Il Pabis pronto per un'intervista nell'area dedicata al Salso Ludix

Salso Ludix 2024

Anche quest’anno ho avuto la fortuna di essere ospite a Salso Ludix, evento sul gioco da tavolo e di ruolo nello splendido Palazzo dei Congressi di Salsomaggiore Terme, svoltosi il 19 e il 20 ottobre, organizzato dall’omonima associazione A.S.D. Salso Ludix, con la direzione artistica di Christian Viaggio, Daniele Molinari e Andrea Storti.

Potendo fare affidamento su diverse associazioni ludiche del territorio, un gran numero di volontari e professionisti, supervisionati da un’organizzazione ormai oliata e consolidata, anche quest’anno la kermesse è stata un successo, forse anche più dell’anno scorso, cosa che non credevo fosse possibile.

Posso fare un piccolo confronto, avendo partecipato anche all’edizione scorsa, trovando un miglioramento in termini di organizzazione degli spazi, volti a cercare di lasciare ancora più zone dedicate al gioco, senza perdere tuttavia le aree tematiche dedicate al gioco di ruolo, ai giochi di carte collezionabili, ai Lego e ai panel, offrendo addirittura un’intera arena a questi ultimi.

Ok, finita la parte seria (la maggior parte scopiazzata dal comunicato stampa), passo a parlarvi della mia Salso Ludix.

Conta più la persona che il personaggio

Resto spiazzato, imbarazzato e grato quando Daniele e Christian, anche quest’anno, mi chiamano per invitarmi a partecipare a Salso Ludix. Non sono certo un personaggio come TeOoh, I Giullari o Helios Pu. Soprattutto lo sono ancora meno quest’anno, che, per mille ragioni, ho contribuito davvero poco alla divulgazione del gioco sui miei canali, ma è chiaro che, per loro, conta più la persona che il personaggio. Per dire, mia madre si dimentica di invitarmi a cena (forse anche perché sa quanto mangio) e loro, invece, si ricordano di me! Scherzi a parte, capisci subito quando hai a che fare con ragazzi appassionati e con le idee chiare, che sanno quello che vogliono: “Vogliamo il Pabis perché… perché vogliamo il Pabis?” me li immagino così durante il loro briefing.

Poi, diciamocela tutta, Luca Borsa, mio esimio concittadino, ha bisogno di un badante, e loro sanno benissimo che sono la persona più adatta per questo ruolo!

Esterno del palazzo dei congressi di Salsomaggiore Terme durante il Salso Ludix
Quello con la borsa è il Borsa. Scusate…

Scende la pioggia ma che fa

Partiamo da casa con calma a metà mattina e, in un’oretta e mezza, arriviamo in quel di Salsomaggiore Terme, in tempo per il pranzo. Subito a pensare male, eh? È solo un caso. Giusto il tempo di scrollarci di dosso la pioggia e ambientarci nelle splendide sale del Palazzo dei Congressi, dove si svolge Salso Ludix, che veniamo accolti da Daniele e Christian. Abbandonato Luca Borsa al suo programma, assaporo il clima piacevole nelle sale, approfittando dei tanti amici e “colleghi” per scambiare due chiacchiere. Ci sono tanti bravissimi autori, ma anche Roberto Pestrin, tanti bravissimi divulgatori capaci, ma anche Luca Ciglione. Insomma, di tutto un po’, alti e bassi.

Dettaglio interno del palazzo dei congressi al Salso Ludix
Peccato per l’estintore, potevano farlo bianco!

Giochi provati a Salso Ludix

Ho proposto un paio di giochi per il “Gioca Con” di quest’anno e ne ho approfittato per sedermi a provare qualcosa. Senza scendere troppo nei particolari dei giochi, ecco cosa ho provato in questi due giorni:

I ritardatari

Botanicus

Botanicus ha davvero un bel ritmo, semplice e chiaro; si spiega con semplicità, e il suo pregio migliore è che lo puoi giocare sia con il neofita che con il giocatore esperto, senza perdere il piacere di giocare. Il difetto è che parla di piante e giardini. Questo è il primo gioco che ho deciso di proporre per il mio “Gioca Con” del sabato.

All’orario prefissato lo apparecchio sul tavolo assegnatomi, ma, con il passare dei minuti, sembra chiaro che chi si è prenotato non sarà della partita. Decido allora di cedere e farlo giocare ai “tre scappati di casa”, che, in barba alle prenotazioni, avevano già preso posto al tavolo: Luca Borsa, Walter Obert e Carlo A. Rossi. Faccio l’errore di dire a Carlo che, secondo me, la strategia degli animali, nella versione base, soprattutto nelle prime partite, è un pelino troppo redditizia; subito fa suo il consiglio e ci asfalta. A un certo punto arrivano anche i due che si erano prenotati (con solo 23 minuti di ritardo) e, cogliendo la loro delusione nell’aver perso il posto, mi offro di intavolarlo nuovamente appena finita la partita. Tutti felici, e anch’io di prendere mazzate anche da loro.

Ero troppo preso per fare foto mentre giocavo

Fruit Cup

Scopro di essere una sega assurda a questo gioco, ma che inspiegabilmente vorrei, così da farci giocare tutti in ludoteca e a casa. Davvero, sono imbarazzante mentre cerco di decifrare le richieste delle carte e, con il cucchiaino, tento di tirare fuori gli ingredienti inadatti al loro completamento. Il mio cervello ragiona al contrario, togliendo gli ingredienti che invece dovrei lasciare nel bicchierino. Al tavolo ho perso con chiunque sia passato di lì: da Paolo Mori a Gabriele Mari, da una bambina di tre anni ad addirittura Roberto Pestrin!

Bel gioco davvero

Shogun No Katana

Provato la domenica nella Sala delle Cariatidi (un nome un programma) ai tavoli di Orizzonte degli Eventi, associazione attiva dal 2007 in quel di Piacenza, che vanta fra le proprie fila proprio l’autore del gioco, che però non c’era. Meglio così, ho evitato di fare figuracce davanti a lui! Oltretutto il gioco non l’avevo mai provato, se non in versione prototipo nel 2017, quindi sono riuscito a colmare una mia lacuna. Purtroppo ho scelto male i miei compagni di tavolo: Luca Ciglione e Fabio Lopiano, soprattutto quest’ultimo, la devo smettere di giocarci assieme! Ha infierito inanellando una serie infinita di combo, forgiando più katane lui che Hattori Hanzō in Kill Bill. Comunque, questo è un gioco davvero ben fatto, che fa venire voglia di rigiocare immediatamente. Quasi quasi me lo regalo a Natale…

Un Pestrin desideroso di menare

Gioco di menare

Lo so, è tutto l’articolo che parlo male di lui, ma Roberto Pestrin mi ha fatto provare un gioco di menare (manco mi ha detto il titolo) che ricorda i classici beat ‘em up, o picchiaduro se preferite, in stile Street Fighter, misto a Sushi Dice. Non so realmente quanto possa parlare di questo prototipo, ma posso dire che mi sono divertito davvero parecchio e che non vedo l’ora che sia mio! Che poi, riflettendoci, ha tutti gli elementi che più odio nei giochi: il dexterity, il dover essere veloci, urlare e suonare una cacchio di campanella, eppure mi sono davvero divertito. Eh sì, lo ribadisco anche qui, collegandomi a un discorso nato al tavolo: i giochi per ragazzi possono essere anche di puro divertimento ignorante, non devono per forza insegnare sempre qualcosa.

Dall’Egitto con furore

Pyramidice

Altro gioco proposto dal sottoscritto per il “Gioca Con” è Pyramidice. Non ho avuto prenotazioni dal sito del Salso Ludix, ma, una volta apparecchiato, ha riscosso fin da subito la curiosità dei passanti. Infatti, dopo qualche minuto di attesa, tre amici si siedono al tavolo. Due di questi ci stanno dentro, capiscono al volo come si gioca; quello che mi preoccupa, però, è il loro amico, quello con la birra in mano, che mi confida di star seguendo una dieta liquida. Praticamente ho giocato anche per lui, ma la cosa più sconvolgente, al termine, è stata sentire il gruppetto decidere di andare a giocare a un Lacerda. Non oso immaginare cosa possa essere stata quella partita.

A cena con Aky, Lopiano, Ciglione, Mari e Pestrin durante Salso Ludix
Aky, Lopiano, Mari, Pestrin, Ciglione e il sottoscritto.

Just One

Qui sto un po’ imbrogliando; questo l’ho giocato all’hotel, dove, dopo cena (ne avrei tante da raccontare anche sulla cena, ma vi risparmiamo certe scene), ho trovato il clan degli autori Obert, Borsa, Pestrin, Mari e Spada, a cui poi si è aggiunta anche Aky, e abbiamo dato vita a una partita memorabile di Just One, dove abbiamo scoperto che: Walter Obert ha un pensiero laterale, ma così tanto laterale, che è quasi fuori dalle mura della stanza. Per capirci, per farmi indovinare un dolce, la crêpe Suzette, scrive “MURO”. Muro per le crêpe! Quella sera ho scoperto che David Spada utilizza sempre e solo termini francesi quando tocca a me indovinare qualcosa, qualsiasi cosa essa sia. Ho anche scoperto che sono l’unico stronzo a non ricordare i nomi dei personaggi di Asterix. È stata una chiusura di serata bellissima di cui purtroppo non ho scattato foto.

Ironicometro valore altissimo
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Hai presente Frank Drebin?

Il sabato a Salso Ludix, tra le varie attività, le partite, qualche panel da seguire e chiacchiere varie, scivola che è una bellezza. A un certo punto mi cercano dall’organizzazione per un’intervista, cinque minuti per chiederti come sta andando la manifestazione, con una o due domande da montare poi in spezzoni da mettere sui loro social. Vengo microfonato e buttato sotto il mega riflettore. Mi lamento della luce, insistendo che con la mia bella carnagione da mozzarella potrei confondermi con i muri, ma vengo giustamente ignorato. Parte la domanda e, mentre rispondo, si sente un frastuono alle mie spalle dietro il telo. Licia e Michele, intervistatrice e cameraman, indispettiti vanno a controllare chi ci sia dietro, ma scoprono che non c’è nessuno. Insomma, delle scatole sono cadute da sole appena ho iniziato a parlare. Più volte. Mi piace pensare che fosse il fantasma formaggino, annoiato dalla mia voce, che desiderava mettere fine a quello strazio.

Finisco l’intervista, ringrazio e annuncio (mi pare logico farlo a voce alta) che mi sto pisciando addosso e mi avvio verso i bagni… ancora microfonato! Per fortuna vengo raggiunto in tempo e spogliato di ogni aggeggio radiofonico. Sta scena mi ricorda un po’ Frank Drebin in Una Pallottola Spuntata

Con Luca Ciglione che scende al mio livello

Non contento, raggiungo il bagno, faccio passare un tizio che esce dalla porta e mi infilo a espletare le mie funzioni. Esco e, mentre lavo le mani, guardo alla mia sinistra, vedendo due signore che stanno facendo la stessa cosa. Sono leggermente imbarazzate ed evitano di guardarmi, io probabilmente sono viola e balbetto frasi sconnesse:

“Oh, ho sbagliato io o avete sbagliato voi?”
“Mi sa lei…”
“Scusate, ma c’era dentro un signore!”

Silenzio. Esco fuori impacciato, mentre le due sghignazzano, guardo dietro la porta, che, da spalancata, nasconde l’omino con la gonna, a confermare quanto sono pirla.

Praticamente la sala dedicata a me!

Vuole un caffè?

Domenica mattina, colazione all’hotel insieme a tanti altri avventori del Salso Ludix. Siedo a un tavolo da solo, di fianco a TeOoh, seduto a sua volta a un tavolo da solo, di fronte a Helios Pu, a sua volta seduto a un tavolo da solo, così come Gabriele Mari… Sì, insomma, ogni persona è seduta a un tavolo da sola, non perché siamo un branco di asociali — forse anche quello — ma perché la stragrande maggioranza dei tavoli presenti nella sala è con un solo posto a sedere.

Scorcio interno del salone del palazzo dei congressi di Salsomaggiore Terme durante il Salso Ludix
Non ho fatto foto nell’hotel, quindi ecco un dettaglio interno del palazzo dei congressi

Due chiacchiere, solite formalità con chi ti sta vicino, mentre addenti una brioche e bevi un po’ di succo, poi però arriva lui: il cameriere. Molto impostato, vecchia scuola, sebbene penso abbia sì e no la mia età (quindi moooolto giovane), con un’espressione che ricorda un po’ Elmo dei Muppets e una voce incredibilmente uguale a quella di Zed di Scuola di Polizia:

Le porto un Caffffeeeeeueue?

Muoio, trattengo a malapena le labbra mentre gli occhi mi si stringono. Sento il cuore battermi nel petto mentre resto impassibile, guardandolo e annuendo. Non oso guardarmi attorno finché non si allontana, ma percepisco gli occhi spalancati di tutti gli altri attorno a me che, a loro volta, a stento si trattengono dal ridere fragorosamente.

Da lì in poi, il delirio: ogni volta che passava leggevo negli sguardi dei presenti l’attesa e il desiderio di riascoltare quel soave gracchiare, mentre si avvicinava ai nuovi avventori.

Una scacchiera a Salso Ludix
Sembra gigante, ma è soltanto una normale scacchiera all’interno di una delle bellissime sale del palazzo

Conclusione

Torniamo seri, almeno quel poco. Salso Ludix è fra i migliori eventi ludici a cui un appassionato possa decidere di partecipare. Puoi giocare a stretto gomito con personalità di spicco di questo mondo ludico, seguire panel molto interessanti in un ambiente davvero fuori dall’ordinario.

Il contrasto tra l’architettura Liberty-Decò del palazzo e i tavoli ricolmi di giochi restituisce un alone di rara bellezza. Al piano di sopra ci sono passato solo rapidamente, ma le tante sale colme di giocatori di ruolo testimoniano la buona riuscita dell’evento, capace di unire e fare giocare chiunque. Anche famiglie e casual gamer sono stati degnamente accontentati con un’intera area al piano inferiore dedicata ai Lego. E poi, zone dedicate alla pittura di miniature, in cui ho visto tantissimi giovani, ma soprattutto l’immancabile stand della cioccolata di Marco Biolzi, che ha fatto la gioia della mia famiglia, a cui ho portato gli immancabili cioccolatini a forma di meeple.

Cioè, ma vi rendete conto di cosa voglia dire giocare qui dentro?

Solo una cosa prima di chiudere: questa edizione è stata dedicata a Giovanni Melandri, giovane divulgatore ludico della zona che ci ha lasciato troppo presto poche settimane fa. Ero suo amico di Facebook da alcuni anni senza mai realmente conoscerlo, poi, proprio l’anno scorso al Salso Ludix, ho potuto scambiare un po’ di parole con lui, scoprendo una persona appassionata e davvero piacevole. Ci eravamo ripromessi di mantenere i contatti, ma si sa, sono cose che si dicono tanto per dire, prima di essere rapiti dalla frenetica quotidianità. Siamo abituati a pensare che c’è sempre tempo per qualsiasi cosa… no, non è così: prendiamoci il nostro tempo per fare quello che amiamo, quando lo vogliamo, insieme a chi vogliamo.

Il Pabis al GiocAosta - selfie

I Love GiocAosta – 2024

Si è appena chiusa la sedicesima edizione di GiocAosta, l’evento ludico (a mio avviso) più bello d’Italia. Una manifestazione capace di attrarre oltre 35000 persone di cui almeno il 72% (dati presi dal comunicato stampa di chiusura dell’evento) da fuori la Valle d’Aosta. Una città che in questo 2024 conta poco più di 30000 abitanti, e che per una manciata di giorni si ritrova ad ospitare almeno 25000 persone in più. Tutti qui per giocare!

Una foto del padiglione del GiocAosta
la foto copertina perfetta, se solo non ci fosse davanti il furgoncino degli spurghi…

Magia 

Questa è stata un’edizione da urlo, e non soltanto perché era dedicata al famoso urlo di Munch, ma per i numeri strepitosi da record che anche quest’anno sono stati infranti. Lascio l’onore e l’onere a testate più serie di riportarli, ma non posso esimermi dal commentare che 8646 prestiti della ludoteca, il 15% in più rispetto lo scorso anno, è un numero folle. Forse merito anche della novità di quest’anno: un giorno di 40 ore! In che senso?! Magia!

