoio. Per emergere bisogna creare molti contenuti, tempestare i propri follower con idee valide e coinvolgenti. Bisogna essere attivi e spingere. Insomma: bisogna darsi da fare! Mica te lo dicono quando decidi di aprire un blog che poi ci devi star dietro! Oggi però con questa guida sono qui per tracciare una nuova strada, altrettanto valida, a tratti anche migliore, il cui segreto si racchiude in una sola, semplice, incontrovertibile parola: paraculi.

Bisogna essere paraculi e nel panorama della divulgazione ludica, modestamente, io sono il re dei paraculi

Copia Fittizia della Guida

Guida Paracula per Content Creator Ludici Pigri ma di Successo

Vi è mai capitato di leggere un articolo, guardare un video o ascoltare un podcast e pensare “ehi, ma questo lo potrei fare anch’io!“? Bene, sappiate che non siete i soli. Ogni giorno nascono decine di nuovi Content Creator che inesorabilmente, purtroppo, durano meno di un piatto di lasagne sulla mia tavola. Presi dall’entusiasmo i novelli Influencer iniziano a creare contenuti su contenuti in tempi brevissimi, intasando i gruppi Facebook con un effetto sovraesposizione, che tende ad allontanare i curiosi. Anzi, spesso più si è attivi e più si attirano antipatie! È risaputo poi che gli ultimi arrivati più sono bravi e più stanno sulle palle.

Le Basi

Mettiamo subito in chiaro le cose, questa guida serve a farvi ottenere il massimo con il minimo sforzo. Non basta essere bravi, bisogna ottimizzare il “lavoro” ed evitare di fare anche solo mezzo passetto in più del dovuto. Per prima cosa ci vuole un nome adatto. Non usate nomi troppo lunghi, sceglietene uno semplice e facile da ricordare. Evitate accostamenti pericolosi tipo “Il Meeple con le Mutande“, “The Brown Player” oppure “il Sommelier Ludico“, altrimenti sarete costretti a mantenere le premesse. Vi voglio vedere fare una live in mutande a gennaio! Per esempio, io se dovessi partire da zero punterei su “Il Puzzillo del Ticino” che suona bene e offre possibili sbocchi a sagre e feste di paese (anche internazionali). A fine articolo vi darò qualche strumento per aiutarvi a dare un nome al vostro sogno.

Logo di La Carica dei Meeple
Logo de La Carica dei Meeple

Questione d’Immagine

La scelta del nome non è che la punta dell’iceberg su cui far schiantare il barcone. Abbiamo bisogno di un’immagine! La scelta del logo è fondamentale, ma anche qui deve andare di pari passo con il nome del canale. Deve essere rappresentativo. Chiamarlo “La Carica dei Meeple” o “La Scarica dei Meeple” fa parecchia differenza!

Quando parlo di immagine però non intendo solo il logo, intendo anche voi in prima persona. Apparire nei vostri articoli è molto importante, apre un collegamento fra voi e il lettore lasciandolo entrare nella vostra quotidianità.

Logo di La Scarica di Meeple
Logo de La Scarica dei Meeple

Se madre natura è stata clemente con voi non abbiate paura di sfoggiare il vostro miglior sorriso e farvi quanti più selfie possibile con i giochi. Non è necessario conoscerli e scrivere cose intelligenti, praticamente nessuno lo fa su Instagram, l’importante è farvi una foto con una copia in mano ogni giorno e pubblicarla. Ricordate di taggare la casa editrice italiana, estera, il distributore, l’autore, la cartiera, il negozio che vi ha venduto il gioco e perché no? Anche il postino! Ricordate di aggiungere quella trentina scarsa di hashtag e di scrivere frasi tipo “bellissimo“, “uno dei giochi più interessanti che abbia mai provato“, “presto il tutorial“, “grazie a [editore] per avermi mandato la copia“.

Ragazzo Intelligente famoso meme preso dal Web

Tranquilli, difficilmente una casa editrice vi sputtanerà smaschererà negando di avervi inviato la copia. Solitamente chi manda fisicamente le copie non è la stessa persona che segue i social, e quasi sempre le due persone si odiano e fra loro non parlano. Vi dirò di più, nel caso fosse una sola persona a ricoprire entrambi i ruoli, quasi sicuramente non parlerà con se stessa.

