Copertina cartoon Orion Duel

Orion Duel, non cadere nel buco nero

Torniamo a parlare di giochi, visto che è da un po’ che in questo blog si latita, portando su queste “pagine” Orion Duel, un gioco astratto a tema spaziale per 2 giocatori dai 12 anni in su, della durata di circa 25 minuti a partita.

Orion Duel sul tavolo

Dalle geniali menti di Andrea Mainini e Alberto Branciari, pubblicato da Matagot (che ha recentemente fatto annunci discutibili sulle prossime strategie di mercato, come spiegato bene da Geek Pizza in questo articolo), Orion Duel arriva in Italia grazie a Oliphante, che ringrazio per avermene donato una copia da fare giocare in LAM, l’associazione di cui faccio orgogliosamente parte. Lo so, non vi aspettavate un articolo… Dico a Oliphante, non a voi!

Componenti di Orion Duel

Come si gioca

Orion Duel è composto da una plancia suddivisa in esagoni, 14 tessere prevalentemente blu e altrettante arancioni, con dimensioni e forme variabili da 1 a 3 esagoni ciascuna, 8 gettoni galassia e 7 gettoni buco nero.

Distribuiti i gettoni galassia e i gettoni buco nero sulla plancia, rispettando le semplici regole di setup riportate nel regolamento, i giocatori potranno, a turno, posizionare una delle proprie tessere, cercando di raggiungere per primi una delle condizioni di vittoria prima dell’avversario.

Setup casuale di Orion Duel

Le condizioni di vittoria sono 3:

– Collegare le costellazioni

– Connettere le galassie

– Forzare l’avversario a connettere i buchi neri

La plancia di gioco rappresenta il cosmo, il cui perimetro esagonale riporta, nei lati estremi, 6 galassie, i cui opposti, se collegati da un serpentone di tessere dello stesso colore di un giocatore, portano immediatamente alla prima condizione di vittoria. Le tessere, durante il gioco, potranno essere posizionate liberamente sulla plancia di gioco sugli esagoni liberi. Ovviamente, non potranno sovrapporsi o uscire dai limiti del cosmo, ma potranno anche essere posizionate staccate fra di loro.

Una tessera di Orion Duel

L’unico modo, però, di poter posizionare una tessera sotto un gettone galassia o buco nero sarà quello di connettere il colore che vi si posizionerà sotto con lo stesso colore presente adiacente su di una tessera precedentemente piazzata. So che non è di facile lettura, ma è più semplice comprenderlo con degli esempi.

Prima condizione di vittoria a Orion Duel

Tornando alle condizioni di vittoria, la seconda è quella di annettere 4 galassie nel proprio sistema, tutte connesse tra loro. Significa che le galassie non basta averle sopra gli esagoni del proprio colore, ma devono essere direttamente collegate fra loro, senza interruzioni. Terza e ultima condizione di vittoria è quella di infilare i buchi neri sopra le tessere del colore dell’avversario, anche in questo caso direttamente collegate fra loro.

Partita a Orion Duel

Il regolamento di quattro paginette è chiaro e non lascia spazio a dubbi. In caso si arrivasse a fine partita senza la vittoria di uno dei giocatori, si procede al conteggio assegnando un punto per ogni galassia presente sopra le tessere del proprio colore, meno un punto per ogni buco nero.

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Metto le mani avanti

Non amo particolarmente gli astratti e non sono un esperto. Anzi, a dire il vero, non stravedo a prescindere per i giochi da due. Eppure, Orion Duel mi ha rapito. Dopo tutto, se ne parlo, una ragione c’è. Partiamo da quella che potrebbe sembrare una banalità, ma che ai miei occhi è un notevole punto a favore per questo gioco: Orion Duel offre due diversi tipi di setup, simmetrico o casuale. Questa intuizione degli autori permette a chi, come il sottoscritto, predilige situazioni di gioco sempre diverse, oltre ai puristi che amano sfide dalle condizioni eque e non disdegnano aperture standard, di potersi divertire con lo stesso prodotto. Questa libertà mi fa apprezzare maggiormente il gioco, anche perché, utilizzando un setup casuale (che prediligo), ho la certezza di non avere mai una partita uguale a un’altra.