Incontri belli al GiocAosta
Non c’entra nulla, ma volevo condividere ugualmente la foto con Dave!

In pratica, sabato la ludoteca non ha chiuso ed è rimasta aperta tutta notte, grazie a un manipolo di impavidi volontari, tirando dritto per la gioia dei numerosi nottambuli affamati di gioco! Un turno unico che si è andato a concludere domenica, non a mezzanotte, ma addirittura alle due del mattino! 

Io che vado a dormire alle 2:30
Io vado, voi restate pure

Io, nonostante il venerdì mi sia trascinato a letto alle 23 circa, come ben si confà ai diversamente giovani come il sottoscritto, sabato ho fatto il figo e sono rimasto a giocare fino alle 2:30… La pagherò per il resto del 2024!

Danilo mi cerca al GiocAosta
Danilo: “Ma dove sei, stai ancora dormendo?”

Volontari 

La vera forza di GiocAosta sono i volontari, le maglie gialle, quelli che dedicano mesi alla preparazione di questo evento, ma anche i volontari non autoctoni, quelli che arrivano da fuori e che offrono il loro prezioso tempo agli altri (tempo rubato al sonno, alla famiglia e soprattutto al gioco), per rendere questa manifestazione la meraviglia che è. 

Giornalista importunato durante una diretta
“Giornalista” importunato durante una diretta

Vorrei davvero fare qualche nome, ma non sarebbe corretto non farli tutti e, ricordare quelli di tutti e 400 i volontari, la vedo davvero difficile. 

Giocare 

Ho giocato a tanti giochi, qualcosa di nuovo e qualcosa di meno nuovo. Anche qualcosa di molto vecchio effettivamente, ma lascio i dettagli per un articolo a parte.

Selfie al criptoportico di Aosta

Ringrazio l’organizzazione per avermi dato l’opportunità di giocare a qualche succosa novità e soprattutto per avermi dato la possibilità di accedere a luoghi magnifici come il Criptoportico: cioè, sarò banale, potrei parlare del significato storico di questo luogo magnifico, ma la cosa che mi è rimasta più impressa è soprattutto la frescura provata nelle sue profondità di pietra!

Giocando al Criptoportico

Mangiare e bere 

Anche quest’anno abbiamo avuto la birra della manifestazione, un’ottima pils chiamata “La Grande Bionda” per restare in tema artistico, come il celebre quadro La Grande Onda, fornita da uno dei locali presenti in piazza (non ricordo il nome scusate!). Per gli astemi, invece, fondamentale la fontanella di piazza Channoux, vera e propria ancora di salvezza per lenire l’arsura delle giornate incandescenti di Aosta.

La Birra del GiocAosta

Ah, il tempo di Aosta ad agosto, se avessi un Penny Market per tutte le volte che mi sono sentito dire dai babbani: “che bello, vai ad Aosta a prendere un po’ di fresco…”, sarei l’uomo più ricco della terra!

Ironicometro valore alto
Per informazioni clicca qui

Lato cibo, anche quest’anno ho mangiato a sbafo un paio di panini destinati agli organizzatori del GiocAosta, approfittando oltremodo della loro gentilezza. Sarà l’aria, sarà il fatto che non pago, ma quei panini sono sempre uno spettacolo! Poi, per le cene mi sono immerso nelle tipicità valdostane, come hamburger, pizza, ramen e Onigiri.

Piatto tipico Valdostano: Tonkatsu e Onigiri
Piatto tipico Valdostano: Tonkatsu e Onigiri

Piccolo appunto per le trattorie del centro storico: io quei 9 euro per un ventilatore li investirei, che nel 2024 magari sarebbe anche ora…

Vedi GiocAosta e poi muori… dalla voglia di tornare 

Anche quest’anno le giornate del GiocAosta sono scivolate via in un momento. Ho avuto il piacere di condividere bellissimi momenti con “colleghi” divulgatori, anche qui non farò nomi, anche perché di alcuni non me li ricordo, ma resta il fatto che il clima di “coabitazione giocosa” che si crea all’interno del padiglione dedicato, è un qualcosa di impareggiabile.

Giocando con Giulia
Troppo divertente Super Mega Lucky Box, grazie Giulia di avermelo fatto scoprire!

Tante menti vivaci e brillanti che, messe tutte insieme, arrivano ad annullarsi a vicenda, dando luogo a siparietti tragicomici con sessioni di gioco imbarazzanti! Sì, Luca Ciglione, anche se non abbiamo fatto una foto insieme lo sai che sto parlando proprio di te!

Crack list
Hai presente Nomi Cose Città mescolato a Uno? Questo è Crack List. Con le persone giuste può diventare assurdamente divertente!

Ognuno di questi attimi lo porterò nel cuore!

Ora, sguardo avanti e occhi puntati alle prossime avventure ludiche. No, non vi dico quali, non sporcherò questo articolo parlando di altri eventi: ci vuole rispetto.

GiocAosta 2023

GiocAosta 2023

Mi sono preso qualche giorno prima di scrivere il mio consueto articolo sul GiocAosta, perché avevo bisogno di riprendermi del tutto. La vecchiaia, sai com’è… La quindicesima edizione si chiude con numeri da capogiro:

“Quattro giorni, 50 ore di apertura, oltre 7.700 prestiti della ludoteca, più di 4.000 iscritti alle attività e centinaia di appuntamenti in decine di luoghi in tutta la città: sono oltre 35.000 le presenze attive registrate nella XV edizione di giocAosta, che si è chiusa questa sera in piazza Chanoux ad Aosta.” 

Tutti i volontari della quindicesima edizione del GiocAosta

Preso pari pari dal comunicato stampa, così come questa foto dove si vedono tutti i volontari che ogni anno danno vita a questo miracolo! 

Ironicometro valore basso
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Non perché abbia poca voglia di scrivere, ma perché ritengo importanti queste parole, riporto un altro passaggio interessante del comunicato stampa:

“Quello di cui siamo orgogliosi – spiega a nome dei volontari il coordinatore dell’evento, Davide Jaccod – è che nonostante i numeri ancora in crescita giocAosta riesca a conservare il proprio spirito: quello di un luogo di festa e di incontro, che usa il gioco per creare relazioni. Sempre più ci accorgiamo che intorno a giocAosta si sta creando una comunità, che si incontra anno dopo anno e che accompagna l’evoluzione del nostro progetto. Mai come quest’anno abbiamo ricevuto richieste di conferma per le date dell’evento nel 2024: tutto grazie a un passaparola che ha una portata sempre più ampia a livello italiano”.

Selfie con Luigi di Joco Game Studio

Lo spirito del GiocAosta

Ok, tocca a me ora scrivere veramente qualcosa: GiocAosta anche quest’anno non si smentisce, portando in piazza l’evento ludico gratuito più bello di tutta Italia. Ok, lo so che non ho partecipato a tutti gli altri eventi, ma qui non c’è davvero gara! L’organizzazione è perfetta, ogni anno aumentano eventi e spuntano novità, andando a migliorare quello che già pare perfetto, e… incredibilmente tutto funziona a meraviglia! 

Luca, Francesco e Silvia al GiocAosta

Da lato blogger, ho molto apprezzato l’apertura di un angolo dedicato ai creator in piazza San Francesco. Certo, non è come essere sotto i portici, dove è più ventilato e sei davanti al padiglione, ma non ci è andata male. Anzi, abbiamo avuto un punto di ritrovo dove vedere tanti volti familiari e darci appuntamento con i nostri amici. Ecco, se proprio devo criticare qualcosa, forse a livello organizzativo – e lo dico anche a mio discapito – l’anno prossimo limiterei i tavoli o, perlomeno, non li assegnerei per tutti i giorni. È capitato di vedere tavoli riservati vuoti in mezzo alla ressa di gente che cercava un posto per giocare. Per ovviare a questo, ho ceduto il mio tavolo quando non stavo giocando e quello di colleghi che sapevo non essere presenti.

Bella foto con Francesco Ludoecrudo

Ringraziamenti 

Non ringrazierò nome per nome, non perché sono snob, ma perché rischio davvero di dimenticare i tanti amici che ho incontrato in questi quattro giorni. Non vorrei che per una dimenticanza, qualcuno si sentisse escluso da questo mio abbraccio virtuale.

Overbooking al GiocAosta

Tuttavia, non posso non nominare Davide Jaccod, coordinatore di tutti i volontari, disponibile e gentile nonostante la mole incredibile di cose da fare, e Mikhael Zhell, supervisore di quel branco di pazzi scatenati che sono i creator ludici, instancabile e generoso. Entrambi sono due vere e proprie forze della natura, alla pari di tutte le maglie gialle.

Mi sono imbucato a bere con i volontari del GiocAosta
Qui è quando ho scroccato un aperitivo ai ragazzi

Giochi provati

Il mio GiocAosta è durato quattro giorni, accompagnato da quella santa donna di mia moglie che, rassegnata, mi ha lasciato allo stato brado libero di sfogarmi, e da mio figlio, quest’anno intento a giocare a scacchi (nuova passione) e a farsi figo tra i piccoli nerd con il cubo di Rubik.

Fiesta de Los Muertos party game molto divertente provato al GiocAosta
Divertentissimo Fiesta de Los Muertos

Ho così avuto modo di provare diversi giochi:

  • 3 Ring Circus 
  • Just One
  • Wavelenght
  • Not That Movie 
  • Cross Clues
  • Oh my goods
  • Eldorado
  • Hats
  • Rats of Wistar 
  • Empire’s end
  • Il Regno di Valiria
  • Overbooking
  • Krass Kacke
  • Splash
  • Codex Naturalis
  • Turing Machine
  • Azul
  • Sagrada
  • Il Maniaco Con La Mannaia è Entrato in Casa
  • Fun Facts
  • Cascadia
  • Fiesta de Los Muertos
  • My Shelfie
  • Polywords

Ovviamente, faccio un breve accenno solo a qualche gioco, ma eventualmente potete scrivermi nei commenti se volete saperne di più su di un titolo non approfondito qui…

Volpe giocosa al GiocAosta

3 Ring Circus 

Il Primo gioco giocato a GiocAosta è della Devir: 3 Ring Circus di Remo Conzadori e Fabio Lopiano. Quest’ultimo, infatti, si aggirava per Aosta con la sua copia del gioco, freschissima da Gencon, dove era stata appena presentata. Io, in realtà, questo gioco lo avevo già provato due anni fa, come prototipo, ma vi assicuro che era identico a oggi e già allora avevo pensato: che figata! Buona variabilità al setup e ritmo sostenuto senza downtime caratterizzano questo gioco di media complessità, in cui bisogna viaggiare su una mappa per dare spettacoli e collezionare carte nella propria plancia, al fine di ottenere punti in base alle esibizioni.

Fabio Lopiano al GiocAosta con una copia di 3 Ring Circus

La carovana di un circo importante (non ricordo il nome) segue i giocatori, facendo tappa nelle grandi città, innescando il conteggio dei punti per chi vi si è esibito e dettando i tempi per il fine partita. Esibirsi nelle grandi città darà tanti punti, ma richiederà specifici artisti, anche costosi, posizionati in una maniera specifica nella propria plancia, come richiesto dal grande pubblico. Non voglio dilungarmi troppo, anche perché con altri giochi di questo articolo non lo farò. Ma, qui, parliamo a mio avviso del miglior gioco che ho provato al GiocAosta.

Hats

Mea culpa: a Hats non ci avevo ancora giocato, ma ho recuperato alla grande al GiocAosta, scoprendolo grazie ad Alberto e Flavia, che ringrazio infinitamente. Con loro ho fatto un paio di partite e, in seguito, ho proposto il gioco io stesso a Gianni e a due sue amiche, di cui non ricordo il nome. Gioco davvero elegante: non che mi aspettassi di meno dalla ThunderGriph Games. Gioco di carte colorate di Gabriele Bubola in cui bisogna cercare di creare set di carte dal valore maggiore. All’inizio della partita, vengono rivelate sei carte che, posizionate su di una plancetta, hanno un valore da uno a sei punti.

Scatola di Hats

In pratica, in base al colore delle carte e al loro posizionamento, corrisponderà un valore in termini di punti per tutte le carte dello stesso colore. I giocatori avranno una mano di carte e dovranno giocarne una, sostituendola a una delle sei presenti. Per poter fare questa azione, bisognerà sostituire una carta con una di valore maggiore (ad esempio, un quattro blu su un tre giallo) oppure con una carta qualsiasi, ma dello stesso colore.

Bella scoperta questo Hats provato al GiocAosta

Quella appena presa andrà posta davanti a sé, creando, man mano, dei set di carte che a fine partita varranno tanti punti quanto il valore delle carte presenti sulla plancia comune.

Oddio, ho riletto cosa ho scritto e non so se si è capito, ma, in linea di massima, il gioco è proprio così. Lascia spiazzati alla prima partita, ma già dalla seconda diventa più controllabile e si apprezza sempre di più.

Rats of Wistar in anteprima al GiocAosta

Rats of Wistar

Prossimamente, (Essen) da Cranio Creations, uscirà questo piazzamento lavoratori di Simone Luciani e Danilo Sabia con un tema che inganna. Dovremo guidare i nostri topini fra missioni e avventure in una vecchia casa di campagna per dimostrare di essere il topino più degno a guidare la colonia. Detta così, sembra molto puccioso e ti aspetti un giochino light. Ma dico, li hai visti gli autori? Rats of Wistar è un gioco solido e tosto, come piace a me (e penso a tanti di voi che mi leggete).

Rats of Wistar in anteprima

Una gestione risorse e azioni è data da una rondella che gira, e che obbliga a pianificare con cura le azioni. Non è così immediato entrare in sintonia con le azioni secondarie, ma, quando capisci, vai che una meraviglia. Il sistema di gioco premia l’esplorazione: tutto per portare al miglioramento della propria colonia, cosa necessaria per fare punti a fine partita. Ho bisogno di giocare ancora qualche partita per trovarne punti di forza e non, ma, per ora, il giudizio è positivo.

Not That Movie al GiocAosta

Not That Movie 

In serata, abbiamo dato vita a una serie di party game, uno più divertente dell’altro, fra cui Not That Movie di Silvano Sorrentino, edito da DV Giochi, ormai un punto forte anche in associazione. È un gioco collaborativo in cui ogni giocatore deve selezionare segretamente un numero da 1 a 8, corrispondente al titolo rivisitato di un film, e che, a suo avviso, ben si addice alle due recensioni casuali scoperte a inizio round. Meno errori si faranno in fase di risoluzione, maggiori punti raccoglierà la squadra. Già dalla creazione dei titoli partono le risate.

Empire’s End

Grazie a Lucky Duck, ho potuto giocare in anteprima a Empire’s End insieme ad altra gentaglia come Francesco, Ario e Gianluca. Ogni giocatore avrà una città composta da 11 carte e dovrà percorrere, insieme agli altri giocatori, il più indenne possibile, lungo un tracciato che ricorda vagamente quello di In the Year of the dragon.

Empire's End in prova al GiocAosta

Il problema è che, a differenza del titolo di Feld, questo gioco ha praticamente solo eventi distruttivi, e i giocatori dovranno partecipare a delle aste per evitare di prendere carte disastro. Cioè, un’asta al contrario per non prendere una carta disastro, che significherà far prendere fuoco alla propria città e, quindi, perdere abilità e risorse.

Empire's End in anteprime al GiocAosta

La cosa figa è che ci sono parecchie abilità e condizioni per fare punti, anche con gli incendi. Diciamo anche, che quasi quasi la mia strategia di fare Nerone e dar fuoco a tutta la mia città poteva funzionare. Quasi quasi. In realtà, ho perso male. Anzi, mai preso così tanti schiaffi a un gioco. Mi sono divertito tantissimo. 

Scatola di Turing Machine

Turing Machine

Finalmente sono riuscito a provare Turing Machine, in Italia grazie ad Asmodee, era sempre fuori dalla ludoteca, ad altri tavoli. Per fortuna, grazie ancora ad Alberto, Flavia e la piccola Anna, sono riuscito a giocare. Io sono amante dei giochi deduttivi: avevo scritto qualcosa nel mio articolo dedicato a Essen Milano, quando avevo scoperto Tiwanaku. Anche con Turing Machine è stato amore a prima vista e sicuramente una copia sarà mia. Però, attenzione: non credo che sia un gioco adatto a tutti.