Ci vuole un fisico bestiale

Sì, ma se la bellezza non è il mio punto forte? Forse meglio assoldare un prestavolto per le foto e o annettere al progetto un’altra persona meglio dotata, così da poterne sfruttare al meglio il potenziale per arrivare al successo. Non c’è da vergognarsi, io stesso ho adottato questo metodo utilizzando un modello prestante e affascinante che faccia le mie veci in foto. Una soluzione comoda anche per evitare di andare in giro per eventi e fiere ed essere riconosciuti! Non bisogna dimenticare che spesso questo lavoro è pericoloso e la gente non apprezza le verità che scrivi. Ci vuole un fisico bestiale, ma fate attenzione al tipo di bestia che scegliete!

Fake Content Creator
Il Modello che ho scelto per le mie foto. Bello e bravo!

Concentriamoci sulla figura del Blogger 

Se il vostro sogno è diventare il nuovo Dado Critico, bisogna avere quel pizzico di conoscenza della lingua italiana che non guasta mai. Il miglior consiglio che vi posso dare, per imparare a scrivere decentemente, è quello di leggere. Leggere tanto e possibilmente bene. Magari libri. Almeno fumetti. Alla brutta vanno bene anche le etichette dei detersivi. Cosa dite? Non avete tempo per leggere? Vi capisco, io come provo a leggere due righe mi addormento… È anche il motivo per cui ho smesso di leggere sms mentre guido! Ehi, ma come siete arrivati a leggere fino a qui questo articolo?! 

Potete tuttavia, in alternativa, iniziare a scrivere utilizzando il correttore automatico, così da evitare possibili errori ortografici. Certo non risolverà tutti i problemi, il rischio di utilizzare tempi verbali a caso e parole corrette in contesti non appropriati resta, però già riuscire a infilare correttamente tre o quattro “H” di fila non sarebbe male. Comunque non preoccupatevi, sono pochi quelli che si spingono oltre i primi due minuti di lettura, quindi è in quelle poche righe che dovete prestare maggiore attenzione e magari cercare di invogliare il lettore a proseguire nella lettura.

Se poi qualcuno dovesse farvi notare un errore, non preoccupatevi, capita anche ai migliori. Piuttosto siate pronti a rendere la cosa a vostro vantaggio!

Finta chat di Messenger

Parliamo di Contenuti

La scelta del titolo in un articolo è essenziale, deve invogliare le persone a leggerlo, quindi ti consiglio di utilizzare le parole acchiappa click del nostro settore. “Recensione” funziona sempre, poco importa se poi in realtà non lo è veramente. Per variare potete utilizzare anche termini come “Anteprima” o addirittura “Super Anteprima“! Se poi avete davvero bisogno di un’iniezione di autostima e volete vedere il contatore delle visite del vostro blog girare per bene, dovete utilizzare la parola “Classifica“.

Per il contenuto potete fare come la maggior parte dei siti, anche di alto profilo, i cui redattori sono addestrati a cercare informazioni in inglese e riscriverle in italiano. Attenzione, molti fessi imbroglioni inesperti non sanno che esistono programmi in rete capaci di scovare articoli scopiazzati da altri siti, quindi sarà necessario dare quel minimo di tocco personale! Altrimenti, in alternativa, potete simulare una partita (basta anche solo guardare un gameplay dei Giullari e fare finta di essere al tavolo con Alberto e Valentina), così da avere idee e spunti per scrivere.

Come dite? Non è eticamente corretto? Vero, ma se volete avere il tempo di scrivere tante “recensioni” non potete mettervi a fare diversamente! Giocare tante partite, comprendere realmente un gioco, scrivere bene, veloci e con competenza ogni volta! Come credete che facciano quelli che buttano fuori una recensione ogni tre giorni?

