Ci siamo, è tutto pronto. Sono anche un po’ emozionato! Tre anni dopo l’ultima edizione, per la prima volta tenutasi a Castellanza (VA), ritorna il Picnic Ludico! Stessa location e stessa formula vincente, ma con una novità: forti dell’esperienza dell’ultima edizione e della voglia di raggiungere quante più persone possibili, questa volta l’evento raddoppia, svolgendosi per ben due giorni!
L’eredità di TeOoh
Il picnic Ludico è un evento che nasce da un’idea di Matteo TeOoh Boca, famoso YouTuber del settore e novello autore di giochi, che nel 2015 decise di organizzare un evento leggero e spensierato dove condividere una giornata di gioco con amici e appassionati. Una proposta aperta a tutti, giocatori esperti e non, in una location del nord Italia fra il novarese e il parco del Ticino. Caldo e zanzare a parte fu un successo clamoroso, con moltissime persone presenti, accomunate dalla voglia di giocare e condividere un bel momento insieme.
Uno dei 21 giochi creati da TeOoh
Nei tre anni successivi, forte del gradimento dei partecipanti, TeOoh riuscì a organizzare altri Picnic Ludici, cambiando anche location e portando sempre più persone a partecipare, ma riuscendo a mantenere intatto lo spirito con cui l’idea era nata. Poi, con la nascita di un figlio, gli impegni sempre crescenti con il lavoro e il canale YouTube da seguire, la preparazione di un picnic ludico era diventata improponibile. È qui entriamo in gioco io e Matteo Sassi.
Una scommessa vinta
Era il 2019 quando abbiamo raccolto il testimone dalle mani di TeOoh e abbiamo dato vita al primo Picnic Ludico alla Corte del Ciliegio di Castellanza. Nonostante le incertezze per una location diversa dalle precedenti e l’avvicendamento nell’organizzazione, ci fu un’ottima risposta e l’evento andò molto bene. Decisamente oltre ogni nostra aspettativa. Sapevamo di avere il posto ideale con una struttura perfetta, comoda da raggiungere e con molti potenziali giocatori da coinvolgere.
Quello che ci ha fatto molto piacere fu che la metà dei partecipanti era composta da famiglie e casual gamers, attirati dagli articoli dei quotidiani locali della provincia o capitati lì per caso. Al posto giusto nel momento giusto!
Oggi tentiamo nuovamente di avvicinare nuovi potenziali giocatori a questo bellissimo hobby, ma non solo, vogliamo consentire ai tanti amici giocatori di vivere una due giorni spensierata all’insegna del gioco. Quello che davvero vogliamo è che la gente riscopra un modo sano e intelligente di stare insieme.
Picnic Ludico 2022
Il parco della Corte del Ciliegio è completamente recintato, comprensivo di più zone dedicate ai giochi per bambini quali scivoli, altalene, campo da basket e altro. Uno spazio verde grande ma non troppo dispersivo, così da non correre il rischio di perdere ore a inseguire i propri bambini.
Come nello spirito di ogni Picnic Ludico, anche questa edizione sarà a ingresso libero, senza obblighi di alcun genere. Sarà tuttavia ben accetta una donazione volontaria (anche solo un euro ad adulto) per fare rientrare delle spese di gestione che Le Cronache del Giocoed Educere Ludendo hanno sostenuto per la realizzazione dell’evento.
Quando ha un pensiero fisso in testa…
Per vivere alla grande l’esperienza di un vero Picnic Ludico, sarà possibile portarsi il cibo da casa, o approfittare dei pasti convenzionati proposti dal bistrot della Corte del Ciliegio; Per quest’ultima soluzione sarà necessario prenotarsi entro e non oltre il 29 giugno.
Tranquilli, non dovremmo avere problemi di zanzare grazie alla tempestiva disinfestazione fatta dal comune diverse settimane fa.
Molto probabilmente farà caldo, come da tradizione per i Picnic Ludici, ma potremo comunque contare sul porticato della corte, che con la sua ombra proteggerà i tavoli nelle ore più calde. Al centro della corte avremo alcuni tavoli sotto dei gazebo che gli amici dell’associazione ludica In Ludo Veritas di Varese ci hanno gentilmente prestato.
Quindi questo Picnic Ludico 2022?
Sabato dalle 15 alle 23 e domenica dalle 10 alle 18 saranno due giorni all’insegna del gioco!
Anche in questa edizione come da tradizione avremo l’angolo del mercatino dell’usato, dove ognuno potrà vendere i propri tesori e trovarne di nuovi. Domenica ci sarà un torneo di Unmatched organizzato dal nostro Riccardo, il quale si presterà nella giornata di sabato a far provare il gioco a tutti quelli che vorranno cimentarsi.
Fra le novità più interessanti di quest’anno ci sarà anche l’Ape Presta Gioco di Stefano (sì, quello in copertina), che porterà giochi e allegria!
In questa occasione metteremo a disposizione dei tavoli per gli autori, i quali potranno portare i propri prototipi da testare.
Ale, Matteo e trenta tavoli da scaricare!
Cosa aggiungere ancora?
Come nella precedente edizione anche quest’anno avremo giocatori che si muoveranno dalle regioni vicine! Dalla Liguria, dal Piemonte e dal Veneto e chissà se qualcuno da ancora più lontano. Amici che hanno vissuto l’edizione del 2019 e che hanno deciso di tornare! Un motivo ci sarà… e voi avete un buon motivo per non venire?
Così, senza quasi accorgermene, anche questa Play 2022 è finita. Non ci credo! Tutto l’anno ad aspettare, poi tutto scorre così in fretta che ti sembra di sentire il tempo scivolare via dalle mani…
Non voglio fare un post troppo lungo, che poi mi sgridate. Cercherò di condensare.