Turing Machine al GiocAosta

Se siete amanti della settimana enigmistica, sudoku e altri giochi da rivista, avete serie possibilità che il gioco possa piacervi, altrimenti, vi consiglio di provarlo prima dell’acquisto. Che poi, sarebbe cosa buona farlo per qualsiasi gioco, ma tant’è. In Turing Machine, bisognerà scoprire un numero di tre cifre, provando a comporre una cifra e interrogando la macchina. Questa, con un sistema di sovrapposizione di schede perforate, darà un esito positivo o negativo a ogni quesito posto. Prendendo appunti e andando per esclusione, bisognerà giungere alla soluzione. Un gioco semplice e intuitivo, indubbiamente un solitario di gruppo, ma davvero piacevole se appassionati di numeri.

Alberto Bottarini con i gioconi
Qui solo gioconi!

Alla prossima GiocAosta 

Così, anche la quindicesima edizione è finita. Mi chiedo come sarà la prossima e già fremo all’idea. Prima di tornare a casa, mi hanno chiesto come fosse andata la mia GiocAosta e ho risposto: “magnificamente, qui mi sento a casa”, l’ho detto spontaneamente e credo sia la cosa più bella che potessi rispondere, perché solo a casa ti senti veramente a tuo agio e al sicuro, circondato da persone che ti vogliono bene. Ecco, per me, GiocAosta è questo.

Michela che gioca a My Shelfie

Mi pare di sentirvi già dire la stessa cosa: “il problema di GiocAosta è che è ad agosto, altrimenti ci verrei”. Non deve essere per forza così! Io organizzo le mie ferie in virtù del GiocAosta, così che questo evento diventi esso stesso un momento di vacanza.

Carta del prototipo di Andrea Dado
Ma quanto ci siamo divertiti con il prototipo di Dado?!

Poi, chiaro, non tutti sono a solo un paio d’ore di macchina come il sottoscritto, o possono permettersi di prendere quattro giorni di ferie a ridosso di ferragosto, ma ugualmente vi invito a considerare di venirci il prossimo anno. Non esiste un evento paragonabile nel panorama ludico italiano. Quasi quasi, nemmeno il Picnic Ludico

Trovate molte più foto a questo Link Instragram!

Immagine di copertina di The Eternaut

The Eternaut – il gioco da tavolo

The Eternaut è il nuovissimo gioco da tavolo, a opera di Mauro Chiabotto per Pendragon Game Studio, che a breve verrà lanciato su Kickstarter. Un gioco collaborativo davvero particolarissimo, una specie di Survival Escape Room a scenari, dinamico e vario quanto un librogame. Ve lo avevo appena accennato col nome di “Progetto E” nell’articolo dedicato a Play Festival del Gioco, dove ho avuto modo di provarlo in anteprima insieme ad altri addetti ai lavori. 

The Eternaut, ma di cosa si tratta?

The Eternaut, conosciuto con il nome di “El Eternauta” in argentina, è un fumetto post-apocalittico del 1957 scritto da Héctor Germán Oesterheld e disegnato da Francisco Solano López. La trama è incentrata su di un gruppo di persone, sconosciute fra loro, che si ritrova a dover unire i propri sforzi nella lotta contro un’invasione aliena in una Buenos Aires ricoperta dalla neve. Usando un dispositivo chiamato “La Mano”, Juan, il protagonista, viaggia nel tempo e nello spazio per combattere gli invasori e cambiare il destino dell’umanità. Una storia avvincente della lotta per la sopravvivenza in un mondo post-apocalittico dominato dagli alieni.

Ironicometro valore bassissimo
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Il gioco su più piani

Dopo The Thing e Fuga da New York, Pendragon torna con un nuovo gioco basato su un’altra IP famosa, affidandolo alle sapienti mani di uno degli autori più talentuosi della propria scuderia. Ho scritto “IP famosa”, anche se in pochi saranno concordi, perché sto guardando un po’ oltre il presente; è da poco stata annunciata la serie The Eternaut su Netflix, con un adattamento televisivo tratto dal fumetto previsto per fine anno. Si tratta di una sorta di mix tra The Walking Dead e The Last of Us, ma con una componente aliena.

Spoiler free

È possibile parlare di un gioco come The Eternaut senza rivelare spoiler sulla serie o sul fumetto? Assolutamente sì, poiché i dieci scenari presenti nel gioco introducono nuovi elementi a una storia coinvolgente che si sviluppa parallelamente alla trama originale. La parte più divertente, inoltre, è la combinazione delle azioni tra oggetti e situazioni che guideranno l’avventura verso diverse possibilità. Ora vediamo più da vicino il sistema di gioco. 

Come si gioca 

The Eternaut è un gioco da tavolo collaborativo in cui i giocatori gestiranno liberamente i quattro personaggi, senza essere assegnati singolarmente a uno specifico giocatore. Ogni personaggio ha le proprie caratteristiche e dispone di una scheda con tutte le informazioni, nonché di slot per ospitare oggetti e carte azione, che costituiscono il motore di gioco. Le carte sono fondamentali per l’intero svolgimento del gioco, compreso il setup, in quanto consentono di aprire gradualmente la mappa di gioco attraverso le azioni dei giocatori. All’inizio di uno scenario, vengono fornite alcune informazioni essenziali e un paio di obiettivi su cui concentrare gli sforzi, lasciando ai giocatori tutta la fase di esplorazione, come se si trattasse di una vera Escape Room.

Copertina del gioco che potrebbe subire modifiche

La condizione principale del gioco è data dal fatto che a ogni personaggio, token e carta è assegnato un numero composto da tre cifre. Ogni elemento sulla mappa potrà interagire con gli altri elementi, creando un numero che sarà composto dai due gruppi di cifre. Questo numero ci porterà a un paragrafo specifico che descriverà l’esito dell’azione. Ad esempio, se l’oggetto ascia ha il numero 345 e la finestra sul lato nord ha il numero 178, la combinazione porterà al paragrafo 178345 (le tre cifre di valore minore vanno sempre per prime), che potrebbe descrivere ad esempio un’ascia che distrugge i vetri di una finestra.

Ogni giocatore avrà in mano tre carte e, al proprio turno, deciderà di giocarne una, assegnandola a uno dei personaggi, eseguendo l’azione e riportando la propria mano a tre carte. Ogni personaggio può contenere al massimo quattro carte. Nel momento in cui uno dei personaggi raggiunge il numero massimo di carte, il round termina immediatamente. Al termine del round viene rivelata una carta minaccia, che, come si può intuire, non è mai una cosa positiva. In sostanza, si tratta di una corsa contro il tempo per cercare di raggiungere i checkpoint ed evitare brutte sorprese.

Le azioni di gioco 

Le carte a disposizione dei giocatori saranno suddivise nelle seguenti azioni:

  • Moving On
  • Rummage
  • Coordination
  • Take Action 
  • Take a Break 

Con Moving On (che nella foto trovate come Fast Use per un refuso), si potrà muovere un personaggio di tre spazi sulla mappa o, in alternativa, di sei spazi ma appesantendo uno dei personaggi con una carta fatica. Grazie a Rummage, un personaggio potrà interagire con un elemento sulla mappa o scambiare oggetti con un altro personaggio entro tre spazi di distanza. Coordination permetterà ai personaggi di comunicare tra loro e far ripetere un’azione a un personaggio precedentemente eseguita nel round. Take Action verrà eseguita per usare un oggetto o cambiare le carte in mano. Infine, l’azione Take a Break sarà utilizzata per craftare oggetti o eliminare una carta fatica da un personaggio.

Ehi Mauro, ma le miniature come saranno? Così!

Conclusioni

The Eternaut il gioco da tavolo è stata la vera sorpresa di Modena e non ne abbiamo nemmeno potuto parlare! Partendo dal presupposto che non ero particolarmente entusiasta dei giochi collaborativi, qui mi sono dovuto ricredere. Tutta la parte di discussione su come muoversi e l’insicurezza su cosa esplorare e cosa no, ci ha tenuti con il fiato sospeso come se fossimo davvero noi all’interno del gioco. Ogni paragrafo della storia porta a un bivio che può risultare ininfluente o determinante per il successo dello scenario. Bisogna utilizzare il cervello perché le decisioni avventate portano quasi sempre a un esito negativo. L’ho trovato molto coinvolgente e divertente, senza dispersione. Si spiega in dieci minuti e si può iniziare a giocare. 

Immagine presa da internet sulla nuova serie dedicata a The Eternaut

Ovviamente, avendo provato soltanto una demo e non avendo avuto modo di approfondire, non mi spingo oltre a queste semplici impressioni. Voglio assolutamente rigiocarlo!

Foto Ricordo di Play

A Play 2023 per mangiare, mica per giocare!

Ci sono dei momenti di Play che mi hanno emozionato e che voglio portare nel cuore. Non voglio che il mio superpotere se li porti via. Se non sapete di cosa sto parlando, non preoccupatevi, dovevo farci un articolo ma il mio secondo superpotere, la pigrizia, ha preso il sopravvento… Poi, appena lo scrivo, ci metto il link e vi faccio sapere.

Ironicometro valore basso
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A Play per mangiare, mica per giocare!

Tre giorni intensi in cui ho provato pochissimi giochi, passando più tempo allo stand della birra con gli amici che a giocare, ma vi assicuro che la mia Play è andata benissimo e non cambierei nulla di questi fantastici tre giorni. Ora, se siete nuovi lettori, questo articolo vi sembrerà strano: tranquilli, è normale… sono io a essere strano. Anzi, quello che scrivo potrebbe anche peggiorare andando avanti! Se invece già leggete le mie cose, beh, sapete già cosa aspettarvi!

Quindi, considerando il grado di importanza che do alle cose, prima di parlare dei giochi volevo partire con i ringraziamenti. Non farò tanti nomi, ma solo perché diventerebbe una lista assurda. Mi limito a ringraziare i miei compagni di cena del venerdì: Angelo e Gianluca, gli altri al tavolo non li conoscevo. Poi Zachary, Flavio, Lorenzo, Alex, Devis, Vincenzo e Stella per la cena di sabato. Sabrina e Ross compagni di arrosticini, Luca e Davide compagni di panino con la porchetta, Elisa, Stefania, Roberto, Marco e Pietro per la birra e non solo. Infine, Luca e Andrea compagni di caramelle alla presentazione del libro. Mi fermo qui, ne avrei ancora tantissimi da salutare e ringraziare, solo che non mi pare di aver mangiato altro…

Partenza

Sveglia alle cinque per evitare tutto il traffico, che poi comunque trovo all’uscita di Modena Nord. Nonostante tutto, arrivo abbastanza in orario e ritrovo quelle piccole cose che tanto amo di Play: code chilometriche per entrare, quel profumo stantio di sudore e pipì, che già dalle dieci del mattino ti circonda e soprattutto: le tigelle. Ah sì, ci sono anche gli stand con i giochi! Ecco, devo concentrarmi su quelli. Abbandono le tigelle, prendo il telefono per spulciare i vari appuntamenti e inizio la mia avventura.

Earth

Earth è il nuovo titolo portato in Italia da Lucky Duck Games, in cui i giocatori dovranno costruire un’isola con un proprio ecosistema formato da fauna, flora e territori. Bisognerà sviluppare un motore di gioco mediante la gestione delle carte, organizzandole in una griglia di 4×4, in modo tale da poterne attivare i poteri in combinazione fra loro. Ci saranno obiettivi comuni e personali da assolvere e, non appena un giocatore avrà giocato la sua sedicesima carta, si attiverà il fine partita.

A me ha ricordato vagamente Wingspan, con la differenza che qui le carte si attivano in verticale anziché in orizzontale. Il sistema di selezione delle azioni è alla Puerto Rico, con il giocatore di turno che sceglie per tutti ed esegue l’azione, mentre gli altri giocatori la eseguono depotenziata. Ok, sì, Earth attinge da altri giochi, ma lo fa bene, mantenendo una sua identità e ottenendo un risultato finale davvero buono. È un gioco che pretende qualche partita per essere pienamente apprezzato, non certo una fatta in fiera, ma già dalla prima si intuisce tutto il potenziale. Lo voglio.

Spille e arrosticini

Proseguo il mio vagare per la fiera, saluto amici e distribuisco spillette. A fine fiera ne avrò distribuite 86! Vengo fermato per una foto da dei ragazzi che non conosco, ma a quanto pare la cosa è reciproca perché mi dicono che mi seguono su YouTube… Altri invece dicono di essere miei lettori e capisco che è vero perché si “dimenticano” la spilletta sul tavolo quando se ne vanno. Se mi conosci, mi eviti!

Decido di pranzare alle 11:00, assecondando l’esperienza acquisita nei tanti anni di Play passati in code chilometriche e anche perché ho già fame. Senza arrosticini, che Play sarebbe?

Sunrise Lane

L’anno scorso non ho nemmeno fatto finta di avvicinarmi alla Horrible Guilds, troppo caldo in quel forno affacciato al corridoio principale. Quest’anno, invece, ne ho approfittato per provare un paio di giochi. Sunrise Lane è un gioco di Reiner Knizia, e questo già dovrebbe farvi capire molte cose: semplice, minimale, preciso. Funziona. È un gioco di piazzamento edifici, guidato dalle carte. Sostanzialmente hai due azioni: puoi pescare carta, oppure giocarne una o più per piazzare uno o più edifici su terreni dello stesso colore. Se un terreno ha un valore di due, ad esempio, si possono giocare fino a un massimo di due edifici dello stesso colore corrispondente, uno sopra l’altro. Ogni edificio deve essere connesso ad altri edifici, e per ognuno bisogna sempre giocare una carta del colore richiesto.

La “particolarità” è che, in base a dove piazzi, moltiplichi il numero di edifici per il valore scritto sulla mappa. Se, ad esempio, in un blocco da 4 ho messo 3 edifici, quasi il massimo possibile, ottengono 4×3 punti, ovvero 12. A fine partita, finiti gli edifici di un giocatore, si procede nella conta dei punti, sommando a quelli fatti nel corso della partita quelli dati dalle maggioranze per le aree coperte. È un Knizia in tutto e per tutto. Ringrazio Andrea e Simone, due dei ragazzi che giocano con me il giovedì sera, per avermi fatto compagnia mentre li stracciavo al tavolo. E dire che non vinco mai a nessun gioco… Fatevi due domande!

Quicksand

Altro gioco alla Horrible Guilds, questa volta fatto in casa da Hjalmar Hach e Lorenzo Silva. Quicksand è un Party game collaborativo a tratti frenetico. Abbiamo sul tavolo delle clessidre, poggiate su delle tessere, e un percorso dato da altre tessere. Lo scopo del gioco è fare arrivare tutte le clessidre al termine del percorso, giocando dalla propria mano delle carte. Ovviamente, non si potranno mostrare le carte ai compagni di gioco, ma si potrà parlare e decidere di comune accordo cosa giocare.

Giocando una carta, tutte le clessidre poggiate su una tessera con lo stesso colore di fondo o lo stesso simbolo rappresentato si muoveranno avanti di un passo e ruoteranno, scandendo il tempo entro cui dovranno nuovamente essere mosse. Semplice, no? Ah, no, dimenticavo, le clessidre non sono tutte uguali, alcune saranno da trenta secondi, altre da venti e altre ancora non ricordo, aggiungendo difficoltà a tutte le decisioni. Molto simpatico e piacevolmente frenetico.

Yatai

Dagli amici di Dawn Town Games mi fermo per provare Yatai, un gioco ancora in fase prototipale che in futuro vedremo su Kickstarter. Si tratta di un gestionale leggero per 2-4 giocatori con una durata di circa 30-45 minuti. Ogni giocatore dovrà gestire il proprio ristorante chiamato Yatai, cercando di organizzare quale cliente servire per primo, abbinandoli ai loro piatti preferiti, bevande e riciclando il vetro. I clienti, come è comune oggi, lasceranno recensioni al termine del servizio, dando ai giocatori la possibilità di avanzare su una scala di punti e ottenere bonus.