Galassie e buchi neri Orion Duel

Un’altra cosa che ho apprezzato in Orion Duel è il posizionamento delle tessere, che, proprio per la loro fattura in due colori, porta il giocatore a dover ragionare su più fronti. È sempre concreta la possibilità di avvantaggiare anche l’avversario con la propria mossa. Non sempre seguire a testa bassa la propria strategia porterà a buoni risultati, perché ci sarà sempre il rischio, posizionando tessere, di avvicinarsi sì a una delle condizioni di vittoria, ma di fare allo stesso tempo, inavvertitamente, anche il gioco dell’avversario, avvicinandolo a sua volta a una delle altre condizioni di vittoria.

Copertina articolo Orion Duel

In conclusione

Orion Duel è quello che si può definire un gioco semplice da imparare, ma difficile da padroneggiare. Tuttavia, con già poche partite alle spalle, si riuscirà a leggere le situazioni di gioco, valutando contemporaneamente più strategie. Anche i tempi dichiarati sulla confezione, di 25 minuti, in realtà si ridurranno dopo le prime partite. Se ancora non siete convinti della bontà del gioco, potete provarlo su BGA e valutare di persona, anche se la sensazione di godimento nel guardare negli occhi il proprio avversario e chiudergli in faccia ogni possibilità di vittoria con una tessera non può essere replicata da un freddo monitor!

Terxo: Il Gioco che mi ha fatto letteralmente impazzire

Terxo: Il Gioco che mi ha fatto letteralmente impazzire

In ritardo di solo una manciata di mesi, vi parlo di Terxo, un gioco astratto recuperato a Play, che mi ha fatto letteralmente impazzire.

Componenti di Terxo

Cos’è Terxo?

Terxo è un gioco astratto a informazione completa di Simone Paganoni per 2-4 giocatori, pubblicato da Fabbrica dei Segni Editore, composto da 27 dadi in tre diversi colori, in cui si dovrà cercare di ottenere più tris degli avversari. Una volta posizionati tutti i pezzi e realizzato un cubo 3x3x3 (da questo momento in poi cubone), il gioco avrà fine.

Scomodando uno dei giochi astratti più belli di sempre: Quarto, anche in Terxo si riceverà il pezzo (dado) scelto dall’avversario, avendo solo l’obbligo di posizionarlo a contatto con un altro dado già presente, di fianco o sopra, entro uno spazio di una base quadrata 3×3. Ogni volta posizionato un pezzo, si dovrà verificare l’eventuale realizzazione di uno o più tris.

Partita in corso

Ma come realizzare i tris?

In Terxo, ogni dado presenta tre caratteristiche:

  • Il colore del dado
  • Il simbolo rappresentato
  • Il colore del simbolo

I dadi sono in tre colori: verde, arancio e viola. I simboli possono essere la X, il cerchio o il puntino. Per finire, ogni simbolo può essere giallo, rosso o azzurro.

Ogni combinazione di tre elementi uguali allineati, porterà a un tris. Ma, a differenza di Tic Tac Toe, il gioco del tris, oltre ad avere a che fare con tre diverse tipologie di elementi, dovremo fare i conti con la realizzazione del cubone, permettendoci di sviluppare i tris anche in maniera tridimensionale, quindi in verticale, orizzontale e diagonale.

esempio di tris
Vedete in primo piano un esempio di Tris: Puntino, Croce e Cerchio Gialli in diagonale. Se guardate bene, precedentemente ne era stato fatto un altro…

Varianti

Terxo è principalmente un gioco pensato per 2 giocatori, che offre il giusto compromesso tra difficoltà e impegno, ma che può essere giocato in squadra, in 4 giocatori, o anche in 3, con una piccola variante: ogni giocatore partirà con 9 dadi dello stesso colore, passando solo quelli al giocatore successivo.