La gente non legge

Ricordatevi che la gente non legge tutto tutto, troppo sbatti, quindi non preoccupatevi se le vostre parole in alcuni passaggi dovessero avere poco senso. Inutile perdere tempo a leggere e rileggere! Quelli bravi preferiscono mantenere la spontaneità e non rileggere, risparmiando tempo utile per copiare altre recensioni scrivere nuove recensioni! l’importante comunque è utilizzare alcune delle seguenti frasi preimpostate:

  • È un titolo davvero interessante.
  • Bello graficamente e con un sistema di gioco interessante e per nulla banale.
  • Offre spunti davvero interessanti grazie a un gameplay non banale.
  • Nella sua semplicità riesce a cogliere il giocatore di sprovvista, con dinamiche interessanti e situazioni al tavolo coinvolgenti.
  • Un bel titolo avvincente e piacevole, davvero molto interessante.

Interessante” è la parola perfetta per qualsiasi recensione. L’aggettivo che si sposa con qualsiasi titolo e su cui dovrete costruire tutto l’articolo. Potete usare Mai Banale (sempre in coppia come se fosse una parola unica composta, mi raccomando), Bello e Avvincente. Addirittura Sfidante, ma qui consiglio di fare prima un po’ di pratica nella stesura di articoli!

La Seo

Non esiste. Ignorate questa maledetta. Serve solo a farvi appesantire gli articoli rendendoli ridondanti, inserendo nel testo settordici volte una parola chiave come ad esempio “Guida Content Creator”. Un’inutile perdita di tempo per risolvere spunte rosse nel CMS. Davvero, fate finta che non esista, anche se continuate a scrivere “Guida Content Creator” non serve a nulla. Tanto i vostri articoli li leggeranno i soliti 4 aficionados e solo dopo che li avrete spammati su Facebook. Nessuno cercherà quella maledetta parola chiave: “Guida Content Creator” su Google e comunque, anche se fosse, verrete indicizzati in ventiseiesima pagina. Considerate che già la seconda pagina di ricerca non se la fila nessuno. Risparmiate tempo per scrivere altre recensioni o farvi foto davanti a librerie! E comunque “Guida Content Creator” non è sta gran scelta come parola chiave!

Finta chat di WhatsApp

Conclusione

Con questa prima Guida per Content Creator Pigri ma di Successo spero di aver gettato le basi per aiutare voi aspiranti blogger ad emergere. Come accennato all’inizio vi lascio un utilissimo “tool” gratuito. Lasciate nei commenti il vostro nuovo nome di battaglia!

Generatore casuale di nomi per realtà ludiche

Scegli in base al mese di nascita, all’iniziale del tuo nome e al numero finale della tuo ann0 di nascita, aggiungi articoli a piacere e trasforma all’occorrenza in base al genere.

Gennaio: DadoA: AntipaticoO: Ottuso0: In Rosenberg
Febbraio: PlayerB: BaldanzosoP: Petaloso1: Di Sta Ceppa
Marzo: NerdC: CialtroneQ: Qualunque2: Dai Vinci
Aprile: RecensoreD: DeficienteR: Re/Regina3: Di Campagna
Maggio: CubettoE: ElficoS: Stitico4: Ma Lontano
Giugno: MeepleF: FannulloneT: Taciturno5: Dalla Via
Luglio: LudicoG: GolosoU: Urticante6: In Feld
Agosto: GiocatoreH: HonestoV: Virale7: Ma Non Troppo
Settembre: PuzzilloI: ImprobabileW: Vattelapesca8: Da Essen
Ottobre: BoardGamerL: LesoZ: Zotico9: Della Corte
Novembre: GamerM: Minchione
Dicembre: TetraminoN: Nevrotico
P.S. Il mio nuovo canale lo chiamerò: Il Tetramino Antipatico ma Non Troppo!
Copertina gioco Imperial Steam

Imperial Steam, un tedescone come piace a me!

Ci sono giochi che mettono paura. Scatole imponenti con tabelloni, plance e segnalini che solo a guardarli senti il bisogno di farti il segno della croce. Regolamenti così spessi e fitti di pagine, che ti fanno pensare immediatamente al problema del disboscamento in Amazzonia. Ecco, Imperial Steam rientrava in questa categoria incarnando tutte le mie paure!