Sarà anche possibile interagire direttamente con gli Yatai degli avversari, inviando clienti turisti (meeple grigi) per rubare clienti più redditizi. Non sarà completamente negativo servire un turista, perché lascerà due recensioni! La parte grafica del gioco deve ancora essere realizzata, ma il resto sembra promettente. La gestione del vetro è fondamentale per il successo delle operazioni, un aspetto che ho costantemente dimenticato durante la mia partita e che mi ha portato a una sconfitta imbarazzante. Sicuramente lo acquisterò quando sarà disponibile.

Who’s the Boomer

La fiera sta per chiudere, ma mi ritrovo al tavolo con Alberto, Valentina e Damiano per provare un gioco allo stand della Clementoni: Who’s the Boomer. In questo gioco, tutti i giocatori devono scegliere una carta dalla propria mano e giocarla coperta davanti a sé. Ogni carta contiene un paio di domande con diversi livelli di difficoltà. Le domande sono pensate principalmente per i più giovani, quindi chi ha un po’ più di età potrebbe trovarle difficili. Io, ovviamente, sono un vero “boomer” e non conosco molte risposte. Tuttavia, il giocatore di turno lancia il dado e in base al colore che esce si determina la modalità di gioco.

Ad esempio, si prendono le carte di tutti, si mescolano e una carta alla volta viene posta una domanda a ciascun giocatore. Se il giocatore indovina, bene; altrimenti, se non indovina, incrementa la propria età su un altro piccolo mazzo di carte davanti a sé. È un gioco divertente e vivace, dove è permesso prendersi in giro. Ho fatto la mia porca misura e mi sono sentito più giovane!

Tutto di corsa

Arrivo all’albergo e scopro che parcheggiare è impossibile. Chiedo, faccio giri infiniti attorno alla struttura, ritardo, ma niente parcheggio. Boh, quattro frecce, check-in al volo, sciacquata alle ascelle e via a cena dallo Chef. Non racconto quanti eravamo e cosa abbiamo mangiato, ma è stato un piacere come sempre.

Fra bellissimo!

È sabato. Sono carico, una bella dormita di quasi quattro ore mi ha dato la giusta ricarica. Colazione abbondante: caffè e una fetta biscottata con marmellata, talmente sono pieno da ieri sera, e via alla fiera.

Stool Pigeons

Appena entro, mi fermo dal Folletto, Francesco Biglia, allo stand dedicato ai Kickstarter per provare sottobanco uno dei tanti giochini riportati dai suoi lunghi viaggi. Non sono riuscito a provare Tasso Banana per un soffio, sembrava interessante, e gli ho fatto qualche foto. Tuttavia, ho potuto provare quel gioiellino di Stool Pigeons, un gioco di carte per chi ama i piccioni e odia i propri amici. Ok, in realtà odio anche quei topi con le ali, ma in questo gioco li adoro!

Lo scopo del gioco è avere la somma delle quattro carte più bassa rispetto a quelle dei tuoi avversari. Il problema è che delle nostre carte conosceremo solo le due più basse. Ad ogni turno bisognerà pescare una carta e aggiungerla alle quattro, scartandone una nel mazzo degli scarti. Se la carta scartata contiene un’azione, questa viene eseguita. Si possono scartare carte per scambiarne una propria con una degli avversari, guardare una carta e fare altre azioni simili. Si può anche tentare di scartare una carta dello stesso valore di quella in cima agli scarti, così da ridurre le proprie carte. Il gioco termina quando un giocatore dichiara di avere il set di carte dal valore più basso, verificando le carte di tutti. È davvero un gioco divertente, ma molto probabilmente non sarà disponibile in Italia. Confido in Francesco.

Vado un paio d’ore da Pendragon, nella blue room, per provare un gioco denominato Progetto E del bravo Mauro Chiabotto, di cui non posso assolutamente parlare. Vi dico solo che è una figata! Scriverò un articolo appena mi sarà data la possibilità di farlo.

Axo

Dopo giri e giretti a farmi foto, birre e chiacchiere con amici, arrivo allo stand di Playagame Edizioni per provare Axo, il nuovo gioco di Simona Greco e Marco Rava. Che poi farselo spiegare da Lorenzo Gheri, con il suo accento toscano, aggiunge valore al titolo del gioco. Un mazzo di carte e dei pennarelli riscrivibili. Partendo da un set di 7 carte per ogni giocatore, tre di queste dovranno essere giocate davanti a sé per essere completate, mentre quattro resteranno in mano per giocare le azioni.

Il giocatore di turno dovrà decidere quale carta giocare delle quattro, mettendola al centro del tavolo ben visibile a tutti. Chiamerà dunque un colore, dei tre presenti nel gioco, dopodiché colorerà sulle tre carte davanti a sé i quadratini con il colore chiamato, tenendo conto della forma del tetramino presente sulla carta giocata. In pratica, riporterà lo stesso simbolo della carta giocata sulle tre carte davanti a sé, colorando però solo i quadrati che lo compongono dello stesso colore chiamato. Gli altri giocatori potranno colorare i quadratini di una carta, lo ripeto, solo una carta, sempre rispettando il colore chiamato e la forma del tetramino, ma guardando la carta del primo giocatore rispetto alla propria angolazione di visuale.

Quando un giocatore avrà completato tutti i quadratini di una carta, la scarterà ed eseguirà eventuali azioni presenti sulla stessa, che generalmente faranno colorare un quadratino a destra o sinistra, a scelta o di un colore ben definito. Completando una carta, bisognerà aggiornare la classifica, disegnando un quadratino in una carta apposita con tutte le track dei giocatori. Si otterranno dei bonus completando una carta sola, ovvero delle azioni extra per colorare un quadratino a proprio piacere, delle carte in proprio possesso. Completando invece più carte contemporaneamente, si otterranno maggiori punti, ma nessun bonus.

È un gioco semplice e molto caruccio, che purtroppo non era disponibile per l’acquisto. Così semplice che una volta alzato, sono arrivati dei ragazzi per provarlo e, a causa di un momentaneo sovraffollamento nello stand, mi sono improvvisato dimostratore senza alcuna difficoltà.

Fresh Fruits

Appuntamento con il gioca con il… boh, blogger? Content Creator? Non saprei. Comunque, vado a provare da Oliphante il gioco di Francesco Calvi, alias Boardgame Francesco. Ne avevo sentito parlare bene e lo volevo provare da tanto, e finalmente a Play ho potuto farlo. È un gioco semplice e veloce da spiegare. Bisogna pescare tessere doppie e posizionarle nel proprio cesto della frutta, ovvero una griglia di 5×4 frutti in quattro giocatori, cercando di mantenere la frutta più pesante sotto e quella più leggera sopra. Si faranno punti per la frutta nella posizione corretta e per la realizzazione degli obiettivi, scelti in fase di setup. Non approfondisco ulteriormente perché voglio parlarne separatamente e in maniera più approfondita.

Ma dove stavo guardando?!

Ricordi

Gioco, birra, gioco, birra, mi pare lo abbiate capito ormai. Mi fermo dagli amici di Fustella Rotante e per la prima volta non si percepisce disagio nell’aria. Solo foto, abbracci, birra e affetto. Sono momenti che mi porterò per sempre dietro, anche grazie a una bellissima istantanea. Poi però devo scappare, ho un appuntamento.

Ahotnik

Sono stato reclutato per difendere l’onore dell’armata americana, al fianco del mio copilota Ian, del canale Meepleordie. Attorno a noi altri Content Creator: due ragazzi di Al4oPiù, due della Tana dei Goblin e altri due del Dunwich Buyers Club, tutti decisi a spaccare i culi agli avversari. Ahotnik è attualmente ancora su Kickstarter, nel momento in cui scrivo, a un passo dal funding, anche se più indietro di quanto ci si aspettasse. Speriamo bene perché il gioco merita tantissimo. In pratica, siamo piloti di robottoni che devono difendere la Terra dagli attacchi di nemici venuti dallo spazio, ma anche dall’attacco di altri robottoni della Terra. Macchine giganti, ognuna con il proprio colpo d’attacco speciale, che possono essere guidate soltanto mediante l’utilizzo di due piloti e della loro intesa.

I due giocatori della stessa squadra potranno scegliere fra due delle tre tessere per fare eseguire al proprio robottone le azioni volute: muovere, attaccare, fare sei azioni speciali come, ad esempio, ripristinare punti scudo, muoversi velocemente o eseguire un attacco potente. In base al valore assegnato al tassello, posizionandolo in uno slot da 1 a 6, si determineranno valore e posizionamento. Ad esempio, se decido di fare muovere il Mech verso la posizione 4, dovrò mettere il tassello movimento sulla posizione 4. Il mio compagno vedrà solo in che posizione avrò messo il tassello, ma non sapendo di quale tassello si tratti. Lo potrà intuire a seconda della situazione e immedesimandosi nel compagno, ma non sarà affatto semplice. Per muoversi sarà necessario che anche il compagno decida di usare il tassello del movimento, altrimenti i comandi non risponderanno.

Se ci sarà accordo totale, quindi sia tassello che posizione uguale, il robottone muoverà di due passi nella direzione scelta. Se non ci sarà accordo completo, con due tasselli uguali ma numeri discordanti scelti dai due piloti, si procederà nel tiro del dado per assegnare a una o l’altra posizione l’effettivo movimento. Qui avevo un dubbio, ritenendo la scelta casuale una cosa sbagliata, ma poi giocando ho capito le ragioni di questa scelta, lasciando la possibilità a chiunque dei due piloti di avere la meglio. Pensate che frustrazione per il giocatore, consapevole dell’errore del compagno, impossibilitato ad avere la possibilità di raddrizzare le cose, demandando tutto a qualche decisione presa a tavolino, come ad esempio il primo di ordine di turno che ha l’ultima parola. Il dado diventa una soluzione imparziale.

Per questo gioco serve intesa e coordinazione. Serve saper leggere le mosse degli avversari e capire in anticipo cosa fare. Serve intuito e, soprattutto, non serve la quantità d’alcool che ho addosso. Nonostante questo, e una partenza a singhiozzo (anche se un po’ per tutti), man mano riusciamo a entrare nel gioco. E quando riesci a incastrare le cose, facendo eseguire al tuo Mech quello che vuoi, beh, lì è una cosa davvero figa. Abbiamo perso di un soffio, però ci siamo battuti alla grande e ci siamo divertiti molto. Che peccato sarebbe non avere questo gioco!

Che trio!

A cena con gli amici

Incredibilmente, sta finendo anche sabato. Non ho provato molto, anche perché ho fatto sessioni lunghe. Altra birra in compagnia con una marea di persone, mentre si chiacchiera e si fanno selfie come se non ci fosse un domani. Probabilmente sono il più vecchio lì in mezzo, ma mi sento più giovane. Però devo fare ancora una cosa prima di andare. Faccio una scappata al padiglione F per provare Terxo, un gioco astratto di legno, davvero semplice e difficile allo stesso tempo, ma di cui parlerò meglio a breve. Dico solo che ho scoperto di essere una pippa assurda a sto gioco! Accompagno Nicola e Claudia al loro appartamento, poi corro in albergo.

Ritardo, zero parcheggio. Lascio la macchina in tripla fila in uno spiazzo dove ho visto altri temerari farlo, per poi scoprire soltanto dopo che è il parcheggio dei vigili urbani. Mi avranno creduto uno di loro, nessuna multa. Salgo, doccia in due minuti e sedici secondi, e poi di nuovo via per la cena. Sono questi i momenti che amo di Play, non la doccia fredda in meno di tre minuti, ma il tempo con gli amici che vedi una o due volte l’anno. E poi la panza piena! Tanti discorsi e scene al limite del surreale, come quella della signora dietro Flavio che pareva volergli dare una bottigliata in testa. Poesia.

Yucatan

Domenica arrivo e al volo provo Yucatan allo stand di Studio Supernova, spiegatomi dal buon Marcello. Gioco in cui ci si mena, ma che richiede una buona dose di strategia per ottenere punti. Mi lasciava perplesso la plancia centrale con poche zone in cui potersi muovere, ma ho capito che il desiderio dell’autore era proprio quello di spingere costantemente i giocatori allo scontro. Mi ha ricordato un po’ i giochi alla Lang. Bella la fase di gestione della propria fazione, utilizzando mais e giada per potenziare le azioni a disposizione e ottenere “alleati” momentanei per gli attacchi, come coccodrilli, ragni e altri ancora che non ricordo.

Il vero gioco lo si fa muovendosi sulla mappa. Entrare nelle città e vincere contro gli avversari, sfruttando carte e maggioranze, ti permette di ottenere dei bonus. Incrementare le proprie risorse, vincendo battaglie e facendo prigioniere le miniature avversarie, offre la possibilità di investire a fine turno per ottenere punti, con una particolarità: nel turno successivo dovrai investire maggiori risorse o prigionieri per ottenere punti. Quindi ci si mena, ma bisogna fare attenzione a distribuire risorse ed equilibrare il tutto. Me lo aspettavo più complesso e lontano dai miei gusti, invece mi ha piacevolmente stupito. Quasi quasi…

Brancalonia

Ci siamo, è il momento che aspettavo con trepidazione. Ho raggiunto una delle sale superiori per partecipare a una sessione multitavolo di Brancalonia, gioco di ruolo di Acheron Games a tema spaghetti fantasy, ispirato al folklore italiano di Calvino, Collodi passando per la cinematografia de “L’Armata Brancaleone”, “Attila Flagello di Dio” e tanti altri prodotti che un tempo si definivano trash, ma che oggi sono stati rivalutati dalla critica. Un’ambientazione 5E dove i giocatori sono canaglie allo sbando nel Regno di Taglia, un’Italia al rovescio dove spiccano regioni e località come la Pianura Pagana o la Penumbria, ognuna con le proprie superstizioni e meraviglie da scoprire.

Naturalmente sfuocata…

Ho partecipato a questa cosa fighissima, centocinquanta persone divise su più tavoli a giocare la propria storia, ma legata a filo continuo alla trama principale. Un Mauro Longo in grande spolvero, che vestito in maniera discutibile, guidava un collettivo di figuranti e veri e propri attori nei panni dei personaggi principali, dispensando fette di salame e otri di vino, e invitando canaglie a partecipare ai giochi da bettola. Cosa poteva mai andare storto? Nulla, e infatti è stata una figata assurda. Lo rifarei anche domani! diventerà una mia tappa fissa a ogni Play!

figa che flash!

La Tana dei Goblin

Tutti quelli che ho incontrato e che lamentavano di non trovare un posto per giocare, li ho mandati al padiglione C. Secondo me, la cosa più bella di Play di quest’anno è stata avere finalmente un padiglione in più. Gli scorsi anni, il padiglione C era quello dove passavi per un saluto e poi scappavi via, invece quest’anno ha portato tantissima gente a visitarlo per giocare. L’intero padiglione praticamente dedicato al gioco libero grazie alla Tana dei Goblin, con tantissimi dimostratori e moltissimi tavoli. Bellissimo.

Ho potuto vedere Marco e Sava e giocare con loro insieme ad altri amici come Tania e Tommaso a Deep Sea Adventure e Flotsam Fight, entrambi della Oink Games. Push your luck il primo, in cui dovremo cercare di arraffare bottini sottomarini e tornare nel sottomarino prima che la riserva d’aria comune finisca, e gioco di carte il secondo, che a tratti mi ricordava 6nimmt!, in cui devi disfarti delle carte associandole a degli stack sul tavolo, in cui fanno fede i multipli. Ad esempio, un 35 potrà essere scartato nello stack del 5 o del 7, ma solo se le carte già presenti saranno di valore minore. E poi Christian, Manuel, Francesca, Andrea e tantissimi altri amici, tutti lì insieme, per un abbraccio.

Finita Play

E poi, via. Per me Play finisce a metà pomeriggio, dopo mille saluti e altrettanti abbracci e ora di rimettersi in viaggio. Solitamente scappo via subito dopo pranzo, ma quest’anno ho fatto davvero fatica a lasciare Modena. La play più bella di sempre, ma che allo stesso tempo ha lasciato l’amaro in bocca per quello che è successo in Emilia. Sarei falso se dicessi che sta cosa non si è sentita, il pensiero per quanto successo era presente ovunque. Ho visto troppi occhi lucidi e ascoltato troppe parole da far rabbrividire, ma ho percepito anche tutta la forza e l’orgoglio di quelle persone. Ora ho ancora più rispetto per loro, per quello che hanno passato e per quello che hanno vissuto in quei giorni. Non so se io avrei avuto la stessa forza.