Fra le altre varianti proposte dall’autore, c’è quella Random in cui i pezzi da posizionare si possono scegliere casualmente, la variante Faster in cui la partita termina in un certo numero di Tris, oppure la variante Easy, limitando i tris a una sola caratteristica, molto indicata per giovani giocatori alle prime esperienze.

Costruzione del Cubone di Terxo

Terxo: il gioco difficile più facile al mondo

Quello che colpisce di Terxo è l’eleganza in termini di game design: è di una semplicità disarmante, ma allo stesso tempo nasconde una grande profondità.

Devo fare una confessione: ho un cattivo rapporto con questo gioco. Nella mia superbia, ho la convinzione di essere un giocatore intelligente, mentre invece Terxo mette a nudo tutte le mie lacune. Perché può sembrare semplice fare un tris, ma vi assicuro che ragionare in maniera tridimensionale su più elementi, anche solo tre come in questo gioco, non è una cosa semplice. Quindi sì, quando dico che Terxo mi ha fatto impazzire, intendo perché non riesco a vincere una partita con nessuno!

L’unico aspetto negativo che ho riscontrato dopo diverse partite è la complessità di valutare i tris che includono dadi nascosti alla vista, se non stai attento, rischi di non accorgertene. Questo obbliga i giocatori a spostare e riposizionare tutto mentre si gioca.

Ironicometro valore basso
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Terxo è un prodotto artigianale, con elementi dipinti a mano, che ha portato il suo autore fin dalla sua creazione a proporre il proprio gioco alle fiere del settore. Ma che ora, grazie alla pubblicazione con la Fabbrica dei Segni Editore, può facilmente essere reperito sui maggiori e-commerce.

L'autore di Terxo

Ringrazio l’autore per la copia di valutazione e per la pazienza.

In quanto a voi, vi invito a giocare con me. Ho sempre dietro la mia copia: non fosse mai che finalmente trovo qualcuno più scarso del sottoscritto, così magari ne vinco una!

Otto Game Over: Il gioco che mi assomiglia!

Otto Game Over: Il gioco che mi assomiglia!

Oggi vi voglio parlare di un gioco nato quasi per scherzo durante il lockdown per ovviare al troppo tempo libero. Un’intuizione apparsa spulciando disegni di una vecchia ricerca su piastrelle ad aggancio perpetuo (ho copiato perché non sapevo come descriverle) fatta anni prima! Otto Game Over è un titolo astratto semplice da spiegare e divertente da giocare, bello da vedere, ma soprattutto completamente folle!

L’italianità che ci piace

Folle per come è nato tutto in breve tempo, ok, ma anche perché realizzato interamente in Italia e 100% plastic free. Una scelta fuori dal comune ma soprattutto coraggiosa, specie per il periodo attuale, che ha sicuramente portato a qualche sacrificio pur di mantenere una linea green. Chapeau!

Arcastudio non è il canonico editore di giochi da tavolo, ma un’agenzia di comunicazione che collabora da decenni in vari settori, fra cui quello del giocattolo. Per la realizzazione di un gioco da tavolo come Otto Game Over, certo sostenuta dalla passione e la determinazione di una squadra di menti geniali, serviva comunque qualcosa di più di una semplice intuizione. Da qui dunque l’idea di appoggiarsi a Kickstarter, nota piattaforma di crowdfunding, spesso sfruttata come vetrina per prevendite di giochi, ma che almeno in questo caso è riuscita a offrire il giusto supporto per la realizzazione di questo sogno. Follia, rispetto e coraggio, gli ingredienti ci sono tutti, ma alla fine il gioco com’è?

Modalità solitario

Scopriamo Otto Game Over

Quello che da subito colpisce di questo titolo è il design elegante e accattivante della scatola, tutta nera con dettagli geometrici bianchi che si intersecano in sinuose curve e cerchi. Ma non solo, a un’occhiata più attenta fanno alzare un sopracciglio i dati riportati sulla stessa: 2-4 giocatori (anche se in realtà è presente una modalità in solitario), l’età consigliata 8-88 anni (che vabbè è un chiaro richiamo al nome del gioco), e la durata stimata in 36 minuti. Aspetta, lo scrivo in lettere e in grassetto: trentasei minuti. Wow che precisione! Ma perché proprio trentasei? Questa domanda se la sono posta in tanti, anzi, praticamente tutti quelli che l’hanno giocato con me! Vi lascio ancora un pochino con questo dubbio…

Uno contro uno

Dentro la scatola 

La scatola incuriosisce da chiusa, ma è quando viene preparato il gioco sul tavolo che colpisce e catalizza tutti gli sguardi.