Connessioni ferroviarie

L’esperienza insegna

Io sono un giocatore abbastanza duttile, tolti i cooperativi, che non amo particolarmente, riesco a divertirmi con tutti i tipi di giochi. Prediligo i gestionali e adoro particolarmente quelli belli pesi, ma allo stesso tempo mi spaventano. Retaggio di qualche errore del passato in cui mi sono trovato in difficoltà con regolamenti ostici, pieni di eccezioni e continui salti avanti e indietro fra le pagine, finendo per annaspare nel momento della spiegazione.

Ora ho imparato due cose:

  • Evito quando possibile di spiegare giochi troppo impegnativi. Lascio fare a chi è più portato di me.
  • Evito di spiegare un gioco senza prima averlo letto e riletto per bene, magari facendoci un giro di prova in solitario.

Ma perché tutto questo preambolo? Perché con Imperial Steam mi sono trovato a infrangere entrambi questi dogmi, spiegandolo senza averlo mai giocato e dopo una sola lettura!

Tante piccole risorse al mercato

Questione di leggibilità

Imperial Steam è un gioco dal regolamento scritto in maniera eccellente, lineare e facile da spiegare. Ci sono diverse cose da tenere a mente, ma tutte con una logica che, una volta colta, aiuta a non perdersi. Ci vuole il suo tempo e bisogna entrare nel mood giusto, perché stiamo parlando comunque di 32 pagine! Il gioco è in inglese, ma su BGG al momento in cui scrivo si trova il regolamento tradotto in italiano. Dico al momento perché è stata annunciata una prossima edizione italiana a opera di Tesla Games!

Al di là dell’età consigliata, improponibile per noi italiani, la durata devo ammettere che non è affatto lontana dalla verità. Certo, fuori la spiegazione e il setup, altrimenti arriviamo tranquillamente sulle tre ore. Il setup infatti è un’altra cosa che si fa subito notare in questo gioco! L’unica soluzione è il lavoro di squadra, altrimenti, se tutto viene demandato a un’unica persona, c’è il rischio di andare troppo per le lunghe.

Ho già detto che questo è un gioco complesso e adatto a giocatori non alle prime armi? 

Tile Azione

In Imperial Steam pianificare è tutto

Complesso, ma non difficile da apprendere. Lo scopo del gioco sarà quello di creare la propria linea ferroviaria nell’arco di 8 round o meno e guadagnare più soldini degli altri avversari. Anche meno di 8 round perché la partita potrebbe finire prima, nel caso un giocatore riuscisse a collegare Vienna (città di partenza) a Trieste. Questa eventualità innesca una delle cose più interessanti del gioco. Fra poco ci torniamo.

Ogni round si sviluppa in una serie di fasi, dove la principale è quella delle azioni. Le azioni verranno svolte dai giocatori utilizzando dei segnalini a forma di mano, che verranno piazzate su delle tessere. Si partirà con solo due manine per poi aumentare gradualmente ad ogni round fino ad arrivare a cinque. La particolarità è che le azioni selezionabili non sono esclusive. Più giocatori potranno selezionare la stessa azione senza alcun problema, ma nel caso un giocatore decidesse di ripetere un’azione utilizzata in precedenza dovrà pagare una penalità sul tracciato influenza.

Tracciato influenza

L’influenza in Imperial Steam

L’influenza fin dai primi momenti di gioco si rivela essere una delle parti determinanti, strategicamente parlando. Inizialmente, prima ancora che ogni fase abbia inizio, i giocatori dovranno fare una puntata al buio. Tutti dovranno scegliere una quantità di denaro da spendere per determinare il punto di partenza sul tracciato influenza, per poi rivelarla tutti insieme e determinare così l’ordine di turno. Le puntate saranno nascoste e comporteranno mediamente un esborso considerevole ma necessario. Forse non sarà chiaro immediatamente alla prima partita, ma per non trovarsi fin da subito ad imprecare, sarà imperativo avere un livello di influenza pari ad almeno uno dei segnalini Hub city. Le Hub city sono quattro città speciali dove i giocatori potranno acquistare manodopera, ma solo se avranno raggiunto il livello di influenza richiesto.