Mi metto in macchina con il mio bottino: tanti bellissimi momenti passati insieme a tanti amici. Però è bello anche tornare a casa, vuoi mettere poter andare in bagno senza dover far la coda?!

Viva Play! Evviva Play! Viva Play! non fateci caso, devo far contenta la seo, evviva Play! Viva Play! Viva Play! La la la….

Gioco spaziale di Nestore Mangone e Tommaso Battista a IdeaG 2023

IdeaG 2023: non ho più il fisico

L’anno scorso non mi sono limitato a scrivere un articolo con il report di Ideag, ma ben due, entrambi abbastanza corposi e pieni zeppi di giochi. Questo dovrebbe far capire quanto ci abbia dato dentro a provare prototipi. Quest’anno invece ve ne propongo soltanto uno con pochi titoli, e anche questo dovrebbe far capire molte cose!

Badge per iscrizione a IdeaG 2023

Non ho più il fisico 

Teoricamente avrei potuto iniziare a scrivere di IdeaG già da domenica, essendo tornato a casa presto, ma la stanchezza e la voglia di far riposare il cervello hanno avuto la meglio. Che poi sta cosa che sono fuori forma l’ho intuita fin da sabato, quando a cena ho scoperto che Andrea Dado aveva testato qualcosa come quattordici prototipi. Il doppio del sottoscritto! 

Luca Borsa IdeaG 2023
Una foto con il grande Luca Borsa! E quando mi ricapita?!

Prima però: cos’è IdeaG? 

IdeaG, lo dico per quei pochissimi lettori che ancora non lo sapessero, è l’incontro tra autori di giochi da tavolo organizzato da SAZ Italia, la sezione italiana dell’associazione internazionale autori di giochi da tavolo. Quello di Parma è l’evento nazionale in cui arrivano autori da tutta Italia con i propri prototipi, ma non l’unico, infatti durante l’anno si tengono altri incontri, più piccoli, sparsi in quasi tutte le regioni. IdeaG è una macchina ben oliata, in continuo movimento e che cresce di anno in anno. Basti pensare che questa edizione ha visto più di 160 autori, circa 90 playtester e la presenza di 24 case editrici con più di 50 operatori! Fra tutti gli organizzatori da elogiare scelgo il mio caro amico Matteo Sassi perché so l’impegno e le ore passate negli ultimi mesi ad assicurarsi che tutto andasse per il meglio. 

Perché IdeaG è un evento irrinunciabile?

Partecipare come autore a IdeaG permette di accrescere le proprie conoscenze in ambito ludico, superando i propri limiti, facendosi aiutare a guardare le cose da altri punti di vista. Non solo, IdeaG permette agli autori, aspiranti o già affermati che siano, di mostrare alla comunità ludica il proprio lavoro affinché gliene venga attribuito il merito. Perché? Semplicemente perché è il metodo migliore per tutelare il lavoro di un autore di giochi, in quanto non c’è possibilità di brevettare un gioco da tavolo

Partecipare come playtester permette agli appassionati di fare parte del processo creativo che sta dietro la nascita di un gioco da tavolo, spesso marginalmente, ma qualche volta anche in maniera determinante. In una IdeaG puoi alzare lo sguardo e cogliere le idee che fluttuano sopra ogni tavolo, seguirne il flusso e sentirti parte di esse. Puoi essere presente alla nascita di un gioco da tavolo e poter dire: “ehi, l’ho giocato prima che uscisse!”

Blogger in giro a IdeaG 2023
Sti maledetti blogger… Rovineranno il mondo!

Bando alle ciance

Ok, l’ho tirata troppo per le lunghe, ma ci tengo a queste formalità. 

La mia IdeaG inizia col botto. Una volta arrivato, prima ancora di poter fare il check-in, vengo tirato per mano al mio primo tavolo. Cioè, non ho nemmeno fatto tre passi che già mi ritrovo seduto, ma diciamo pure che non ho opposto poi molta resistenza.

Tommaso Battista e Nestore Mangone a IdeaG 2023

S*****genesi

Dalla coppia Tommaso Battista e Nestore Mangone, questo gioco a tema spaziale mi ha colpito come uno schiaffo, non lasciando nemmeno il tempo di capire dove fossi. Il titolo l’ho occultato per ragioni che non vi sto a dire…

Gioco spaziale a IdeaG 2023

Che poi io questo gioco l’ho cercato nella lista dei prototipi per vedere se c’era un altro nome, ma non l’ho trovato. Dopotutto si tratta di un prototipo davvero molto fresco e con ancora parecchio da sistemare, ma che lascia già intravedere delle soluzioni davvero molto interessanti. Non che mi aspetterei nulla di diverso, viste le abilità dei due autori. L’idea di asteroidi che colpiscono i pianeti portando la vita, ma solo se si riesce a stare entro un range di temperatura, mi è piaciuta molto. 

Alma Ata

Alma Ata a IdeaG 2023

Magicamente si sono già fatte le undici e non ho ancora fatto più di tre metri dentro il salone! Esco un attimo a completare il check-in, metto la maglietta d’ordinanza del blog, e vado a trovare il buon Carlo Camarotto che in coppia con Francesco Testini propone un gioco per due giocatori.

Un family plus di gestione carte con un set collection molto interessante, soprattutto per l’idea dei moltiplicatori limitati per i punteggi. L’idea è quella di acquistare merci dalle bancarelle, sfruttando un unico compratore che di fatto dividerà queste ogni volta fra i due giocatori. Le azioni, mediante l’utilizzo di carte, determinano il sistema di suddivisione delle merci, offrendo spunti di riflessione intensi. Le stesse carte, se non scartate per fare le azioni, si potranno utilizzare per fare punti… Altra cosa degna di nota sono le merci contraffatte, cubetti tarocchi che appesantiscono il proprio bottino e che innescano una bella situazione di push your luck. 

Plancia di Alma Ata a IdeaG 2023

L’unico difetto riscontrato è la durata leggermente superiore a quanto ci si aspetterebbe da un gioco di questo tipo, ma nulla che non sia facilmente risolvibile. Un gioco davvero ben realizzato.

Proseguendo nel mio girovagare, faccio finalmente il giro dei saluti, incontrando vecchi e nuovi amici e curiosando qualche tavolo. In realtà si è fatta già una certa e quindi vado a pranzo. 

Savorgnan 

Savorgnan a IdeaG 2023

Neanche il tempo di digerire e mi ritrovo al tavolo di Roberto Pestrin per giocare un gioco da lui presentatoci come “nulla di che”, e che invece si è rivelato essere curato e con un flusso di gioco piacevole. Soprattutto il lavoro fatto a livello storico mi ha colpito: già dal titolo, ispirato a una famiglia friulana del 1500 coinvolta nella più grande rivolta contadina d’Italia, dove pare che i protagonisti furono d’ispirazione per la creazione dei personaggi di Romeo e Giulietta…

Carte di Savorgnan a IdeaG 2023

Principalmente si tratta di una sorta deck bulding dove devi costruire un motore comprando edifici e attivandoli con i propri personaggi. Il mazzo di carte durante i turni tenderà a riempirsi di robaccia e bisognerà cercare di snellirlo per evitare di prendere punti negativi. 

Mostri nel cassetto 

Mostri nel cassetto

Decido di scendere di gradazione (non alcolica tranquilli, quello mai) e mi fermo dal caro Filippo Brigo per provare un gioco per bambini suo e di Renato Millioni. Semplice ma fresco, una cosa tipo scale e pirati, ma con una leggera parte deduttiva legata al fatto che i giocatori non conoscono a chi corrispondono gli altri personaggi sul percorso. In pratica, giocando una carta nell’armadio, nel letto o nella finestra si muovono i personaggi dei colori riportati sulla stessa, se poi la carta giocata combacia con l’elemento d’arredo, si innescano delle combo attivando i simboli uguali sulle stesse righe. Giocando invece la carta nella lampada, si ottiene l’effetto contrario facendo arretrare i personaggi dei colori riportati e ricostruendo o spostando le scale che normalmente cadono dopo il passaggio dei personaggi. C’è da lavorarci, ma io me lo immagino già in versione Monsters and co…

The Zombeaver
Mario

Dopo aver fatto pausa birra con il buon The Zombeaver, Mario all’anagrafe, e Boardgame Francesco, ribattezzato per l’occasione DJ Francesco, torniamo a cercare un tavolo.

Castrum

Castrum a IdeaG 2023

Un gioco di conquista in cui le carte città acquisite vengono messe nella propria area, potendo così usufruire di effetti immediati o di fine partita, ma che carta dopo carta si spostano fino ad arrivare nel proprio mazzo coperto, esaurendo le loro caratteristiche. Un gioco dove si lanciano dadi a volontà e in cui la fortuna ha un peso non indifferente, ma che si lascia giocare con piacere e che ho trovato ugualmente affascinante.

Spada in omaggio

È un gioco ambientato nelle città umbre che però si presterebbe bene alla creazione di espansioni. Mi piacerebbe una versione con le città dell’altomilanese! Qualcuno mi ha sussurrato all’orecchio che ricorda un gioco di Knizia, ma onestamente non saprei. Fatto sta che mi hanno regalato anche una spada!

Berlino 1960

Berlino 1960 a IdeaG

Proseguendo nel mio girovagare, mi fermo al tavolo di Flaminia Brasini e Virginio Gigli per un party game insieme allo splendido Luigi Bove de Feo di Joco Game Studio.

Ecco, forse party game nel vero senso della parola non direi proprio. Un gioco a fazioni: CIA e KGB, con un tracciato punti alla Twilight struggle, così come le tematiche. Lo scopo sarà ovviamente quello di fare vincere la propria fazione segreta e riuscire a determinare i ruoli degli altri componenti, giocando carte coperte e rivelando azioni che andranno direttamente a coinvolgere gli altri giocatori. Fra proiettili vaganti e congetture fallaci, il rischio di affossare la propria squadra è veramente alta. Naturalmente ho sbagliato tutto, battezzando come nemico Virginio e subendo da lui lo stesso trattamento prima di accorgermi con tremendo ritardo dell’errore.

Carte di Berlino 1960

Al tavolo a fine partita per descriverlo è stato usato un aggettivo come “freddo”, non in un’accezione negativa, ma proprio di coinvolgimento emotivo e di immersività. Effettivamente questo gioco mi ha lasciato sensazioni positive e non mi dispiacerebbe rigiocarci. Sbrigatevi a farvelo pubblicare!

Sudonuts

Continuo sempre più lentamente il mio girovagare tra i tavoli e mi fermo a provare una sorta di sudoku con i donuts.

Non faccio foto perché sono già in fase calante e il mio cervello inizia a farmi brutti scherzi, quindi vi propongo l’immagine presa dalla lista dei prototipi inviatami da IdeaG. In questo gioco in solitario di Marco Rava e Simona Greco bisogna ricomporre uno schema, piazzando tutte le ciambelle in modo che non si ripetano su righe e colonne. Adoro i sudoku e regolarmente mi confronto con quelli più complessi, ma in questo caso ho difficoltà a completarne uno semplice e capisco che è arrivato il momento di alzare bandiera bianca. Peccato perché avevano un altro paio di giochi che mi incuriosivano mica poco…

Giusto il tempo di buttare un’occhiata a un paio di titoli della serie “vorrei, ma non posso” fra cui: Pionieri di Simone Prex, Moonbase di Fabio Lopiano e Nestore Mangone, e Central Park’s Tycoons di Andrea Mainini e Bruno Cathala (anche se quest’ultimo gioco era più un “vorrei ma non c’è mai posto”), poi il buio.

Loschi figuri in quel di Parma 

Boardgame Francesco a IdeaG 2023

Dopo una buona cena e il gioco della serata (la creazione di un gioco al tavolo a tema pesce d’aprile a IdeaG), non riuscendo ad imporre l’ennesimo gioco di schicchere, come da tradizione, mollo tutti ed esco a prendere una boccata d’aria. È relativamente presto ma sono sfatto: “Tra mezz’ora vado a letto”, ripeto come un mantra, ma attorno a me si scatenano strani eventi.

A pranzo con gli amici a IdeaG 2023

Gente alticcia che mi rapisce coi suoi discorsi arzigogolati, chiedendomi il nome tipo sette volte nell’arco di due ore e incalzando il povero Gonzalo Aguirre Bisi, costretto a spacciarsi per un non giocatore di passaggio pur di scampare a ulteriori domande biascicate. Risate e discorsi senza senso, accompagnati da amari e folate d’aria fredda nel dehor dell’hotel. “Entro dentro che non ho più il fisico”, fra i sorrisi di Ylenia D’abundo e Matteo Gravina, che ostentano tutta la loro giovinezza e mi fanno invidia mentre mi alzo dal divanetto con un “oplà”.

Ironicometro valore basso
per informazioni clicca qui

Come se non bastasse arriva Pestrin, che consapevole del mio bisogno di sonno, mi attira in un tranello proponendo birre e abbindolando alla stessa maniera il povero Mauro Longo. Poverino, mi sa che non verrà più. Finiamo a parlare un’ora su un divanetto di Cangaçeiros, prossimo suo gioco edito da Ergo Ludo Editions, che già mi attirava e che ora per colpa sua voglio assolutamente!

Eolo card game

Domenica. Mi sveglio e non ricordo come sia arrivato in camera. Colazione e si torna all’attacco.

Eolo a IdeaG 2023

Mi fermo da Marco Legnani, il mio copilota, per provare il suo gioco proposto al Premio Archimede. L’ho intravisto tante volte alle serate gioco che organizzo insieme ad amici il giovedì e a cui partecipa anche Marco, ma non ho ancora avuto modo di provarlo. Bisogna associare la carte per colore e simbolo, seguendo le logiche dettate dalle righe, per creare il proprio impianto eolico. C’è interazione nel momento in cui qualcuno decide di attaccare il tuo impianto, sfruttando carte apposite. Il fatto di essere arrivato a metà spiegazione e che pur non avendo capito alcune cose abbia vinto, mi ha lasciato perplesso. Può diventare davvero un bel gioco, ma c’è da lavorare sul bilanciamento e ovviare ad alcuni evidenti problemi di scalabilità. 

Meteo

Meteo a IdeaG 2023

Sono carico, vado dal caro Tobia Botta, l’ho conosciuto l’anno scorso e me lo ricordo spaesato ed emozionato, invece a sto giro lo vedo a suo agio e carico a pallettoni. E poi i suoi giochi mi piacciono sempre molto! 

Gioco di carte con meccanica di push your luck. Devi pianificare le vacanze e prenotare nella speranza che il tempo sia dalla tua parte, per farlo dovrai raccogliere punti sole. Ogni round si gireranno sette carte, una alla volta, e i giocatori potranno decidere se prenotare la settimana o meno, valutando i segnalini sole e pioggia già usciti. Il gioco è immediato e accessibile già dalla giovane età, ma forse un pelino troppo lungo. Meglio togliere qualche settimana.

Torri di Bologna 

Torri di Bologna IdeaG 2023

Incontro Giorgio Galbusera, un autore che non conosco e che mi propone Torri di Bologna, un prototipo davvero molto bello esteticamente. Sostanzialmente un gioco di maggioranze dove si piazzano tessere esagonali, si giocano carte personaggio con abilità e si innalzano torri per fare punti. Ergonomicamente difficoltoso alzare torri con i cubetti, ma già me lo immagino con elementi impilabili e strutture sagomate. Mi piace, forse da sistemare il sistema di punteggio, trovando illogico che si assegnino punti solo per le altezze e non anche per il numero di torri costruite. Sul tavolo fa comunque la sua porca figura.

È arrivato il momento di finire in bellezza con un altro gioco all’apparenza tosto. 

Non ricordo il nome, ma sicuramente inizia per T

Sembra Terramystica il nuovo gioco di Daniele Tascini a IdeaG 2023

Dopotutto se l’autore è Daniele Tascini, non è che puoi aspettarti un gioco family…

Arrivo come tappabuchi a fine spiegazione del regolamento, per una defezione dell’ultimo secondo. Per fortuna mi viene rispiegato, anche se tipo messaggi vocali di WhatsApp in 2x. Un gioco di civilizzazione con una gestione dei dadi abbinata alle azioni legate principalmente all’espansione delle civiltà.