La scacchiera è di cartone assemblato su più strati, bordata di nero con cerchi e quadrati bianchi incompleti. Al centro è presente una tessera incollata che funge da punto di partenza per il gioco. Sulle plance giocatore, anch’esse di cartone nero lucido, risaltano cerchi e quadrati dedicati agli spazi per i token di legno nei quattro colori disponibili: rosso, blu, verde e giallo. Il colpo d’occhio è notevole e viene impreziosito da una torre porta tessere, un tabellone contapunti, un mazzo di carte e due sacchetti molto utili per riporre il tutto ordinatamente nella scatola.

Scacchiera

Nell’elenco dei materiali qui sopra non ho menzionato il regolamento, presente addirittura in due versioni: uno corposo e l’altro in versione scarsa. Sì, avete capito bene, c’è il manuale scarso! Una sorta di riassunto che permette di giocare subito, anzi, in quattro e quattr’otto come recita la copertina! 

Manuale scarso

Come si gioca a Otto Game Over

Una sfida a Otto Game Over termina nel momento in cui un giocatore (o una squadra) raggiunge o supera i 24 punti. Vi dico già che è impossibile farlo con un’unica partita, ma solitamente ce la si fa in tre. Ogni partita in media dura sui dodici minuti, da qui i famosi trentasei riportati sulla scatola. Tralascio la modalità a squadre (comunque consigliata dall’autore) e mi concentro sulla sfida tra giocatori singoli.

Ogni giocatore avrà nella propria plancia tutta la componentistica in legno del colore scelto, una tessera scoperta e una carta coperta. All’inizio del turno si potrà scegliere se pescare una tessera, oppure prima giocare una carta dalla propria mano.

Token

Le tessere di Otto Game Over

Quando il giocatore pescherà una tessera dovrà decidere quale delle due in proprio possesso posizionare sulla scacchiera.

Le regole di posizionamento sono 2:

  • – Le tessere potranno sì essere piazzate a proprio piacere, ma sempre adiacenti a un’altra tessera già presente.
  • – Se sarà possibile fare punto posizionando una tessera si sarà obbligati a farlo. Sempre rispettando la regola delle adiacenze.

Ma come si fanno i punti? Creando dei cerchi e dei quadrati con una tessera e piazzandoci dentro i token. Più spazi si creeranno dal posizionamento di un’unica tessera e più token si potranno piazzare. Creare spazi di cui non si disporranno più i token avvantaggerà gli avversari, lasciando loro la possibilità di riempirli con i propri. I cerchi piccoli varranno 1 punto, quelli più grossi 2 e i quadrati 4. I punti si aggiorneranno sulla plancia segna punteggio solo alla fine della partita, ovvero quando tutte le tessere sulla scacchiera saranno posizionate… Oppure facendo un otto!

Infinito

L’otto è un bel casotto

No scherzo, mi piaceva la rima, in realtà fare otto non è complesso da capire… è solo complesso da fare! In pratica formando un otto (è più simile al simbolo dell’infinito che a un otto) la partita terminerà immediatamente, assegnando 8 punti al giocatore e zero agli avversari, annullando tutti i potenziali punti della partita in corso. Ecco spiegato perché i punti non si aggiornano durante la partita! 

Fare otto sembra facile, ma io non ne ho mai visto uno nemmeno per finta, quindi salvo errori marchiani, saranno delle vere e proprie chimere.