Venerdì
Nonostante le sole due ore di auto di distanza che mi dividono da Modena e la partenza intelligente alle 6:15 del mattino, mi cucco ugualmente un’oretta di ritardo, di cui 40 minuti passati tra l’uscita di Modena Nord e il parcheggio della fiera. Per fortuna che ho il telepass altrimenti sarei ancora lì in coda probabilmente!
Appena entrato mi accorgo subito che c’è qualcosa di strano: c’è una marea di gente! È venerdì! Ma da quando in qua il venerdì c’è tutta questa gente? Oltretutto metà di quella gente era in coda davanti allo stand della Cranio, quasi bloccando il passaggio all’altra metà del padiglione! Ho pensato “Ma oggi regalano i giochi?“.
Mi incammino e faccio un salto nel gabbiotto destinato alle interviste con La Tana dei Goblin e scopro che quest’anno la saletta non è la stessa dell’anno scorso., è un’altra. Quella striminzita. Mi pare si chiami Sala Sauna, ma potrei sbagliarmi.
Antò fa caldo!
Lo hanno già detto tutti, lo so, ma che caldo faceva? Ma poi, perché cavolo nessuno ha letto il mio articolo (questo) sull’importanza del lavarsi e usare il deodorante?! Io da bravo blogger intelligente mi sono portato magliette di ricambio e kit di salvataggio ascelle, ma molti hanno pensato bene che non fosse necessario!
Comunque, un caldo insopportabile già dal mattino, ma con il peggio che doveva ancora venire. Almeno per me e pochi altri impavidi! Dalle 14:30 infatti io, Francesco di Boardgame Francesco, Gianluca e prole di Boardgame Italia, Lorenzo di Board Game Physicist e Angelo Lo Chef Ludico avevamo una demo prenotata nella Blue Room di Pendragon Game Studio. Un cubo di plexiglass (potrebbe essere lexan o un altro policarbonato, non saprei) che mai come in questa occasione mi è sembrata una stanza delle torture! Un caldo fotonico che per due ore buone ha rubato ogni goccia d’acqua nel nostro corpo tramutandolo in sudore. Perché siamo rimasti lì dentro? Perché stavamo provando una cosa fighissima!
Escape from New York
Mamma mia ragazzi, io la devo smettere di andare a queste demo che poi finisce sempre che mi innamoro dei giochi! Diciamo che c’è ancora parecchio da lavorarci, ma l’idea dell’autore (Kevin Wilson) è davvero intrigante e con la supervisione Pendragon e lo sviluppo di MauroChiabotto possiamo dormire sonni tranquilli.
Quello che più mi piace di questo gioco (oltre all’aderenza con il film) è che, pur essendo un american e un collaborativo (brrr), nasconde una bella varietà nelle condizioni di vittoria che lo rendono imprevedibile e teso fino alla fine. E poi si può interpretare JenaPlissken e mollare la squadra per vincere da soli. Cosa si può volere di più?!
Il gioco è relativamente semplice: al proprio turno ogni giocatore utilizzerà due carte dal proprio mazzo per muoversi, distruggere ostacoli, colpire nemici o eseguire azioni speciali. Maggiori saranno i punti azione sulle carte utilizzate, maggiori saranno le risposte del nemico comune (New York) guidato da un mazzo bot. Lo scopo sarà quello di trovare il presidente e un modo per fuggire dalla città entro un numero massimo di round.
Per ogni giocatore, una volta esaurito il proprio mazzo di carte, per riprenderle in mano bisognerà eliminare una carta tempo dalla plancia di gioco. Come nel film il tempo sarà determinante, fungerà da countdown alzando il livello di tensione e scatenando una vera e propria corsa frenetica. Una spada di Damocle sopra la testa dei giocatori, i quali dovranno fare i conti coi tanti nemici e ostacoli presenti sulla mappa.
La mappa di gioco si rivelerà man mano, randomizzando le zone a ogni partita, lasciando al giocatore tutto un ventaglio di scelte strategiche in base alle situazioni di gioco. Questa è una delle cose più piacevoli: la scoperta della mappa e il poter decidere come affrontare la situazione, anche in base alle carte rimaste nella propria mano.
Noi abbiamo provato una variante senza bot, con quella che dovrebbe essere un’espansione in cui un giocatore, interpretando la città di New York, ostacola gli altri giocatori rispondendo colpo su colpo in maniera mirata e con un sistema di gioco asimmetrico. Diretto, coinvolgente, spietato e decisamente infame!
Come dicevo c’è ancora da lavorare, soprattutto per il downtime, ma ho davvero apprezzato l’idea generale e certe trovate stilistiche. Aspettiamo il Kickstarter, che tanto ho già capito che pledgerò!
Scivola scivola scivola scivola
Il mio venerdì è poi scivolato via inesorabile, rimbalzando fra i padiglioni e passando più tempo a salutare amici che a giocare. Di alcuni giochi non approfondisco qui perché ho intenzione di scrivere qualcosa in separata sede.
La sera è stata la ciliegina su una splendida giornata: cena al ristorante con bis di primi (e che primi) e gnocco e tigelle a volontà. Cibo ottimo e compagnia sublime grazie all’organizzazione di Angelo lo Chef Ludico.
Sabato
È stato il giorno in assoluto dove ho camminato di più (15.300 passi, circa 11 km). Strano, considerando che ho fatto un’oretta e mezza fermo nella Sala Sauna per le interviste in collaborazione con Play e Tana. Il mio slot era dalle 10:00 alle 11:00, ma non so come mi sono trovato alle 9:30 a intervistare i ragazzi della Ergo Ludo Editions.