Ho capito un terzo di quello che devo capire, ma a quello ci sono abituato. Il gioco è anti intuitivo all’inizio perché ti viene da ragionare sulle civiltà dei quattro colori, ma in realtà tu, nelle vesti di una divinità, dovrai puntare sulle civiltà più sviluppate e spingere affinché accrescano il loro valore. Ho capito realmente quello che devo fare e come farlo solo a metà partita, dopodiché è risultato meno ostico di quanto pensassi. Anche qui siamo agli inizi, ma sono sicuro che ne uscirà un bel gioco che vorrò in libreria.

Per fare test ci vuole la testa 

Per me IdeaG finisce qui, all’ora di pranzo faccio il giro dei saluti. Non ho nemmeno fatto l’ultima partita “alla cieca” con Stefania Niccolini, quella dove ci spiegano il regolamento, ma siamo talmente sfatti da giocare con regole nostre! Sono andato via prima. Quest’anno ho visto tanti bellissimi prototipi, ne ho provati davvero pochi e sta cosa mi dispiace un casino. Però so che l’importante non è vincere, testare. 

Copertina Foxy

Foxy, sii una volpe!

Sono un giocatore piuttosto selettivo e monotono nella scelta dei giochi, ho le mie preferenze e quando posso non mi discosto molto da quelle. Ho però una qualità: sono curioso. Sì, sono ludicamente curioso, ed è così che la mia curiosità mi ha portato alla scoperta di Foxy

Scatola di Foxy

Questione di numeri 

Durante la scorsa Ultracon, una bella fiera nerd a Cremona a cui sono stato invitato dagli amici de La Buca del Coboldo, mi sono imbattuto nello stand della Gate on Games. La mia attenzione è stata immediatamente catturata da una manciata di persone attorno a un tavolo, tutte prese a elencare con enfasi dei numeri, manco stessero giocando alla morra. Non avendo visto rivoli di sangue o luccichii di lame, mi sono tranquillizzato e avvicinato a loro per capire meglio di che gioco si trattasse.

immagine presa da qui

Sono rimasto un po’ a guardare mentre iniziava immediatamente un’altra partita. Con ritmo sostenuto e metodico, uno dei ragazzi girava una carta dopo l’altra scrivendo su una plancetta insieme agli altri giocatori un numero. C’era sicuramente meno chiacchiericcio e più attenzione ora, ma ugualmente volavano battute atte a depistare e aggiungere confusione al gioco. Sono rimasto un po’ a guardare senza capire la logica finché, furbamente, ho fatto l’unica cosa sensata che potessi fare: chiedere informazioni allo stand.

Copertina Foxy

Foxy, la memoria fa brutti scherzi!

Foxy è un gioco di memoria per 1-5 giocatori dagli 8 anni in su, per partite dalla durata di 10-15 minuti massimo. Il gioco è semplice, devi osservare ogni carta rivelata, ricordare il numero di animali dello stesso tipo precedentemente scoperti, e segnare il totale sulla propria plancetta. Fare una stima di quanti animali di quel tipo sono stati rivelati fino a quel momento e prenderne nota, casella per casella, fino alla ventesima carta.

Plancia conteggio punti Foxy

Il sistema di punteggio, tanto semplice quanto geniale, attribuisce punti pari a quanto scritto nella casella corrispondente per ogni numero stimato uguale o inferiore al reale numero di animali. Zero punti se si sarà segnato un numero maggiore. Una volta per partita, in un round a nostra scelta, si potrà cerchiare il numero appena scritto scommettendo sull’esatto numero di animali e ottenere il doppio dei punti se corretto. Zero in caso di errore. 

Una volta rivelate tutte le carte, il mazzo verrà capovolto e risolto una carta alla volta, tenendo traccia sulla plancetta conteggio di tutti gli animali usciti. Ogni giocatore potrà controllare per ogni casella l’esito delle proprie stime, sommando tutti i punti raccolti.

Conteggio punti a Foxy

La carta volpe e le sue varianti 

In fase di setup, si dovranno scegliere 19 carte a caso fra le 48 disponibili e aggiungere la carta volpe. Questa carta, quando rivelata, richiederà ai giocatori di scrivere un numero pari alla quantità di diversi tipi di animali fin lì scoperti. 

Per variare il gioco si potrà decidere di utilizzare delle varianti incluse nel regolamento, come ad esempio quella di attribuire alla carta volpe, anziché il numero di animali diversi, il numero dell’animale più visto fino a quel momento. Altra variante interessante, che rende il gioco più complesso, sarà quella di attribuire punti a fine partita solo per i numeri esatti, considerando sbagliati anche quelli inferiori. 

Nella scatola di Foxy

È questione di ritmo  

Il segreto del divertimento di Foxy sta tutto nelle mani di chi gira le carte. Andando troppo piano i giocatori potrebbero annoiarsi, perdendosi in conteggi mentali pesanti, andando troppo veloce invece li si potrebbe scoraggiare, trovando frustrazione e perdita di attenzione. Come per ogni cosa ci vuole la giusta misura. Chi gira le carte dovrà mantenere un ritmo sostenuto ma equilibrato, facendo attenzione a coprire le carte precedenti e lasciare il giusto tempo di guardare la carta a tutti i giocatori.

Carte Foxy sparse

Gli animali presenti nel gioco sono soltanto 9, ma per ogni carta potranno essercene fino a un massimo di 3. La loro distribuzione, la posizione che cambia da carta a carta e il poco tempo per pensare, porterà fin da subito a confondere le idee di ogni giocatore. Se poi consideriamo che alcuni animaletti fetenti si nascondono dietro gli alberi, si comprende quanto possa risultare complesso tenere il conto!

Sfondi carte e animali di Foxy

A tal proposito

Complimenti all’autore, David Spada, per aver creato un gioco molto divertente ed elegante. Foxy è un titolo adatto a tutti i tipi di giocatori soprattutto grazie a un sistema di gioco immediato e pulito, ma parte del suo successo lo deve sicuramente anche a Stefano Tartarotti, autore dei bellissimi disegni. Uno stile riconoscibile e piacevole che ho imparato a conoscere in questi ultimi anni, grazie soprattutto al connubio tra fumetto e gioco del bellissimo Un Giorno da Cana. E poi il musetto di quella volpe è davvero troppo simpatico, con quel nasino nero lucido che sulla scatola è liscio anche al tatto.

La volpe di Foxy

In conclusione 

Foxy può essere giocato anche in solo, o addirittura con più delle 5 persone indicate sulla scatola, bastano solo un po’ di furbizia, dei fogli di carta e delle penne. Il gioco è perfetto per ogni tipo di giocatore. Il regolamento è semplice da spiegare e la durata di ogni partita si attesta sui 10 minuti circa. Buona variabilità grazie al numero di carte a disposizione e alle varianti che potranno aumentare o diminuire il livello di difficoltà del gioco.

Il gatto e la volpe
Noto una certa somiglianza

Giocato fra adulti resta godibilissimo e divertente, soprattutto se si aggiunge un po’ di caciara per far sbagliare gli avversari. Sicuramente, dopo le prime carte, la conta degli animali diventerà impegnativa e metterà il giocatori davanti a forti dubbi: sono sicuro che sia questo il numero giusto o è meglio scrivere uno più basso, così da essere sicuro di fare punti e non “sballare“?

Dopo qualche partita ho capito che più che una volpe, sono come Dory

Immagine presa da qui

Anch’io dimentico ogni cosa nel giro di pochi secondi! A proposito, dovevo scrivere un articolo, ma non ricordo più su cosa…

Immagine copertina Papyrus

Papyrus – Il vincitore

Papyrus è il vincitore del premio Gioco Inedito dell’anno appena presentato all’ultima edizione di Lucca Comics and Games 2022. Un gioco di gestione mano di carte, set collection e maggioranze, dove da 2 a 4 giocatori dagli 8 anni di età si sfideranno in partite veloci da 20 minuti circa. Con un regolamento snello e ben scritto, il gioco risulta facilmente comprensibile anche da giocatori acerbi, ma richiede un minimo di attenzione al tavolo, soprattutto nella risoluzione delle carte Frammento e nel conteggio finale dei punti.

Scatola di Papyrus

Partiamo dalla fine, manco fossi Tarantino

Che emozione! Sono nei ringraziamenti del gioco vincitore del premio Gioco Inedito 2022, promosso da Lucca Crea e dalla DV Games! Non è la prima volta che compaio nei ringraziamenti di un gioco, ma questa volta mi sento ancora più coinvolto perché, come si suol dire, l’ho visto nascere!

Ringraziamenti nel manuale di Papyrus

Ovviamente sono nei ringraziamenti anche perché sono un raccomandato, insieme a tutti i miei compagni del giovedì sera che per primi abbiamo avuto il piacere di giocare a Papyrus quando ancora era allo stato embrionale. Due dei quattro autori infatti, Matteo Sassi e Maurizio Giacometti, sono amici e compagni di gioco con cui regolarmente ci si trova a giocare. Matteo e Maurizio, insieme a Francesco Testini e Dario Massarenti hanno fatto squadra, unendo le forze e dando via al progetto Fun Factor Game Studio di cui auguro che Papyrus sia il primo di una lunga e fortunata serie di successi. Che poi ci sarebbe altro da raccontare di questa squadra, come il quinto elemento del gruppo Ale Cuneo (hai detto poco), ma non perdiamo di vista il senso dell’articolo…

Il premio per Papyrus
il premio ricevuto a Lucca

Come si gioca a Papyrus

Al centro del tavolo andranno piazzate scoperte quattro carte Frammento, lasciando vicino il resto del mazzo, pronto per rifilare le carte man mano che andranno risolte. Dopo aver distribuito le carte Geroglifico del proprio colore a ogni giocatore, e due carte Dossier (una dallo sfondo chiaro e l’altra scuro) con gli obiettivi segreti da raggiungere, si potrà iniziare la partita. A ogni turno i giocatori potranno eseguire 3 azioni in questo ordine:

  • Giocare una carta scoperta sopra una carta Frammento.
  • Giocare una o più carte sotto una carta Frammento, oppure una sola carta coperta.
  • Mettere una qualsiasi carta coperta dalla propria mano sotto una carta Dossier.

Giocare una carta scoperta sopra una carta Frammento significa, in poche parole, togliersi dalla mano una carta che non ci serve, posizionarla sopra una qualsiasi delle quattro carte Frammento presenti per poter pescare una nuova carta. Dopo questa azione facoltativa bisognerà giocare una o più carte sotto una carta Frammento, oppure un’unica carta coperta. Tra poco spiegherò bene come giocarle. Per finire, si potrà giocare una carta dalla propria mano sotto una carta Dossier ancora sprovvista di carte, pescando eventualmente una nuova carta dal mazzo. Le carte sotto i Dossier conteranno anche loro a fine partita per la risoluzione degli obiettivi.

Situazione di gioco in Papyrus

Come giocare le carte Geroglifico

Torniamo al fulcro del gioco, come si giocano le carte Geroglifico? La regola impone che si debbano giocare carte sotto una sola carta Frammento per turno, seguendo l’ordine dei simboli riportati sulla stessa, dall’alto verso il basso. Non c’è limite al numero di carte che si possono giocare, l’importante è che combacino con l’ordine riportato sulla carta Frammento. L’alternativa al giocare carte scoperte sarà quella di giocare un’unica carta coperta come se fosse un jolly. Alla fine del turno si dovrà riportare la propria mano a 4 carte Geroglifico.

Dettaglio geroglifico Papyrus

Assegnazione delle carte

Quando una carta Frammento sarà completa di tutti i geroglifici, si provvederà alla risoluzione distribuendo le carte in questa maniera: Il giocatore con il maggior numero di carte Geroglifico presenti sotto la carta Frammento, si aggiudicherà la stessa. Il secondo giocatore con il maggior numero di carte Geroglifico si aggiudicherà le carte Geroglifico utilizzate dal primo giocatore. L’ultimo giocatore, per numero di carte Geroglifico giocate sotto la carta Frammento, si aggiudicherà le eventuali carte poste sopra le carte Frammento. Si scarteranno eventuali carte giocate non assegnabili e si provvederà a rimpiazzare lo spazio vuoto con una nuova carta Frammento.

Dorso delle carte Geroglifico di Papyrus
dorso delle carte Geroglifico in diversi colori e diversi disegni per renderle riconoscibili anche a chi affetto da daltonismo

In casi di parità prevarrà chi avrà giocato carte Geroglifico più in basso nella sequenza. Se un frammento dovesse essere risolto da un solo giocatore questi risulterà sia come primo che come ultimo giocatore. Se ci dovessero essere solo due giocatori a concorrere per una carta Frammento, il secondo giocatore sarà considerato anche ultimo giocatore, prendendo di fatto anche la o le carte sopra il Frammento.

Dorso carta Papyrus

Fine partita

La partita terminerà non appena un giocatore non potrà pescare fino ad arrivare a 4 carte Geroglifico. Immediatamente tutti scarteranno la propria mano e si passerà al conteggio dei punti. Le carte Geroglifico accantonate sotto alle carte Dossier e le proprie carte Geroglifico, rimaste sotto le carte Frammento non completate, andranno recuperate e aggiunte alle proprie prese.

Papyrus in gioco

Si sommeranno punti per ogni carta Frammento (i punti sono riportati sulle stesse carte), per ogni carta Geroglifico che varrà 1 punto e per le carte Dossier completate.

L’evoluzione del gioco

Ricordo ancora le prime volte che giocammo a Cartigli, questo era il suo nome originale prima di diventare Papyrus. Non mi aveva entusiasmato, lo trovavo troppo piatto e poco coinvolgente. Poi, con la determinazione che contraddistingue i bravi autori, trovata la quadra grazie a un paio di belle trovate, il gioco è diventato più strategico e meno aleatorio. Ora il gioco è davvero valido e offre davvero una bella esperienza al tavolo. Difficile nelle prime partite riuscire ad avere una visione programmatica della situazione di gioco, ma con l’esperienza ci si troverà a fare dei ragionamenti sempre più articolati per poter raggiungere punteggi sempre più alti.

Contenuto di Papyrus
il contenuto con inserto porta carte e doppio regolamento italiano e inglese

Sono di parte, ovvio, ma avrei potuto benissimo non parlare del gioco se non mi avesse convinto. Qui invece non ho dubbi, Papyrus è un gioco dal rapporto qualità prezzo davvero allettante che a mio avviso non bisognerebbe lasciarsi sfuggire. Sono convinto che anche i rappresentanti del Museo Egizio di Torino, presidenti onorari del premio, coerentemente insigniti per il tema di quest’anno: Geroglifici, siano rimasti colpiti dalla qualità del gioco. Però attenzione, questo è importante: non pronunciate Papyrus all’inglese che proprio non si può sentire!

Ringrazio gli autori per avermi donato una copia del gioco.

Mini Report Essen Milano

Mini Report Essen Milano

Ciao, ecco un articolo “veloce veloce” sulla mia esperienza a Essen Milano presso La Casa dei Giochi, organizzata dalla Tana dei Goblin Milano-BGS.

Foto selfie con sfondo Essen Milano
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Cos’è Essen Milano

I più attenti di voi, quelli che mi seguono sulla mia pagina Instagram, sapranno già tutto. Anche quest’anno sono riuscito a essere presente a questo bell’evento, unico nel suo genere, capace di portarti un assaggio di Essen a pochi giorni dalla fiera.  

A livello organizzativo funziona in maniera semplice: ci si iscrive, ci si presenta, ci si siede a giocare, tutto senza tirare fuori un euro. Anzi, ho preso una birra e un panino al salame, quindi otto euro e cinquanta li ho tirati fuori, ma andiamo avanti. 

Un evento organizzato in maniera ineccepibile grazie all’impegno di persone appassionate e sempre disponibili. Giocatori, prima di ogni cosa anche loro, pronti a condividere giochi, conoscenza ed esperienza, spiegando instancabilmente regolamenti come se non ci fosse un domani! Grazie a Stefano, Francesco, Marco, Tania, Peppe, Oscar, Alessandro e tutti gli altri a cui non so dare un nome. Un grande ringraziamento a chi spende il proprio tempo per divulgare forte. Magnifici davvero!

Bando alle ciance, ho poco da mostrare, complice un telefonino scarico per metà evento, ma ecco quel poco.

AFU Armed Forces of Ukraine

Spiegazione molto approssimativa. Sì, metto le mani avanti.