Tessere prepotenti

Ci sono diversi tipi di tessere in Otto Game Over, ma soltanto due cambiano le dinamiche di gioco. Entrambe si faranno odiare parecchio per via di regole restrittive: la tessera oscura e la tessera zero

Tessere brutte brutte brutte

La tessera oscura è un tessera senza linee che non potrà mai essere piazzata in gioco, che di fatto limiterà il malcapitato costringendolo a giocare da lì in poi con una sola tessera anziché due. La situazione potrà essere risolta soltanto da un’altra pesca “sfortunata”. Due tessere oscure si annullano e vengono immediatamente scartate e rimpiazzate da una nuova tessera e una carta.

La tessera zero, a differenza della precedente descritta, presenta diverse linee e obbliga il giocatore a posizionarla. Tante linee ma tutte inutili, perché non conformi a chiudere alcuno spazio per la creazione di cerchi e quadrati. Con questa sicuramente si faranno sempre zero punti.

Scambia la tessera con un avversario e Fai due volte il turno

Giocare una carta

Rigorosamente prima di pescare una nuova tessera, i giocatori potranno decidere di giocare una carta dalla propria mano e applicare gli effetti descritti sul manuale. Si va dallo scambiare tessere con un avversario, al spostarne direttamente dalla scacchiera e piazzare token, per un totale di otto diverse tipologie di effetti. Nove col jolly, ma ci stava meglio otto secondo me. Dopo aver giocato e risolto l’effetto della carta si potrà procedere con la pesca della tessera dalla torre e il canonico piazzamento. Le carte rimaste inutilizzate durante una partita potranno essere tenute per quella successiva.

No comment

Otto Game Over mi assomiglia: Bello e Interessante

Ci sono altri piccoli dettagli che non ho spiegato e per il quale vi rimando al regolamento ufficiale, che trovate online qui

Il regolamento è particolare, scritto con piglio simpatico e fuori dai normali canoni ma molto chiaro. Avrei potuto benissimo scriverlo io, anche se forse sarebbe stato lungo il triplo. Loro sono stati più sintetici, tranquilli, e a mio avviso il solo manuale scarso è abbastanza per giocare. In quattro facciate c’è scritto praticamente tutto.

Dettagli dal regolamento

Esteticamente è molto accattivante e difficilmente troverete qualcuno indifferente davanti alla proposta di provarlo. I componenti sono buoni. Forse avrei fatto la tessera centrale (quella preincollata) un paio di millimetri più scarsa, perché in alcuni casi ho avuto difficoltà a far collimare le altre col bordo. Le scelte tecniche e logistiche prese sui materiali hanno portato a un prezzo importante ma onesto, allineato con altre proposte sul mercato. E poi perché no? Si può piazzare in salotto e spacciarlo come prodotto di design!

Sul gioco ci sono delle trovate interessanti (scusate, so che è una parola tabù), ad esempio la soluzione della partita scema che regala qualche punticino a chi è rimasto a zero durante la partita. Non è poi tanto scema in quanto permette di appianare divari importanti fra i giocatori, consentendo a chi sfortunato o meno abile di restare in gioco.

Però! Fa la sua porca figura…

In conclusione

Otto Game Over piace tantissimo ai casual gamers, forse un po’ meno ai giocatori navigati, specie se astrattisti. Dipende forse da come ci si approccia al gioco. La poca controllabilità dovuta ai poteri delle carte e l’alto coefficiente sfiga dato dalla pesca di alcune tessere, portano qualcuno a storcere il naso. Tuttavia, io l’ho proposto in tante serate e ho raccolto per la maggior parte pareri favorevoli. A tratti entusiastici. Mi è stato chiesto di giocarlo più volte, cosa che raramente capita con titoli anche più acclamati! Secondo me la chiave di lettura giusta è quella del party game, gente caciarona al tavolo che ulula per ogni tessera prepotente o per carte che sconvolgono l’esito della partita.

Ringrazio Arcastudio per avermi fornito la copia di valutazione del gioco. 

P.S. Notizia dell’ultimo minuto apparsa sui social: a Play Festival del Gioco, l’evento più importante dedicato al gioco da tavolo che si svolgerà il 20-21-22 Maggio 2022 a Modena, potrete trovare Otto Game Over allo stand Oliphante. Qui la notizia.