Vagoni dei treni

Treni che passione

Nel gioco l’azione principale sarà quella dei collegamenti ferroviari, per poterlo fare i giocatori dovranno pagare risorse e spendere manodopera. In alcuni casi si dovrà utilizzare manodopera specializzata se le tratte lo richiederanno. Il costo in risorse sarà lo stesso per la costruzione di una o due tratte, ma la difficoltà sarà nella gestione dei lavoratori e dell’eventuale esborso in denaro per l’utilizzo di tratte già costruite dagli avversari. La forza lavoro tenderà a migliorare round dopo round, se non utilizzata per la costruzione di binari, ma tenderà ad affievolirsi quando verrà riassegnata per la costruzione di fabbriche. Costruire le fabbriche dà i mezzi per avviare un vero e proprio motore economico, permettendo al giocatore di sostenere le proprie spese, sfruttando la consegna di beni limitati nelle città a prezzo corrente di mercato. Pare molto complesso, ma superata l’incertezza iniziale tutto in breve diventa chiaro. Bisogna ottimizzare, possibilmente costruire sempre due tratte e consegnare una merce!

Le fabbriche

Alternativa per fare i soldi

Una diversa strada per fare soldi è affidarsi agli investitori. Ogni giocatore avrà un valore iniziale della propria società e un solo investitore, ma nel corso della partita potrà accrescere sia il valore delle proprie azioni che il numero di possibili investitori. Questo permetterà di raccogliere maggiori soldi in caso si decidesse di vendere azioni, ma portando a una penalizzazione a fine partita pari al 10% sui guadagni per ogni investitore. Bisognerà farsi per bene i propri calcoli!

Molti investitori

Gli investitori verranno a bussare alle porte della nostra società quando i giocatori opzioneranno dei contratti per Trieste. I contratti forniranno davvero tanti soldi a fine partita, se assolti correttamente, ma solo e unicamente se qualcuno sarà stato capace di collegare Trieste. In caso non si riuscisse ad assolvere ai contratti presi, i soldi dovranno essere pagati per ogni contratto non assolto. Un default finanziario dalle conseguenze tragiche. Non collegando Trieste tutti i contratti raccolti, assolti o meno, saranno invece carta straccia. Tanto tempo, risorse e ragionamenti spesi per un bel niente!

Contratto assolto

Per concludere

Difficile condensare questo gioco in poche righe. Mi ero ripromesso di non scendere troppo nel dettaglio, e credetemi non l’ho fatto, ma ugualmente ho scritto più di quanto avrei voluto. Spero comunque di aver dato un minimo di idea di che gioco sia Imperial Steam.

Ho avuto la fortuna di farci in breve tempo 4 partite, in due, tre e quattro giocatori e ogni volta con qualcuno nuovo al tavolo. In ogni configurazione la partita è durata dalle due ore e mezza alle due ore. Con quattro giocatori ci si è pestati più i piedi, rubando tratte e dovendo pagare “il pizzo” per costruirci su, lottando come forsennati per ogni spazio Hub city in cui consegnare. In due giocatori la lotta è stata meno sulla mappa, più concentrata sulla plancia dei lavoratori e con continui sgarbi sul tracciato influenza. In tre forse la configurazione più equa. Ad ogni partita comunque la costante è stata quella di sentire profonde lamentele iniziali, a tratti al limite dell’imprecazione, dovute a errori di programmazione e alle difficoltà nel recuperare terreno. Puntualmente a metà partita tutti i “lamentosi”, una volta capito come giocare e recuperato terreno, hanno rivisto la propria idea sul gioco. Questo gioco è stretto e non perdona, tagliando immediatamente le gambe al primo errore, ma lascia parecchio spazio per recuperare. Magari partendo male non vinci, se i tuoi avversari sono buoni giocatori, ma hai parecchi modi per recuperare e tentare il colpaccio.

Dettaglio

Imperial Steam non è Brass

Imperial Steam è un ottimo gioco che merita di essere portato spesso sui nostri tavoli. Tavoli di gente che ama i tedesconi duri e puri. Non deve spaventare la mole di informazioni da apprendere, tutto ha un proprio senso logico e fila come un orologio. Il primissimo round è decisamente guidato e non permette chissà quali invenzioni strategiche, ma una volta partiti e con l’aumentare delle azioni disponibili, offre un’ampia gamma di soluzioni. Come consigliato anche nel regolamento, bisogna cercare quanto prima di connettersi a una delle Hub City per avere la possibilità di consegnare merci.