Gioco di carte tattico per due giocatori con meccanica di Deck Building, naturalmente incentrato sul conflitto Ucraino-Russo. Sono stato “tirato per la giacca” dal buon Lorenzo, meglio conosciuto come Board Game Physicist, che ne aveva sentito parlare e sentiva il bisogno di provarlo assolutamente. Io no, ma a quanto pare mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.

Scatola AFU con dimostratore
Mitico Ale

Pur essendo un titolo competitivo, i due giocatori interpreteranno entrambi l’Ucraina alle prese con gli attacchi russi. Partendo da un mini mazzo di potenza “bassa” i giocatori affronteranno da prima degli scontri dell’avanzata russa, per poi entrare definitivamente in guerra con un mazzo potenziato. Ogni giocatore contro un mazzo della fazione Russa. A ogni turno, dopo aver pescato dal proprio mazzo cinque (forse sei, non ricordo più) carte esercito, verranno girate tre carte russe, alle quali bisognerà rispondere ponendo sotto ognuna una propria carta. Su ogni carta (sia nostra che del nemico) sarà presente un valore di attacco e di difesa, condizioni di attacco particolari, eventuali icone per supporto e punti per acquisti delle nuove carte. Si potranno aggiungere carte nelle retrovie con il simbolo corrispondente, a supporto di quelle in prima linea per potenziarne le statistiche. 

Situazione di gioco AFU

Una volta piazzate le carte, si dovrà risolvere ogni battaglia, sia dal punto di vista dell’attacco che della difesa, determinando così eventuali perdite e vittorie. Le carte avanzate dalla propria mano serviranno per acquistare nuove carte da aggiungere al proprio mazzo scarti. Terminato il turno si pescheranno nuove carte, rimescolando il mazzo degli scarti all’occorrenza, per proseguire nella battaglia.

Carta AFU

La cosa “figa” è che al termine della prima fase di scontri, quando ci sarà da riformare il mazzo della guerra, andranno aggiunte tutte le carte del nemico vincenti delle precedenti battaglie. A fine partita bisognerà controllare gli obiettivi personali e quelli condivisi, ma dico la verità: non siamo arrivati a quel punto.

Obiettivo AFU

Considerazioni

Non è il mio genere. Anzi, proprio non è per niente il mio genere, sia per tematica che per meccanica di gioco. Interazione zerissimo. Potevano farlo per un solo giocatore e sarebbe stato identico. Anzi, c’è già la modalità in solitario ed è già praticamente così. Giocando in due a un certo punto ci si scambia le carte nemico. Basta, tutto qui. Avrei potuto alzarmi a metà partita e tornare dopo un quarto d’ora al tavolo, che praticamente non avrebbe fatto differenza. Apprezzo i giochi a bassa interazione, ma sono onesto, speravo di scannarmi contro il mio avversario. Tanto valeva giocare a Magic a sto punto.

Ho sentito che parte dei ricavati vanno direttamente a sostegno del popolo ucraino, e sicuramente questa è la cosa che più mi piace di questo gioco.

Scatola di The Hunger a Essen Milano

The Hunger

Visto che non sono molto amante dei Deck Building e che mi piace darmi martellate sui maroni, ho provato anche The Hunger, nuovo titolo di sua maestà Richard Garfield, per 2-6 giocatori, in Italia grazie a Cranio Creations.

Plancia di The Hunger

Che dire, i giocatori interpretano dei vampiri a caccia di sangue che per nutrirsi dovranno lasciare le stanze sicure del castello, addentrandosi fra le montagne, le radure e i boschi cercando di tornare al sicuro delle mura entro l’arrivo dell’alba (15 round). Lungo il tragitto incontreranno fonti e tesori, dove attingere raccogliendo dei bonus e delle tile con punti di fine partita.

Carte movimento The Hunger

Si pescheranno e giocheranno tre carte dalla propria mano, si attiveranno poteri e condizioni descritte e si deciderà in che quantità usare i punti riportati sulle carte per cacciare e per muoversi sul percorso. Per cacciare verranno rivelate a ogni round delle carte, che i giocatori potranno acquistare e aggiungere ai propri scarti. Carte umano coi punti alti spesso non avranno abilità attivabili, anzi, potrebbero addirittura riportare condizioni penalizzanti, oltre che naturalmente riempire il mazzo di fuffa. Essenziale sarà riuscire a tornare al castello entro il tempo limite, pena la morte del proprio personaggio.

Personaggio di The Hunger

Considerazioni

Sempre al netto di una sola partita in un contesto dispersivo. Provato in 4, quindi non a pieno regime, la partita è durata circa un’oretta. Parto dal presupposto che non è la tipologia di giochi che più apprezzo, quindi posso risultare troppo netto, ma questo non è un gioco che comprerei. Nemmeno Clank comprerei, gioco molto simile nelle dinamiche e che sicuramente lo reputo superiore a questo. Attenzione, non sto dicendo che non sia un buon gioco. Mi sono divertito e sicuramente con più partite, anche solo per familiarizzare con le carte, riuscirei a tornare al castello invece di fermarmi alla casella prima (machecazz). Il problema è che non ho nessuna voglia di farci altre partite…

Terracotta Army

Terracotta Army

Sarò onesto, ci siamo seduti perché il tavolo al momento era l’unico libero. Non ero particolarmente attratto da questo gioco, forse sospettando una somiglianza troppo marcata con Xian, gioco che adoro, ma sicuramente di un altro peso.

Plancia di gioco di Terracotta Army

Comunque, in realtà, tolte le statue dell’esercito di terracotta non è che ci siano chissà quante somiglianze. Sì è vero, c’è un discorso di maggioranze a fine partita e durante i conteggi di fine round che lo rendono simile, ma la meccanica che governa il tutto è legata al piazzamento dei propri lavoratori su di una ruota speciale. Avete mai giocato a Barbarians? Un po’ le somiglia. Anche in questo titolo c’è una sorta di ingranaggio centrale con tre dischi che ruotano. Al proprio turno i giocatori dovranno scegliere un settore della ruota, piazzarci un meeple e attivare tutte le azioni, dalla più interna alla più esterna, presenti su di quel settore. Azioni quali raccogliere argilla, costruire una statua dell’esercito, attivare abilità speciali, piazzare statue neutre capaci di aggiungere valore per le maggioranze, bagnare argilla (che da un turno all’altro si secca e altrimenti diventa inutilizzabile).

Terracotta Army le statue

Non entro troppo nello specifico, ma la cosa interessante è che è possibile ruotare i dischi pagando delle monete, per poter collegare azioni altrimenti non attivabili fra loro e magari innescare delle combo. Inutile dire che questa cosa scombinerà i piani di chi dovrà giocare dopo, mandando a monte tutti i ragionamenti fatti, perché le ruote potranno essere ruotate solo di uno step, ma unicamente in un verso. Ah, dimenticavo, ognuna opposta all’altra! Lo scrivo meglio che altrimenti non si capisce: una può ruotare in senso orario e l’altra in senso antiorario. Immaginate i vaffa di chi gioca dopo qualcuno che gli ruotando i dischi gli ha scombinato ogni ragionamento!

Considerazioni

Non abbiamo finito la partita, ci bastava capire come funzionasse. Sicuramente giocarlo in mezzo al casino, senza poter fare una strategia a lungo termine (avevamo già deciso di fare due giri e basta) non è stato il massimo, ma non rifiuterei di rigiocarci in condizioni migliori. Non lo comprerei, perché non è un gioco che riuscirei a intavolare quanto basta per ammortizzare il costo. Quanto costa? Non ne ho idea, ma qualcosa mi dice che è sicuramente più di quanto effettivamente pagherei.

Tiwanaku scatola Essen Milano

Tiwanaku 

Lo voglio

Seriamente, questo gioco io lo voglio. Titolo deduttivo dal sapore Sodukesco (eh, che parola che ho appena coniato!) con un gimmick bello ciccioso: La ruota Pachamama. 

Tiwanaku ruota Pachamama

Siamo degli esploratori alle prese con un’area ignota della quale non conosciamo nulla. Inizialmente l’intera plancia, suddivisa in tanti quadratini, sarà vuota ad eccezione di alcune tessere paesaggio in 4 colori differenti con sopra dei segnalini numerati a forma di ortaggi… non indaghiamo oltre, non ricordo che tipo di ortaggi siano. A ogni ortaggio corrisponde un numero e per comodità parlerò solo di numeri nel resto dell’articolo.

Tiwanaku in gioco

Comunque, dovremo rivelare tutte le altre aree ancora nascoste, accumulando punti per i territori esplorati (che premieranno una diversificazione costante), ma soprattutto scoprendo per intuizione che tipo numero sarà presente in ognuno di essi. Con la nostra squadra (4, 5, 6 meeple boh?) dovremo indagare, quadrato per quadrato, scegliendo fra due azioni:

  • Muovere
  • Divinare

Muovere

I meeple si muoveranno in maniera ortogonale sempre almeno di uno spazio. Potranno anche muoversi di più spazi,.ma solo attraversando terreni con sopra dei numeri o occupati da meeple dello stesso colore. I meeple di colore diverso invece bloccheranno il passaggio. Avanzando su di un quadrato non ancora esplorato il meeple dovrà fermarsi, rivelando il terreno attraverso la Ruota Pachamama. 

Tiwanaku immagine da Essen Milano

Divinare

Si potrà decidere, anziché spostarsi, di divinare una o più tessere sulle quali saranno presenti i propri meeple. Bisognerà indovinare il valore della tessera, controllando sulla Ruota Pachamama. Indovinando si guadagneranno i punti e il relativo segnalino appena scoperto. Potrà essere convertito in punti a fine di un qualsiasi turno (set collection, più tipi diversi più punti). Se si sbaglierà la deduzione, si prenderanno punti negativi pari all’effettivo valore della coltivazione non indovinata.

Con questa azione si potranno tentare più risoluzioni per ogni meeple presente sui diversi quadrati non ancora rivelati.

Tiwanaku da Essen Milano

Deduzione sì ma come

La partita terminerà non appena tutti i quadrati saranno stati esplorati, da lì si procederà all’individuazione dei numeri restanti. Prima parlavo di gioco sudokoso perché un po’ ricorda il sudoku. Qualcosa almeno. In pratica ogni numero dovrà essere presente in un’area colorata nello stesso numero di quadrati dai cui è formata, ma non ripetuto. Se l’area sarà composta da sole due tessere di un colore, ad esempio, noi sapremo che quelle due tessere saranno per forza una da 1 e una da 2. Un’area da quattro tessere, per forza di cose da un 1, un 2, un 3 e un 4. Chiaro no?

Altro fattore, essenziale, tutte le tessere territorio di un’area non potranno essere adiacenti a altre tessere dello stesso colore. Anche diagonalmente. Per quanto riguarda i numeri la stessa cosa, tessere con un numero, indipendentemente dal terreno su cui saranno posizionate, non potranno essere adiacenti a tessere con lo stesso numero. Anche diagonalmente.

Segnatevelo, merita davvero!

Considerazioni

Adesso, se non avete capito nulla è normale. Primo perché sicuramente lo avrò spiegato di me… ehmm male io, secondo perché è un gioco difficile da spiegare. A Milano dopo la spiega ho pronunciato una frase tipo: ” scusa, io non ho capito un ca**o di nulla”. Forse ho aggiunto anche un “non sei tu, sono io…”. Dopo essermelo fatto rispiegare, con stoica pazienza del dimostratore che pareva alle prese con un bambino dell’asilo, ancora non avevo capito granché. Solamente giocandolo ho afferrato e mi si è aperto un mondo. 

Se ti piacciono giochi alla Cryptid o eri un vecchio appassionato di Mastermind, questo non devi fartelo scappare.

Mi ci sto divertendo anche su BGA, per ora è in beta (o alpha non ricordo la differenza) scoprendo che in due è una bomba. La ruota Pachamama è una figata, certo si sarebbe potuto utilizzare una semplice app, risparmiando sul costo del gioco e scongiurando possibili errori umani (a noi è successo di sbagliare a settare le levette), ma che figata è quando la consulti e senti quel brividino di incertezza tirando la linguetta? Forse ne vale davvero la pena.

Foto scattatami a Essen Milano
Foto fatta dall’organizzazione

Alla fine della fiera

Ho giocato poco, a conti fatti, perché ho preferito adottare un approccio rilassato e godermi qualche pausa curiosando gli altri che giocavano. Ogni tanto ci sta. Sono andato via anche presto perché avevo un impegno, ma non potevo assolutamente mancare. Davvero, è un evento a cui non bisogna rinunciare!

Riassunto per chi non aveva voglia di leggere e ha scorso l’articolo fino alla fine: Essen Milano è una figata!

Cono della vergogna

Wake Me Up When Settembre finisce…

Vi piace il titolo? È ispirato alla canzone dei Green Day. L’alternativa era Settembre di Alberto Fortis, ma all’ultimo ho pensato che l’avremmo capita solo io e lui. E poi non volevo dare ulteriore sfoggio della mia vecchitudine. Inizialmente il titolo doveva essere: “Listone dei Giochi di settembre Provati!” con tanto di punto esclamativo. Sicuramente un titolo acchiappa click, ma invece no, non ce l’ho fatta. Meglio un titolo che non c’entra nulla e chissene delle views!

lo so, non c’entra nulla, non fateci caso…

Comunque, è un po’ che non scrivo qualcosa su questo blog. Sarò sincero: ultimamente non ne avevo tanta voglia. Capita a tutti un periodo di stanca, se poi questo stato accade in concomitanza con un periodo lavorativo piuttosto impegnativo, difficilmente si riesce a tirarsene fuori. Aggiungiamoci anche tutta questa abbondanza di servizi di streaming a cui sono abbonato, con decine e decine di serie capaci di risucchiare la stragrande maggioranza del mio tempo libero, e avrete il quadro completo. Ah, ho anche iniziato a giocare ad Assassin’s Creed Odyssey su Xbox, visto che ancora mi mancava…

Per ovviare alla pochezza del mio apporto divulgativo di questo ultimo periodo, recupero scrivendo un articolo su tutto quello che ho giocato a settembre! Non che possa migliorare la situazione, ma almeno mi sento meno in colpa!

Dopo le ferie le fiere

Settembre nel momento in cui scrivo è inesorabilmente scivolato via e guardandomi indietro non posso lamentarmi di quanto mi abbia lasciato. Ho passato bei momenti al tavolo, alternando giochi leggeri a giochi ben più impegnativi, attorniato da tanti amici. Approfittando della mia presenza alla BGICON di Pescara e ai Giochi Ducali di Vigevano, ho potuto giocare più del solito, da qui l’idea di farvene una carrellata, rigorosamente in ordine cronologico. 

Hail Hydra

Party game deduttivo ad ambientazione supereroistica, i cui nomi dei personaggi noti (e anche meno noti) del panorama Marvelliano aggiungono appeal a un titolo a mio avviso piacevole e solido. L’ho giocato solo nella massima configurazione possibile, in otto, quindi non ho idea di come scali in meno giocatori, ma ho come la sensazione che fino a sei regga a dovere. In questo gioco con ruoli nascosti i giocatori saranno al servizio dello S.H.I.E.L.D. intenti a salvare New York dall’attacco di più villain e nel tentativo di recuperare il Tesseract. C’è solo un problema: all’interno della squadra di eroi ci saranno degli agenti dell’Hydra infiltrati, pronti a tutto per sabotare le azioni della squadra e portare alla vittoria l’HYDRA.

Certo che essere il cattivo e avere questa mano…

Il sistema è simile a quello di Avalon con votazione, carte coperte e momentanea esclusione dei sospettati per un turno con in più, giustamente, delle abilità peculiari dei personaggi da utilizzare al momento giusto. Vuoi mettere essere Hulk e farti partire la brocca distruggendo tutto nei paraggi?

La disperazione del buon Max

The Magnificent

Gioco snobbato da tutti per ragioni a me ignote, The Magnificent non ha fatto parlare molto di sé, sparendo rapidamente nell’oblio dei giochi, seppellito dalle tante novità che ogni settimana escono. Forse le motivazioni sono da ricercare in un tabellone eccessivamente cupo, in un tema che non acchiappa come quello del circo, oppure, più semplicemente, dalla sua uscita in un periodo non fortunatissimo per la mancanza di fiere. 