Il buon Agzaroth mi ha acchiappato mentre passavo e sbattuto davanti alla telecamera 20 secondi prima della diretta. Molto divertente! Nonostante il mio essere impacciato davanti a queste situazioni, tutto è filato liscio. Per fortuna con i ragazzi polacchi della Trefl o Fabryka-Kart sono stato aiutato da Francesco LudoeCrudo, che con l’inglese è un drago. Dopo l’ora e mezza di sauna sono tornato a vivere la fiera.
Un piccolo passo per un uomo
Nel pomeriggio sono stato ospite di Fever Games per un’oretta e mezza, assaporando un clima meraviglioso circondato da persone simpatiche e appassionate. Ho fatto un paio di partite a One Small Step di cui però parlerò più approfonditamente in un articolo separato.
Ho provato anche Two Rooms e nonostante abbia perso (sicuramente per colpa di Riccardo Ielo, non mia) l’ho trovato molto interessante, inaspettatamente piacevole (è pur sempre un collaborativo brrr), insolito e fuori dagli schemi. Probabilmente dopo un paio di partite e conoscendo meglio le carte si riuscirebbe anche a vincere!
La sera a cena, sempre con i ragazzi della Fever Games (gentilissimi ad accogliermi al loro tavolo), è stato il culmine di un’altra giornata da incorniciare. In realtà avrei dovuto mangiare e successivamente fare un salto al Pub delle Fate dall’amico Denis, ma purtroppo la cena è durata un pelino più del previsto… Seduti dalle 20:15 il primo piatto è arrivato intorno alle 22:30! Volevo mangiare il tavolo!
Domenica
L’ultimo giorno in cui si concentrano le stanchezze dei precedenti è durato solo mezza giornata. Sono partito in quarta andando allo stand del Magnifico per giocare a Messina 1347 appena portato in Italia da Tesla Games. Non dico nulla sul gioco perché anche qui voglio fare un articolo a parte, ma posso dire che è stato il gioco che più ho apprezzato in fiera. Che colpaccio!
Poi ho avuto al tavolo tre persone squisite Valeria, Stella e Manuel e un ottimo dimostratore, Matteo, come poteva andare storto qualcosa? In generale agli stand dei Goblin ho visto l’impegno e la passione di tanti ragazzi. Alcuni di loro (Dave parlo di te) alle prese con due tavoli contemporaneamente, ma mica solo di giochini, anche di pesi massimi da far tremare le gambe! A loro va tutto il mio ringraziamento perché è un sacrificio che non tutti sono disposti a fare. Bravi!
Dopo aver pranzato ho iniziato il lungo giro dei saluti. Per me era arrivato il momento di tornare a casa per sopraggiunto livello massimo di sopportazione del caldo e stanchezza. Avevo anche finito le magliette di ricambio!
Conclusioni
Ok avevo detto che sarei stato breve, sapevate e sapevo anch’io che non ci sarei riuscito, ma considerando tutto quello che c’era da dire, sono stato piuttosto bravo! In realtà ho evitato di parlare di tanti giochi, ma lo farò nei prossimi giorni!
Questa play è stata un successo, finalmente siamo tornati ad abbracciarci. Il caldo eccessivo è stata l’unica nota stonata, ma nemmeno quello ha potuto fermare la voglia repressa che da troppo tempo ci attanagliava. Ora testa alta ai prossimi impegni: il Picnic Ludico di Luglio e GiocAosta ad agosto. Grazie Modena, arrivederci all’anno prossimo.
Play 2022 è finita. Evviva Play! Sbrigati Play 2023, stiamo già contando i giorni che ci separano!
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L’importante è essere costruttivi anche nelle critiche.
Ormai, dopo anni, la cosa è diventata lampante. Esistono diversi tipi di Content Creator Ludici e non tutti fanno le stesse cose. Ci ho messo un po’ più del dovuto, ma ora ho capito e tutto mi è molto più chiaro. Ci sono quelli che danno consigli, fanno recensioni, video e articoli in quantità industriale (e per fortuna aggiungerei); poi ci sono quelli come me che invece hanno un altro compito, più delicato per certi versi, soprattutto ora che siamo a ridosso di Play.
Ho una missione.
Parliamone
Mi sta bene. Sono a mio agio in questo ruolo. Sono uno di quelli che se c’è da fare il lavoro sporco, lo fa. Uno che si concentra sulle cose importanti e che si sacrifica per un bene comune, senza volere nulla in cambio. Quindi eccoci qua, ci conosciamo da un po’, posso permettermi di essere schietto e dirvi le cose come stanno: puzzate!
Tutti gli anni, come varco il corridoio principale a Play, arriva questa consapevolezza. Se a voi non capita di accorgervene, probabilmente è perché avete il naso bruciato. Bel problema. Fidatevi che dopo una giornata in fiera nessuno profuma. Vi vedo mentre sorridete. Pensate che questo problema non vi riguardi? Sicuri sicuri sicuri?
Fate attenzione!
Che poi non è vero che non voglio nulla in cambio, mi accontento di instillare almeno il dubbio nelle persone per poter vivere in un clima migliore. Magari, leggendo questo articolo, uno dice “sai che c’è? Quasi quasi presto attenzione a sta cosa. Mi lavo!”.
Ecco sì, fate attenzione! Play si avvicina e come tutti gli anni verrà presa d’assalto da migliaia di persone! Tutti ammassati in code e attorno ai tavoli. Avete guardato le previsioni? Ci saranno 30 e passa gradi!