In libreria vicino a Brass

Non conoscevo l’autore, ma sicuramente non mi lascerò scappare un suo prossimo gioco e se possibile proverò a recuperare Lignum, sua opera prima, per mera curiosità. Con così poche partite non mi permetto di fare una disamina più dettagliata. Se qualcuno lo paragona a Brass vi autorizzo a mandarlo a quel paese, perché a mio avviso è decisamente un bel gradino sotto, tuttavia merita un posto vicino in libreria!

Pago pegno e includo la foto di una delle brutte persone con cui l’ho giocato, per lasciare memoria ai posteri della sua vittoria, mentre io ero intento a controllare che tutti non sbagliassero qualche mossa!

Filippo mentre gioca la sua prima partita
Filippo, detto anche Foloppo (io preferisco Mr. Combo) che alla sua prima partita mi ha stracciato tantissimo a poco!

Foto della scatola di Dixit

Divulgare Forte Sempre

Il bello di avere un proprio blog è che per divulgare puoi anche saltare di palo in frasca. Stai scrivendo un articolo, ci metti magari giorni perché hai poco tempo, voglia, idee o semplicemente perché hai di meglio da fare, e poi arriva l’illuminazione! In questo caso l’illuminazione del mio Huawei…

Foto conversazione di WhatsApp

Mia moglie irrompe nel momento in cui varco l’entrata alla Corte in Gioco (altro argomento su cui prossimamente scriverò) inoltrandomi un messaggio WhatsApp di sua zia. La zia Luigia è una suora missionaria, che dopo aver passato quarant’anni in giro per il mondo a fare divulgazione, è tornata a stare in pianta stabile in Italia. Oltretutto al Pime di Monza, quindi decisamente più comodo per una visita che non a Hong Kong!

Cronaca del Natale

Piccola premessa necessaria. A Natale il pranzo lo abbiamo passato in famiglia e come sempre ci siamo divisi i compiti. Noi maschietti, a causa della nostra scarsa attitudine con tutto quello che concerne l’utilizzo del pollice opponibile in cucina, siamo stati esclusi dalle preparazioni culinarie. Ci siamo dedicati ai giochi. Ok, mio figlio Andrea in realtà si è chiuso in cameretta a giocare a Fortnite, io invece ho avuto l’onore di scegliere i giochi da tavolo per il dopo pranzo. La presenza della guest star zia Luigia ha imposto una scelta mirata dei titoli. Bocciato l’evergreen Vudù, non tanto per le implicazioni legate all’utilizzo di maledizioni contro una suora a tavola, quanto per il rischio di possibili complicazioni artritiche nella loro esecuzione. Problemi artritici miei, mica della zia, che pur avendo superato i 70 atleticamente mi dà la paga!

Il gioco da me scelto, a malincuore, alla fine è stato Dixit!

Calza di Natale
Non ho trovato foto decenti di Dixit, così colgo l’occasione per mostrare le mie calze di Natale

Dixit 

Lo conoscete tutti, Dixit, uno di quei giochi che ha ormai raggiunto lo status di classico. Ora quando parli di giochi da tavolo con chi non conosce la materia, oltre ai soliti Monopoly, Risiko e Acchiappa la Cacca, si parla anche di Dixit.

Ottimo! Ma c’è un ma. C’è sempre un ma nelle mie storie: A me Dixit non piace! Allora perché l’ho scelto per il pomeriggio giocoso di Natale? Semplice, perché Dixit è un capolavoro, un gioco perfetto per avvicinare nuovi giocatori e portarli dalla nostra parte! È bello, veloce da spiegare e mette tutti i giocatori allo stesso livello, siano essi esperti o alla loro prima partita.

A me non piace, ma effettivamente non conoscevo un gioco migliore da proporre per l’occasione. Inutile dire quanto la scelta sia stata gradita da tutti, aprendo un mondo del tutto nuovo alla zia. Quindi, così su due piedi, le ho regalato la mia copia nella speranza che il gioco venisse apprezzato più di quanto non fosse a casa mia.