Per me, amante dei giochi con il draft di dadi, questo titolo è stato una bella scoperta.

Zefiria

Questo è un gioco collaborativo da 2 a 4 giocatori in cui bisognerà portare ordine nel regno di Zefiria. Venticinque carte quadrate disposte in una griglia 5×5 dove lo scopo dei giocatori sarà quello di riordinarle utilizzando pochissime mosse. La particolarità di questo gioco è data dai poteri asimmetrici dei personaggi, che se ben armonizzati con quelli degli altri, porterà a una risoluzione del rompicapo. Difficile portare a casa la vittoria. Dannatamente difficile e forse proprio per questo mi piace. Gioco italiano, fatto da italiani per una casa editrice italiana.

Cioè, voi non potete capire cosa siano le Pallotte Cacio e Ova

BGICON

Nel mio peregrinare in luoghi di gioco mi sono fermato in quel di Pescara, in ritardo di circa un anno, per partecipare alla BGICON, evento organizzato da Gianluca Ulisse di BoardGameItalia, che ringrazio per l’invito e la disponibilità. In ritardo di un anno dico perché l’anno scorso, nonostante avessi già preso il biglietto aereo (non rimborsabile), all’ultimo dovetti rinunciare per impegni dell’ultimo minuto. Quest’anno sono riuscito a esserci e che dire… meraviglioso!

Andrea, Alessandro, Angelo e Alessio. Dopo metto quelli con la B, poi la C…

Ho conosciuto diversi nuovi amici e ho potuto riabbracciare chi non vedevo da tanto. Ho giocato tanto ma mangiato di più! Forse potrei aprire un blog di avventure culinarie e postare le tante foto di tutto il ben di Dio che ho trangugiato (Le Coliche del Gioco come suona?), ma sto divagando troppo.

Pulsar 2849

Sì parlava di draft di dadi e questo è uno dei migliori a mio avviso. A tema fantascientifico in questo gioco i giocatori dovranno viaggiare per la galassia, scoprire nuovi mondi, sviluppare tecnologie, attivare trasmettitori, scoprire delle pulsar e costruirci dei giroscopi. Otto round scanditi dalla scoperta di nuove tecnologie, che aggiungono soluzioni e possibilità per lo sviluppo di strategie di gioco. In ogni round i giocatori avranno a disposizione due azioni, la cui “forza” sarà determinata dal valore dei dadi scelti, più un’eventuale azione extra data dal dado rosso. Il buon Suchý ha tirato su un gioco davvero bello bello. L’unica problematica, degna di nota, occupa un fottio di spazio sul tavolo!

Fief France 1429

Ok, aspettate che mi gira la testa. In Fief i giocatori vestono i panni di grandi casate in lotta fra loro per l’egemonia dei territori. Alleanze, intrighi, matrimoni, piccole battaglie e vere e proprie guerre, architettate mediante l’utilizzo di carte evento. Regole e regolette a non finire che lo rendono complesso da assimilare alla prima partita. Proprio per questo non aggiungo altro per evitare di scrivere sciocchezze.

Se mi è piaciuto? Non l’ho mica capito… forse non è proprio il mio genere, però sono sicuro che alla prima partita non lo si possa apprezzare a dovere. Servirebbe rigiocarlo. Tante volte. Non credo di averne la forza!

Non ho fatto foto a Just One, ne metto un’altra di Fief…

Just One

Party Game perfetto da giocare quando si è in tanti, anche con dei non giocatori. Ogni turno un giocatore pescherà una carta senza guardarla e mostrandola a tutti gli altri. Sulla carta saranno presenti più parole e il giocatore dovrà indovinare una di quelle. Gli altri dovranno scrivere una parola (ovviamente non la stessa né una derivata) per aiutarlo a indovinarla, con l’eccezione che non si potranno avere due o più parole uguali. I giocatori infatti, prima di mostrare i propri indizi a chi di turno, si confronteranno ed eventualmente cancelleranno quelli identici, riducendo così le possibilità di indovinare la parola segreta. Gioco semplice ma di sicuro successo. 

Gente di un certo livello al tavolo.

Draftosaurus

Beh che c’è da scandalizzarsi? Dopo dadi e carte, perché non fare un bel draft con dei meeple a forma di vari dinosauri? Gioco molto accattivante e simpatico di piazzamento dinosauri, i quali a fine partita restituiranno punti in base a dove piazzati. Giochino veloce e immediato, adatto dagli 8 anni in su.

Lancaster

Titolo a tema medioevale ormai diventato un classico e che finalmente sono riuscito a recuperare! La mia ignoranza ludica sui vecchi titoli si è ridotta di un granello e devo ammettere che ne è valsa davvero la pena. Giocato in cinque, che credo sia la configurazione migliore per apprezzarlo, e sfruttando la bigbox del buon Meeple con la camicia, aggiungendo qualche nuova legge delle espansioni. Piazzamento lavoratori in cui il valore dei cavalieri utilizzati permetterà di ottenere azioni esclusive ed eventualmente influenza dei signori dei feudi. Avere influenza permetterà a ogni round di promuovere o abrogare le leggi per fare spazio a quelle nuove, le quali restituiranno punti vittoria per determinate condizioni raggiunte. Gioco a tratti feroce, che merita davvero di essere rigiocato.

Scout

Giochino di carte della Oink Games che a mio avviso dura un pelino troppo. Non ricordo quanti round sono, ma ricordo che mi sono alzato dal tavolo con la sensazione di esserci stato seduto il doppio di quanto avrei voluto. Sostanzialmente hai una mano di carte che non puoi riorganizzare in alcun modo. Solo all’inizio puoi decidere se tenerla in un verso o sottosopra, questo perché le carte riportano dei valori da uno a dieci, sia da un verso che dall’altro. Lo scopo sarà quello di calare carte con un valore maggiore di chi ti ha preceduto, utilizzando scale o più carte dello stesso valore, ma ovviamente le carte potranno essere giocate solo se adiacenti fra di loro. Una sorta di poker dove però è innegabile che ci sia bisogno di una buona dose di culo. Scusate la franchezza.

One Night Ultimate Werewolf

Altro gioco a ruoli nascosti in cui bisognerà trovare i licantropi. Party game in cui più si è meglio è, dove le peculiarità di alcune carte permettono di scambiarle in una fase in cui tutti hanno gli occhi chiusi. Cioè, mi spiego meglio, può essere che tu sia un cacciatore inizialmente, poi senza rendertene conto ti ritrovi licantropo. Partite ultra veloci, 5 minuti forse, e buon riempitivo quando si è in tanti.

Alien frontiers

Finalmente l’ho rigiocato! L’ultima volta credo sia stata cinque o sei anni fa. Piazzamento dadi a tema fantascientifico, in cui lo dico sarà quello di creare tutte le proprie colonie su di un pianeta. Gioco di gestione risorse, gestione carte, poteri asimmetrici se si utilizza una delle espansioni.

Molto molto figo, ma non mi sento di consigliarlo in quattro giocatori per via di un discreto downtime. Difficile da trovare, se non a prezzi proibitivi.

Alhambra

Altro granello tolto dalla mia ignoranza ludica, gioco di piazzamento tessere che a differenza di tanti giochi, qui non puoi ruotare. Vanno messe così come si pescano. Bisognerà costruire un quartiere di Alhambra, cercando di ottenere le tessere più vantaggiose, scartando carte del valore e del colore adeguato. Scartare carte con il valore preciso della tessera da acquistare (cosa non così semplice) permetterà di risolvere due azioni anziché soltanto una durante il proprio turno.

Ok, se ti va di sfiga con le carte non hai speranze, ma che bello è questo gioco?

Colosseum

Non ho mai riso così tanto a un tavolo! Ok, naturalmente la stragrande maggioranza del merito è dei compagni di gioco, ma questo titolo si presta davvero bene allo scopo. Bisogna soddisfare le richieste per allestire degli spettacoli a cui fare assistere Giulio Cesare, mercanteggiando con gli altri giocatori risorse utili ai propri scopi. Naturalmente barattare oggetti innescherà tutta una serie di insulti e ripicche fra i giocatori, che sono il bello del gioco. Ah sì, dura uno sproposito a mio avviso, però mi sono divertito.

Solo veri VIP al mio tavolo!

Candy Lab

Prima di giocarlo pensavo fosse una schifezza e invece mi sono dovuto ricredere. Non fraintendetemi, non è chissà che gioiello, ma funziona e fa il suo. Interazione feroce ma con il sorriso stampato in faccia, quando giochi carte per raccogliere “caramelle” e rifili agli avversari colpi bassi. Infatti, quando raccolte le caramelle, si attivano gli effetti stampati sulle stesse come scambi di carte, restituzione caramelle e carte dalla propria mano e via andare. Meno banale di quello che ci si possa aspettare.

Imhotep

Gioiellino ambientato nell’antico Egitto dove i giocatori vestiranno i panni di costruttori alle prese con le meraviglie dell’epoca. Lo scopo sarà ovviamente quello di ottenere il maggior numero di punti a fine partita. Nel turno si potranno ottenere risorse oppure piazzarsi sulle canoe pronti per il viaggio verso i cantieri. Una volta che le imbarcazioni saranno piene chi sarà alla guida (il primo che si sarà piazzato sulla barca) deciderà dove viaggiare per assicurarsi un posto nei cantieri migliori. Si gioca sempre con vero piacere.

No, non è finita così, ha accumulato ulteriore ritardo…

Tornare alla normalità

Dopo l’avventura a Pescara e soprattutto aver accumulato con il Frecciarossa circa un’ora e mezza di ritardo, fra andata e ritorno, si torna alla normalità e a giocare con il mio solito gruppo di amici.

Non ho fatto foto a Carcassonne, quindi beccatevi la Gricia

Carcassonne

Hai poco tempo e non sai cosa giocare? Allora vai di Carcassonne, classico di piazzamento tessere che non può mancare nelle librerie di ogni appassionato. Peschi una tessera e la piazzi dove e come meglio preferisci, rispettando contorni e immagini, poi se vuoi piazzi uno dei tuoi meeple. In base a come lo piazzi questo meeple sarà un contadino, un ladro, un cavaliere o un monaco. A seconda delle diverse condizioni potrai fare punti durante la partita o alla fine, quando l’ultima tessera sarà stata piazzata. Classico intramontabile che regge fino a cinque giocatori, ma che tutti sanno che dà il meglio in un uno contro uno. Interessanti anche le diverse espansioni che aggiungono ulteriore variabilità.

Celestia

Sapete cos’è un push your luck? Sette e mezzo, il gioco di carte, è il push your luck più famoso fra i non giocatori. Quanto puoi spingerti oltre a chiedere carte prima di sballare? Ecco, Celestia è la stessa cosa, ma con un sistema di gestione del mazzo di carte diverso. A turno i giocatori vestiranno i panni del pilota di un vascello aerospaziale che dovrà assolvere a delle missioni, tirando il dado e pagando obbligatoriamente le risorse richieste e scartando carte dal proprio mazzo. Gli altri giocatori, i passeggeri, dovranno decidere se fidarsi del capitano o scendere sull’isola in cui si trovano. Più andrà avanti l’astronave più alto sarà il range di punti che si potranno guadagnare, ma se il capitano non riuscirà a pagare le risorse, lui, l’astronave e tutti quelli che sono a bordo, precipiteranno a mani vuote. Gioiellino.

The Resistance: Avalon

Sua maestà Avalon: il miglior gioco a ruoli nascosti di sempre. Almeno secondo me, ma credo anche la stragrande maggioranza delle persone che lo hanno provato. Avalon, o meglio, The Resistance: Avalon, è un gioco a tema medioevale in cui le due fazioni a confronto vestiranno i panni dei personaggi dell’omonima epopea. I seguaci di Mordred e quelli di Artù dovranno decidere chi mandare in battaglia, cercando di intuire dalle loro decisioni chi farà parte di una fazione e chi dell’altra. Un gioco di bluff che porterà a dubitare di chiunque al tavolo. Splendido. Clamoroso se giocato almeno in 8 giocatori.

Colt Express

Avete presente i vecchi western con l’assalto al treno da parte dei banditi? In questo gioco noi saremo quei banditi, ognuno con una propria abilità speciale. Lo scopo sarà quello di raccogliere diamanti, sacchi di denaro o valigette, disseminati nelle varie carrozze. Per farlo giocheremo carte ad ogni turno che ci permetteranno di raccogliere denaro, camminare, salire sul tetto della carrozza, colpire con un pugno, sparare o muovere lo sceriffo. La particolarità? Dopo aver giocato tutti i turni richiesti per il round (in numero variabile e con condizioni sempre diverse) si risolveranno le azioni giocate. In pratica un gioco di programmazione con delle variabili nascoste che influenzeranno anche le proprie scelte. Dire che è incontrollabile è un eufemismo, ma nonostante questo, Colt Express è un titolo davvero molto divertente. E poi, come resistere a quel treno?

Giochi Ducali

Approfittando di una giornata serena, sono andato a Vigevano il 25 settembre ai Giochi Ducali, evento ludico molto figo organizzato dall’associazione Dadi Ducali. È un ritorno per me, che ero già stato presente nel 2019, e che oggi come allora mi ha profondamente colpito per la bellezza del castello e il clima che si respira ai tavoli. Ho rivisto degli amici che solitamente incontro nelle grandi occasioni, che è sempre un piacere, e alcuni degli scappati di casa con cui mi ritrovo a giocare solitamente. L’unica nota stonata: Ci ho messo la bellezza di 55 minuti ad arrivare, nonostante si tratti di circa una trentina di chilometri! L’evento resta comunque bellissimo, sicuramente per la cornice, ma soprattutto per la disponibilità degli organizzatori, davvero molto simpatici e gentili.

Wacky Races

Chi non ricorda Dick Dasterdlay e tutti gli altri personaggi del fortunato cartone animato? In questo gioco ci si sfida su di un circuito con una meccanica semplice: scarti una carta di un colore per muoverti su di una casella di quel colore. Il primo movimento non è nemmeno subordinato al colore, basta scartare una carta qualsiasi. Ci sono poteri speciali che richiamano le abilità dei personaggi della serie, ma per il resto il gioco è davvero troppo easy.

Effetto nostalgia a parte, non mi sento di consigliarlo. Considerate che ci ho fatto tre partite nel tempo e amavo il cartone, ma anche no.

La famiglia!

Wingspan

Il gioco degli uccelli! Un gioco molto elegante a mio avviso il cui scopo è collezionare volatili di varie tipologie, cercando di fare il maggior numero di punti per uova, carte e obiettivi di inizio partita. Costruire un buon motore di gioco sarà il sistema per ottimizzare le proprie azioni, sfruttando le abilità dei pennuti a nostra disposizione. Semplice e alla portata di tutti, ma con un bel problema a monte: ma davvero un gioco sugli uccelli? La tematica lo rende un gioco poco appetibile ai più. Peccato, perché è davvero un bel gioco.

Suburbia

Un piazzamento tessere in cui dovremo costruire la nostra città, con un occhio sempre aperto verso quelle degli altri giocatori. In base a dove verranno posizionate le tessere si potranno ottenere benefici in termini di punti o denaro, ma anche dei malus. Il sistema di punteggio molto interessante perché livella e corregge l’eventuale fuga di un giocatore, diminuendone le statistiche delle rendite. Bello il senso di crescita e bella anche la lotta al raggiungimento degli obiettivi comuni e personali. Ottima variabilità per un titolo tutto sommato veloce da giocare e che regala sempre bei momenti al tavolo.

non c’entra nulla la foto, ma secondo me ci sta

Adesso non è che…

…vi dovete aspettare un articolo di questo tipo ogni mese. Anche perché solitamente gioco molto meno! Però sarei davvero curioso di sapere se vi è piaciuto e se vi farebbe piacere leggere qualcosa di simile in futuro. Magari qualcosa anche di meno lunghetto, dato che vi conosco, poverini, che altrimenti vi stancate a leggere tante parole una dietro l’altra! 

ah, visto che tanto sono sicuro che quasi nessuno sarà arrivato a leggere fino a qui, spero non vi dispiaccia se aggiungo qualche parola chiave per fare felice la Seo tipo: Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre Listone Giochi Settembre. Ho un disturbo ossessivo compulsivo che non mi permette di pubblicare un articolo se non perfettamente indicizzato!