Fate una scelta consapevole, ascoltate un pirla che ne ha già viste un po’, venite preparati. Lavatevi!
Consigli strategici per Play che nessuno ha il coraggio di dare
Che poi sono davvero quattro cose messe in croce:
Fatevi una doccia la mattina prima di entrare in fiera, o almeno la sera prima. Tassativo.
Vestitevi leggeri e portatevi uno zainetto.
Portatevi nello zainetto una maglietta di ricambio.
Portatevi nello zainetto un deodorante Stick.
Non sto scherzando. C’è gente che ha problemi con l’acqua ed è così assuefatta dal proprio odore da non accorgersi di nulla, ignorando la gravità della situazione!
Ma come ti vesti?
Anche sta cosa poi. Avete scelto una maglietta figa e non vedete l’ora di metterla per l’occasione? Ok, ci sta, ma non fatevi tutta Play con solo quella addosso! Soprattutto se siete particolarmente soggetti a sudorazione. Cambiatela a metà giornata!
Il vostro outfit si basa sul nero perché smagrisce? Perché siete dei metallari? Perché il nero sta bene con tutto? Non è una buona mossa e ve ne accorgerete quando sarete in coda sotto il sole per prendere tigelle e birra. E poi, tanto non è vero che il nero smagrisce; si vede ugualmente che non siete più in forma come nella foto profilo di Facebook.
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Sono anni che conosco Riccardo Giardina, fumettista di Palermo con la passione dei giochi in scatola. Lunghe chiacchierate su Messenger su questo o quel gioco, spesso per consigli reciproci sugli ultimi titoli usciti, ma anche su fumetti e anime. Negli anni si è sviluppato un bel rapporto di amicizia e di fiducia, un dare e avere in cui le rispettive competenze sono liberamente messe al servizio dell’altro. In realtà di consigli sui giochi da tavolo Riccardo non ne ha poi così tanto bisogno, anzi, spesso è stato lui a darmi qualche dritta…
Negli ultimi mesi Riccardo ha dato vita a Crazy Gamers, le avventure di un gruppo di amici capitanato dalla protagonista Isolde, che ruota intorno alla scoperta del mondo del gioco da tavolo. In breve tempo protagonisti e comprimari di Crazy Gamers hanno fatto breccia nei cuori dei tanti appassionati di fumetti che bazzicano sui gruppi Facebook dei giochi da tavolo, portando a una vera e propria fan base avida di materiale. Storie ordinarie sul mondo del gioco da tavolo, che offre uno spaccato verosimile e piacevolmente coinvolgente per tutti gli appassionati, condito dalla simpatia e il fascino dei personaggi. Una sorta di Shonen ambientato nel nostro mondo, fra scatole di giochi come Golem, Florenza, One Small Step, Pax Renaissance, Ticket to Ride e molti altri ancora!
Seguite i lavori di Riccardo sulla sua pagina Facebook Rick’s World.
La nascita di un fumetto
Così, un bel giorno, non pago delle collaborazioni con alcuni editori coi quali Riccardo ha iniziato recentemente a creare contenuti, mi scrive per propormi una sua idea: creare qualcosa insieme ambientato nel mondo di Crazy Gamers dedicato a Play Festival del Gioco! Due protagonisti, Gloria, un’affermata youtuber e personaggio secondario nella serie originale, qui ancora agli esordi, e il sottoscritto, Alessandro Pabis il blogger de Le Cronache del Gioco.
Dopo aver accettato senza nemmeno pensarci un secondo di troppo, ci siamo immediatamente messi all’opera dividendoci i lavori. Io mi sarei occupato del soggetto e Riccardo della sceneggiatura, oltre che naturalmente dei disegni.
Sotto con il lavoro
Ora, scrivere il soggetto per un fumetto, se non lo hai mai fatto prima, è tutt’altro che semplice. Non stiamo parlando di un racconto, qui si tratta di condensare tante informazioni in poche vignette. Riuscire a tenere un filo logico rispettando l’armoniosità del fumetto, bilanciando testo e immagine, e cercando di non appesantire tutto il costrutto. Davvero, non è così semplice come si possa pensare.
Dopo aver deciso la durata della storia e l’ambientazione che volevamo dare, abbiamo iniziato a confrontarci con le idee. Abbiamo posto delle domande e abbiamo cercato di dare delle risposte, così come avrebbero fatto i due protagonisti, sperando che questo incuriosisse i lettori. Ricreare le situazioni tipiche di chi per la prima volta si trova alla Play di Modena. L’ansia di essere alla fiera più importante del settore del gioco da tavolo in Italia, la meraviglia e il voler fare mille cose e non sapere da che parte iniziare, la gioia di fare quello che ti piace insieme a tante persone uguali a te…
Metodologia
Dopo il briefing iniziale abbiamo iniziato a lavorare separatamente, io sul soggetto e Riccardo sulla caratterizzazione dei personaggi. Abbiamo condiviso materiale fotografico per la realizzazione del mio personaggio e per la realizzazione della location di Play, evento a cui Riccardo purtroppo non è mai riuscito a prendere parte.
Dopo una settimana scarsa, di cui la metà passata a capire come si scrivesse un soggetto per fumetti, ho finito il mio scritto. L’idea iniziale arricchita di testo e consigli su inquadrature, che poi è stata snellita (di parecchio) in fase di storyboard da Riccardo. Certe cose che vedi bene nella tua testa e ti convincono, poi al lato pratico ti accorgi che non funzionano bene. Per fortuna questo non ha portato via troppo tempo, grazie all’abilità di Riccardo, di sapere cosa togliere e cosa lasciare.