Suore che giocano per la prima volta a Dixit

Epilogo

La zia dopo un paio di settimane ci ha mandato una foto in cui era intenta a giocare. Mi ha scaldato il cuore. La cosa più bella è stata però scoprire che hanno continuato a giocare anche successivamente! Quella che sarebbe potuta essere solo una passione passeggera, dovuta alla novità del momento, in realtà si è consolidata portando a una nuova routine.

Suore che giocano a Dixit
Ora hanno addirittura messo un panno verde sul tavolo!

Il prossimo step sarà farle scoprire i video dei giullari, il blog di Dado e portare lei e le sue consorelle a Modena Play!

Divulgare, forte, sempre!

Copertina del Libro Piccolo Principe

È diventato una stella

È da qualche giorno che ho preso consapevolezza di questa cosa. Non era previsto, ma probabilmente è così che doveva andare: Le Cronache del Gioco tornano e lo fanno a loro modo. A mio modo. Anticonvenzionale, senza senso e senza alcun preavviso. Come la morte. 

Sì, ho detto morte.

La Morte 

Dopotutto per rinascere bisogna prima passare dalla morte. Lasciare quello chi ci tiene legati a questo mondo, chiudere gli occhi e terminare tutto. Poi però gli occhi si devono aprire. Si deve ricominciare. Per un blog è semplice, basta prendere una decisione e click, tutto ha nuovamente inizio. Così decido di fare click, di scrivere un pezzo fuori di testa, allegro e strampalato quanto basta. Nel mio stile contorto. Nello stile de Le Cronache del Gioco. Poi invece no, scrivo questo. Perché? Perché Marco è diventato una stella.

Marco oggi è volato in cielo.

Da oggi in poi sarà una stella che veglierà sulle persone che lui amava e che lo amavano.

Quando tu guarderai il cielo, la notte, 

visto che io abitero’ in una di esse, 

visto che io ridero’ in una di esse, 

allora sara’ per te come se tutte le stelle ridessero. 

Tu avrai, tu solo, delle stelle che sanno ridere!

Antoine de Saint- Exupery    Il piccolo principe

Questo è il messaggio che i suoi cari hanno lasciato su Facebook oggi. 

Marco

La prima volta che mi scrisse fu un paio d’anni fa, un mio articolo gli era piaciuto e ci teneva a farmelo sapere. Leggeva molto, era una sua passione mi disse, e quell’articolo lo aveva colpito tanto da desiderare di farmelo sapere.

Scambiammo due chiacchiere e scoprii che era delle mie parti. Mi raccontò del suo passato e del suo presente. Accennò appena, quasi dandogli poca importanza, dei suoi problemi di salute. Per lui non era quello il punto. Il punto era che amava il gioco.

Le sue parole all’epoca mi conquistarono. E poi diciamocelo, mi fecero molto piacere! I feedback per i piccoli scribacchini come il sottoscritto sono un evento raro, i complimenti poi bisogna davvero tenerseli stretti. Sento che saremmo potuti diventare amici, ma il destino ci mise di mezzo una pandemia. Tutto si ridusse a pochi frettolosi messaggi di tanto in tanto. Leggere quelle parole oggi, oggi che non c’è più, mi fa tremare le gambe. Mi sembra di non meritarle e di avergli rubato del tempo prezioso. Rileggo e scopro cose che prima non avevo colto. Cose che mi fanno capire quanto a lui mancasse fare quello che amava: giocare. 

La Rinascita de Le Cronache del Gioco

Logo Cronache

Questa è un’opportunità.

È un’occasione che non voglio sprecare. So quanta fatica c’è stata prima e quanta ce ne sarà da ora in avanti, ma sento che è la strada giusta da seguire. Non ho pretese, non voglio nulla di più che uno spazio dove poter tirare fuori cose da me, senza alcun vincolo. Tornare a fare quello che amo: scrivere.

Se devo essere onesto non ho ben chiaro i passi da seguire, il tragitto e la meta, ma sento che devo iniziare a camminare. Un passo alla volta. Avanti e ancora avanti. Non importa dove, quando e quanto. Basta andare.

Non sai bene se la vita è viaggio, se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno dopo giorno e non te ne accorgi se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso.

In certi momenti il senso non conta.

Contano i legami.

Jorge Luis Borges

Una delle ultime cose pubblicate da Marco.