Fare fumetti è un po’ come creare giochi da tavolo
Se nei giochi da tavolo spesso i migliori sono quelli in cui i loro autori seguono il mantra: less Is more, così è anche per i fumetti. Bisogna prendere e iniziare a spogliare la propria idea di tutto quello che è futile. Ridurre allo stretto necessario lasciando al lettore il compito di colmare le lacune. Più si è bravi a farlo, meno fatica si farà a leggere il risultato finale. In pratica il lettore farà la metà del lavoro, andando a completare tutte le cose non dette, ma senza fatica, anzi, trovandosi inconsapevolmente parte integrante della storia.
La storia c’è, alcune gag sono piuttosto carine e i personaggi sono ben caratterizzati. Ora viene il bello! Metà del lavoro nel trasmettere le sensazioni in una vignetta lo fa il disegnatore realizzando le espressioni dei personaggi. In un fumetto come questo, Riccardo è stato in grado di condensare due o tre righe del soggetto in una sola espressione. La cosa impressionante, ne sono testimone, è che in alcuni momenti mentre semplicemente parlavamo Riccardo finiva il disegno prima ancora che io capissi come fosse meglio rappresentarlo!
Quello che vedete qui ora è il succo del nostro lavoro, di cui mi sento particolarmente orgoglioso, sebbene abbia contribuito soltanto in minima parte.
Tavola 1
Tavola 2
Tavola 3
Nuove opportunità
In un panorama sempre più saturo di proposte di Content Creator Ludici, più o meno valide e credibili, esistono alternative come quella di Riccardo Giardina. La sua è un’idea vincente e innovativa: realizzare storie a cavallo di due mondi, quello del gioco e del fumetto, riuscendo a catalizzare l’attenzione della stragrande maggioranza degli appassionati. Raggiungere una parte dell’utenza che potenzialmente è giocatrice, instillando la curiosità verso un mondo che ancora non conosce bene, attraverso un media semplice e immediato come quello del fumetto.
Sono grato a Riccardo di avermi concesso questa opportunità e non nascondo che mi piacerebbe ripeterla in futuro… Magari un appuntamento fisso per Play?
Sorpresa!
Così a sorpresa, giuro non lo sapevo, Riccardo ci regala in extremis una tavola extra di questo extra con un finale a sorpresa!
Rinnovo a lui i miei ringraziamenti e vi invito a seguire le sue opere!
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Seconda parte dell’articolo dedicato a IdeaG 2022. Potete leggere prima questo, oppure andare qui, a voi la scelta.
Quest’anno ho visto un’alta concentrazione di gioconi. Tanti pesi massimi che, soprattutto la domenica, hanno riempito i molti tavoli a disposizione.
Purtroppo sono pirla e non ho gestito al meglio la batteria del mio telefono, scattando poche foto e quindi dovrete accontentarvi di quello che c’è.
Enrico Fermi – protipo IdeaG 2022
Sono partito alla grande sabato mattina, prima ancora dell’apertura ufficiale, con un gioco dedicato a Enrico Fermi di Carlo Camarotto e Nestore Mangone. Lo avevo già provato mesi addietro con un’altra ambientazione, molti di voi forse lo ricorderanno come Ferrara, ma devo ammettere che gli preferisco di gran lunga questa nuova veste. Il gioco è stato raffinato e ripulito in alcune parti rendendolo più godibile, ma il motore di gioco non è praticamente cambiato. Resta di un certo peso e non facile da leggere strategicamente alla prima partita. La parte che colpisce sicuramente è quella della gestione delle risorse che si attivano a catena in base al posizionamento dei meeple, riattivandosi solo nel momento in cui ne entra uno nuovo, ma portando i giocatori a dover riorganizzare il loro posizionamento.
Il vero cuore del gioco però, la parte davvero figa a mio avviso, è la costruzione dei quattro macchinari rosso, blu, verde e giallo. In pratica, più costruisci un tipo di macchinario e più sale il segnalino sulla track corrispondente. Questo ti assicurerà maggiori punti a fine partita, ma nel frattempo, nel corso del gioco, aumenterà i costi di costruzione. Costi che influenzeranno tanto gli altri giocatori quanto noi stessi! Bisognerà capire quando e quanto aumentare i valori delle track. L’ho testato in due persone e devo ammettere che mi ha soddisfatto molto. Per la cronaca ho tenuto testa per un po’ a Camarotto, crollando solo nel finale per evidenti incapacità di ottimizzazione. O forse semplicemente perché sono una sega.
Indians
Ho provato poi un gioco di Danilo Sabia, uno dei suoi pochissimi prototipi che ancora non ero riuscito a giocare nonostante sia in circolazione da anni: Indians.
Il gioco è un piazzamento indiani, uomini e donne, che eseguiranno delle azioni coerenti e altamente tematizzate con l’ambientazione. Ogni giocatore avrà due dadi (non si tirano tranquilli) e dovrà segretamente organizzarli con due valori la cui somma sia sei. In base al loro posizionamento sulla plancia i due valori determineranno il tipo di azione e la relativa forza della stessa. Gli Indiani andranno poi a svolgere le azioni, ma il giocatore non riceverà immediatamente le risorse, dovendo aspettare la fase di rientro alla fine del turno. Più lontana sarà l’azione svolta, più turni ci vorranno per riavere le risorse.
Ci sarà una sorta di interazione indiretta, occupando lo slot delle azioni esclusive avvantaggiando chi primo di turno e lasciando agli avversari la possibilità di ripiegare sull’azione scelta occupata, ma con una forza minore. Il gioco ha un suo timing variabile, muovendo da uno a tre passetti su di un tracciato con eventi minori e momenti di conteggio intermedio dei punti, in base alle risorse richieste da una tessera rivelata in fase di setup. L’ambientazione deve piacere, ovviamente, ma il gioco è una bomba! Non che mi aspettassi nulla di meno dall’autore.
Tsukiji
Ho provato poi altre cose interessanti, anche più light, e fra le più divertenti c’è sicuramente Tsukiji, il gioco del mercato del pesce di Emanuele Briano. Naturalmente telefono scarico e niente foto (mi spiace).
Il gioco è un semplice filler di carte, uno contro uno, in cui i giocatori dovranno accaparrarsi il pesce migliore, fra le carte rivelate ad ogni round. Con un’asta nascosta si sceglieranno le carte dal mercato e chi punterà più alto vincerà scegliendo per primo, lasciando minor scelta al secondo.
In base alla differenza di puntata, però, si sposterà anche un segnalino su di una “bilancia” che, una volta raggiunta l’estremità, porterà una carta pesce in più all’avversario. La presenza di una carta speciale, che i due giocatori si passeranno quando utilizzata con una puntata da zero, spezzerà i pareggi. Le carte avranno spesso anche dei poteri speciali che si attiveranno, aggiungendo moltiplicatori ai punti, o altre azioni, a volte anche più dirette contro l’avversario. Lo scopo sarà quello di collezionare carte cercando di ottenere bonus punteggio rivelati a inizio partita e giungere al maggior numero di punti alla fine del mazzo di pesca.
Super Robot, Merry Christmas e Do Not Disturb
Restando sui filler mi sono fermato al tavolo dell’esordiente Tobia Botta alla sua prima IdeaG. Ho provato tre giochi uno più piacevole dell’altro!
Mi sono sfidato con Mec e Banda del Dunwich Buyers Club a suon di robottoni anni 80 con Super Robot: un memory atipico, collaborativo! Nel mazzo di gioco sono presenti carte di due tipi, attacco e difesa, per ogni colore dei robottoni in gioco, in più coppie. Per esempio 4 coppie di attacco e difesa per il verde, 4 per il rosso e così via. Al proprio turno tutti i giocatori pescano dieci carte e le guardano senza poterle riorganizzare, poi girandole dovranno ricordarsi la posizione delle carte attacco e difesa nei vari colori e come assegnarle ad ogni turno. Idea carina che mi sono sentito di consigliare all’autore di sviluppare anche in una modalità competitiva. Insomma, abbiamo dei robottoni e un sistema di gioco che funziona, ma facciamoli combattere coi cattivi o fra di loro!
Sempre di Tobia un gioco a tema natalizio, Merry Christmas, una sorta di corsa su di un percorso di carte dai valori casuali, disposte a forma di Albero di Natale. Una volta raggiunta la stella si vince. Simpatico ma non proprio memorabile, un gradino sotto il precedente e molto di più rispetto a Do Not Disturb, terzo titolo da me provato, molto piacevole e ben congegnato.
I giocatori saranno cacciatori di tombe egizie. Partendo da dei set di carte di diversi colori con valori da -3 a +3, e mescolati fra loro, se ne estrarranno un certo numero coperte come tesori. I giocatori avranno in mano carte causali di cui gli altri vedranno solo il colore del dorso. Durante il proprio turno piazzeranno la propria carta personaggio sotto un tesoro, e poi scarteranno scoperta una carta dalla propria mano. Potranno decidere nel turno successivo se entrare nella stanza del tesoro o obbligatoriamente cambiare di posizione, andandosi a mettere davanti a un’altra carta tesoro.
Le informazioni parziali date dalle carte in mano e da quelle giocate dagli avversari spingeranno i giocatori a prendere decisioni e ad entrare nelle stanze tesoro, cercando di accumulare punti e provare a battere sul tempo gli avversari, aprendone altre. Il gioco funziona davvero bene e la logica dietro non è affatto stupida: meglio prendersi dei rischi ed entrare subito su più tombe, oppure meglio aspettare e avere le idee più chiare? E se nel frattempo gli altri iniziano a scovare tesori e tu hai atteso troppo? Bello davvero, complimenti!
Trenini
Tommaso Battista e Gabriele Ausiello mi hanno fatto provare un gioco coi trenini su dei binari. Un “gestione binari” anzi “gestione scambi ferroviari” molto piacevole, bello ragionato e facile da capire. Sulla plancia ogni giocatore avrà quattro trenini in quattro colori, disposti su tre binari chiusi ad anello. Il binario interno e quello esterno con due trenini contrapposti fra loro nel senso di marcia. Ogni binario avrà delle fermate delle stazioni dove i treni al loro passaggio potranno raccogliere risorse come segnato sulla plancia, ma solo se del loro stesso colore.
Come si muovono i trenini? In un sacchetto si metteranno due dischetti neutri e uno con il colore di ogni giocatore. Ad ogni estrazione tutti i giocatori muoveranno contemporaneamente il treno del colore scelto dal proprietario del dischetto, oppure uno a propria scelta se il dischetto sarà neutro. Muovendo di due spazi stazione, i treni si bloccheranno quasi immediatamente, sarà quindi bene utilizzare gli scambi ferroviari per deviarne il corso su altri binari, ma stando attenti a non andare a bloccare un’altra tratta. Ci saranno delle carte da assolvere con i cubetti guadagnati per ottenere poteri binari, maggiore velocità, maggiore influenza nel sacchetto o maggiori risorse da aggiungere a una stazione. Ogni carta riscattata darà un punto, così come il raggiungimento di traguardi comuni per tutti. Più facile giocarlo che spiegarlo.
Ho provato a usare una strategia che mi pareva vincente, forse forzando anche un po’ il test, con una scelta ripetitiva sull’aumentare influenza continuando a riscattare nuovi dischetti da aggiungere nel sacchetto, così da poter decidere quasi sempre io il trenino da fare muovere, ma non ha portato i risultati sperati. Per fortuna mi permetto di dire. Alla fine il gioco ha retto alla grande e si è dimostrato più solido di quanto potesse sembrare. C’è qualcosina che manca forse, ma gli autori sono davvero in gamba e sapranno tirarne fuori un bel gioco!
Poi ho visto, giocato, seguito la spiegazione di molti altri giochi…
Vis e Wanna meet di Emanuele Giuliano due simpatici party game a cui onestamente non avrei dato due lire e che invece mi hanno fatto divertire. Uno aveva lo scopo dichiarato di fare rompere il ghiaccio e secondo me ci è riuscito alla grande. Certo Emanuele è un bravo intrattenitore e sicuramente questo incide, ma sono ugualmente rimasto favorevolmente colpito sia dall’uno che dall’altro.
Catbyrinth di Alessandro Cocconi, un vero e proprio gioco capace di catalizzare l’attenzione di tutti i passanti. Io non sono riuscito a provarlo, ma mi ci sono fermato davanti tre volte e tutte le volte ho seguito con interesse la sfida. Un astratto con scatole e gatti, insomma, come fai a non fermarti a guardarlo?! Vagamente la somiglianza con Santorini c’è, ma questo mi è sembrato a tratti ancora più cattivo.
Paris 2171 di Loris Orrico, Nestore Mangone e Umberto Marino in realtà l’ho giocato settimane fa su tabletop simulator, qui l’ho solo visto dal vivo. Gioco davvero ben fatto e che con le ultime scelte in termini di ambientazione sta andando nella direzione giusta.
Flock di Roberto Pestrin e Carlo Rigon, astratto molto caruccio in cui due giocatori dovranno cercare di fare entrare due delle pecore scappate dal proprio gregge, utilizzando il proprio cane pastore. Breve e ben realizzato.
Crazy Klondike di Filippo Brigo, gioco per bambini che vede i giocatori nei panni di cercatori d’oro. Un Dexterity Games in cui i giocatori dovranno raccogliere pepite miste a pietre lungo un percorso, metterle in un contenitore con pochi fori, cercando poi di setacciare l’oro evitando di far scendere anche le pietre. Idea carina che promette bene.
Tankograd di Marcello Mugnai. Uno di quei giochi dove non mi sarei mai seduto, se non fosse stato per scambiare due chiacchiere con l’autore! Troppo Wargame per i miei gusti, poi invece me lo sono fatto spiegare e ho scoperto che è un eurogame e anche piuttosto interessante nella gestione delle risorse. Col senno di poi mi sarebbe piaciuto provarlo. Ad avere la forza di farlo!
Haikyu di Francesco Testini e Dario Massarenti. Purtroppo non ci ho giocato, ma non potevo fare a meno di seguire la spiegazione di questo gioco di carte sulla pallavolo ispirato (ma va) dall’omonimo anime. Tutto si basa sui valori di attacco e difesa delle carte, in una sfida uno contro uno. La cosa figa è l’assegnazione di attributi statistici alle carte, coerenti coi personaggi rappresentati. Il gioco è caruccio, non nelle mie corde, ma se realmente esistesse la possibilità di averlo con questo brand, credo ne comprerei non una ma due copie!
Dice Basket di Marco Legnani gioco sul Basket coi dadi, molto colorato e che ho visto preso d’assalto soprattutto da giovani e famiglie. Un gestione dadi astratto che ha strappato più di qualche sorriso. Purtroppo non l’ho provato, ma so che avrò occasione di farlo prossimamente.
Deep Space Explorer di Matteo Tamburini, altro autore esordiente a IdeaG che però mi è parso avere le idee molto chiare! A prima vista sembra un Beyond The Sun, ma si è poi rivelato meno impegnativo e più veloce. Ho fatto solo un giro mentre mi aspettavano in macchina per andare, quindi mi spiace non averlo approfondito come avrebbe meritato. Vicino a me Stefania Niccolini, anche lei piuttosto colpita dal gioco, ma allo stesso tempo sfatta da una due giorni intensa di playtest e troppe poche ore di sonno alle spalle! Il livello estetico eccellente e l’ambientazione forte hanno esaltato un’idea semplice ma ben studiata. Mi sono piaciute un paio di idee, ma non ho fatto in tempo ad apprezzare il motore di gioco purtroppo. Sono comunque sicuro che ne avremo sue notizie!
Ci sarebbero altri giochi, provati di sfuggita o solo intravisti che adesso non ricordo, ma che non escludo eventualmente di aggiungere in un secondo momento a questa lista…
Per concludere
IdeaG 2022 è stata un’edizione ricca di soprese, sotto il punto di vista dei prototipi. Rispetto a pochi anni fa il livello si è alzato in maniera netta, offrendo una vagonata di titoli fighi anche per mano di autori esordienti. Certo ci sono molti giochi che avrei voluto provare, soprattutto un paio di pesi massimi inavvicinabili per il capannello di gente ai tavoli, ma sono ugualmente soddisfatto. Ora non ci resta che attendere e vedere se anche questa edizione porterà i propri frutti…
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Finalmente tutto è tornato al proprio posto: autori che propongono millemila giochi, editori in cerca dell’ultima perla, playtester appassionati che saltano da un tavolo all’altro e blogger che si fanno foto davanti alla qualunque. Bentornata IdeaG, quanto ci sei mancata! Un anno e mezzo circa di attesa per tornare a respirare l’aria delle grandi idee. Condividere momenti, gomito a gomito, con il gotha del panorama ludico italiano e magari chissà, vedere l’esordio di qualche nuovo autore.
Vorrei fare il figo e dire che non subisco più il fascino di questa kermesse, ma nonostante gli anni passino, ancora mi emoziono. Per me è come andare allo stadio e vedere Maldini, Kakà, Ronaldo il fenomeno, Baggio e così via! Anzi, di più, scendere in campo, fare quattro tiri insieme e poi tutti a bordo campo a bere qualcosa. Condividere qualche momento con dei fuoriclasse.
L’alea aiuta gli audaci
Sono comunque molto fortunato. Certo, ci vuole culo ad abitare a 5 minuti da casa di chi quest’anno ha preso meritatamente le redini di Saz Italia: Il Megadirettore Galattico Duca Conte Luca Borsa. Ho la fortuna di conoscerlo e condividere con lui una bella amicizia. Che poi Luca è una di quelle persone che quando parla ti devi sedere a prendere appunti e non solo perché parla molto, ma perché c’è davvero tanto da imparare da lui. Così come ho culo ad essere amico di Matteo Sassi, vero guerriero instancabile, fulcro dell’organizzazione di questa e molte altre IdeaG. A lui devo tanto di tutto, anche delle cronache! Lui è uno di quelli che parla poco, ma quando lo fa ha un peso e per me il suo giudizio conta sempre davvero tanto.
Insomma, ho avuto fortuna ad essere circondato da tante persone legate a IdeaG e che mi hanno tirato dentro questo bellissimo mondo. Non faccio giochi eppure mi sento parte integrante di questo gruppo. Questo è magnifico.
Potrei passare il resto dell’articolo a nominare autori, e sarebbe anche giusto farlo perché IdeaG è sorretta da tante mani, ma rischierei di scrivere la divina commedia.
IdeaG 2022 una scelta vincente
Un’organizzazione perfetta che ha portato oltre 160 autori partecipanti con 350 e passa prototipi e qualcosa come 150 playtester! Insomma, numeri che parlano da soli. Un successo annunciato, ma non così scontato, giunto proprio grazie all’unione di più persone che da anni sacrificano parte della propria vita per questo. Non per una crescita personale, non soltanto almeno, ma per quella di tutto il settore. Quello che un po’ ci invidiano tutti all’estero e in cui siamo davvero bravi: fare squadra.
Per questa IdeaG 2022 sono state prese delle decisioni importanti, a livello logistico, per adeguarsi a norme e standard di sicurezza. Sì è scelta una data primaverile (30 aprile e 1 maggio) per ridurre le possibilità di contagio, rispetto al consueto fine gennaio, e si è optato per una nuova struttura più capiente: l’Hotel Parma e Congressi di Parma, che si è rivelata essere una scelta vincente all’altezza dell’evento.
Una location perfetta
Tanti tavoli ben distribuiti in due ampie sale, ma non solo, anche un giardino esterno che, complice le splendide giornate, ha visto tavolini e sedie improvvisati riempirsi di prototipi all’aria aperta, concedendo una pausa dagli elastici delle mascherine e la gioia di poter vedere dei sorrisi.
In un’altra sala separata sono stati proposti quattro panel molto interessanti. Ho preso visione solo di uno di questi, ma sono grato di averlo fatto perché ho imparato tante cose nuove che, nella mia immensa stupidità, credevo di conoscere già! Fortunatamente il buon Bove ha seguito la parte tecnica di tutti e quattro gli incontri, registrando e premurandosi di renderli presto accessibili nei canali di Saz Italia.
Splendida la cena del sabato, uno degli eventi immancabili di IdeaG. Fra una portata e l’altra dei loschi figuri col grembiule nero si sono avvicinati ai tavoli assegnando il compito di realizzare in pochi minuti un gioco da tavolo ispirato all’evento. Una consuetudine ormai, ma che ha monopolizzato allegramente l’attenzione di tutti, donando momenti di allegria e stupore, soprattutto di chi presente per la prima volta a una di queste cene.
Come da programma nel dopo cena c’è stata l’elezione dei migliori giochi della serata. Il mio tavolo ci ha creduto molto, ma non è riuscito a strappare alcun premio, anche se sono quasi convinto ci sia stata un opzione da parte di Pendragon… la cosa più bella però è arrivata improvvisa e genuina, con la premiazione di Walter Obert per i suoi tanti anni di carriera. Dalla prima IdeaG, con una decina di temerari appassionati a Piossasco, all’ultima di quest’anno con centinaia fra colleghi e amici ad applaudire. Un’istituzione che, per rimanere in tema calcistico, con il Maradona dei giochi, Alex Randolph, ci ha giocato segnando molti dei gol più belli della storia dei giochi da tavolo italiani.
L’importanza di esserci
Ma sai che c’è poi? Non basta la fortuna. Bisogna credere. Esserci. Creare rete e cogliere tutto quello che ci viene dato da tutti. Anche chi come me non crea giochi può fare la differenza e aiutare a crescere, partecipando come playtester, ad esempio, cercando di offrire quel poco di esperienza che ha per aiutare ogni autore alla realizzazione di un sogno. Quei loro sogni che poi diventeranno i nostri tesori e a cui mi piace pensare di aver contribuito un pochino. Anche solo per lo 0,1% magari. Ecco, io vado a IdeaG anche per questo: per sentirmi parte di questo mondo che tanto amo.
Ok aspettavate i giochi, lo so, ma ho pensato di dividere la divina commedia in due parti, quindi potete cliccare qui sotto e proseguire con l’articolo.