Foto Ricordo di Play

A Play 2023 per mangiare, mica per giocare!

Ci sono dei momenti di Play che mi hanno emozionato e che voglio portare nel cuore. Non voglio che il mio superpotere se li porti via. Se non sapete di cosa sto parlando, non preoccupatevi, dovevo farci un articolo ma il mio secondo superpotere, la pigrizia, ha preso il sopravvento… Poi, appena lo scrivo, ci metto il link e vi faccio sapere.

Ironicometro valore basso
per informazioni clicca qui

A Play per mangiare, mica per giocare!

Tre giorni intensi in cui ho provato pochissimi giochi, passando più tempo allo stand della birra con gli amici che a giocare, ma vi assicuro che la mia Play è andata benissimo e non cambierei nulla di questi fantastici tre giorni. Ora, se siete nuovi lettori, questo articolo vi sembrerà strano: tranquilli, è normale… sono io a essere strano. Anzi, quello che scrivo potrebbe anche peggiorare andando avanti! Se invece già leggete le mie cose, beh, sapete già cosa aspettarvi!

Quindi, considerando il grado di importanza che do alle cose, prima di parlare dei giochi volevo partire con i ringraziamenti. Non farò tanti nomi, ma solo perché diventerebbe una lista assurda. Mi limito a ringraziare i miei compagni di cena del venerdì: Angelo e Gianluca, gli altri al tavolo non li conoscevo. Poi Zachary, Flavio, Lorenzo, Alex, Devis, Vincenzo e Stella per la cena di sabato. Sabrina e Ross compagni di arrosticini, Luca e Davide compagni di panino con la porchetta, Elisa, Stefania, Roberto, Marco e Pietro per la birra e non solo. Infine, Luca e Andrea compagni di caramelle alla presentazione del libro. Mi fermo qui, ne avrei ancora tantissimi da salutare e ringraziare, solo che non mi pare di aver mangiato altro…

Partenza

Sveglia alle cinque per evitare tutto il traffico, che poi comunque trovo all’uscita di Modena Nord. Nonostante tutto, arrivo abbastanza in orario e ritrovo quelle piccole cose che tanto amo di Play: code chilometriche per entrare, quel profumo stantio di sudore e pipì, che già dalle dieci del mattino ti circonda e soprattutto: le tigelle. Ah sì, ci sono anche gli stand con i giochi! Ecco, devo concentrarmi su quelli. Abbandono le tigelle, prendo il telefono per spulciare i vari appuntamenti e inizio la mia avventura.

Earth

Earth è il nuovo titolo portato in Italia da Lucky Duck Games, in cui i giocatori dovranno costruire un’isola con un proprio ecosistema formato da fauna, flora e territori. Bisognerà sviluppare un motore di gioco mediante la gestione delle carte, organizzandole in una griglia di 4×4, in modo tale da poterne attivare i poteri in combinazione fra loro. Ci saranno obiettivi comuni e personali da assolvere e, non appena un giocatore avrà giocato la sua sedicesima carta, si attiverà il fine partita.

A me ha ricordato vagamente Wingspan, con la differenza che qui le carte si attivano in verticale anziché in orizzontale. Il sistema di selezione delle azioni è alla Puerto Rico, con il giocatore di turno che sceglie per tutti ed esegue l’azione, mentre gli altri giocatori la eseguono depotenziata. Ok, sì, Earth attinge da altri giochi, ma lo fa bene, mantenendo una sua identità e ottenendo un risultato finale davvero buono. È un gioco che pretende qualche partita per essere pienamente apprezzato, non certo una fatta in fiera, ma già dalla prima si intuisce tutto il potenziale. Lo voglio.

Spille e arrosticini

Proseguo il mio vagare per la fiera, saluto amici e distribuisco spillette. A fine fiera ne avrò distribuite 86! Vengo fermato per una foto da dei ragazzi che non conosco, ma a quanto pare la cosa è reciproca perché mi dicono che mi seguono su YouTube… Altri invece dicono di essere miei lettori e capisco che è vero perché si “dimenticano” la spilletta sul tavolo quando se ne vanno. Se mi conosci, mi eviti!

Decido di pranzare alle 11:00, assecondando l’esperienza acquisita nei tanti anni di Play passati in code chilometriche e anche perché ho già fame. Senza arrosticini, che Play sarebbe?

Sunrise Lane

L’anno scorso non ho nemmeno fatto finta di avvicinarmi alla Horrible Guilds, troppo caldo in quel forno affacciato al corridoio principale. Quest’anno, invece, ne ho approfittato per provare un paio di giochi. Sunrise Lane è un gioco di Reiner Knizia, e questo già dovrebbe farvi capire molte cose: semplice, minimale, preciso. Funziona. È un gioco di piazzamento edifici, guidato dalle carte. Sostanzialmente hai due azioni: puoi pescare carta, oppure giocarne una o più per piazzare uno o più edifici su terreni dello stesso colore. Se un terreno ha un valore di due, ad esempio, si possono giocare fino a un massimo di due edifici dello stesso colore corrispondente, uno sopra l’altro. Ogni edificio deve essere connesso ad altri edifici, e per ognuno bisogna sempre giocare una carta del colore richiesto.

La “particolarità” è che, in base a dove piazzi, moltiplichi il numero di edifici per il valore scritto sulla mappa. Se, ad esempio, in un blocco da 4 ho messo 3 edifici, quasi il massimo possibile, ottengono 4×3 punti, ovvero 12. A fine partita, finiti gli edifici di un giocatore, si procede nella conta dei punti, sommando a quelli fatti nel corso della partita quelli dati dalle maggioranze per le aree coperte. È un Knizia in tutto e per tutto. Ringrazio Andrea e Simone, due dei ragazzi che giocano con me il giovedì sera, per avermi fatto compagnia mentre li stracciavo al tavolo. E dire che non vinco mai a nessun gioco… Fatevi due domande!

Quicksand

Altro gioco alla Horrible Guilds, questa volta fatto in casa da Hjalmar Hach e Lorenzo Silva. Quicksand è un Party game collaborativo a tratti frenetico. Abbiamo sul tavolo delle clessidre, poggiate su delle tessere, e un percorso dato da altre tessere. Lo scopo del gioco è fare arrivare tutte le clessidre al termine del percorso, giocando dalla propria mano delle carte. Ovviamente, non si potranno mostrare le carte ai compagni di gioco, ma si potrà parlare e decidere di comune accordo cosa giocare.

Giocando una carta, tutte le clessidre poggiate su una tessera con lo stesso colore di fondo o lo stesso simbolo rappresentato si muoveranno avanti di un passo e ruoteranno, scandendo il tempo entro cui dovranno nuovamente essere mosse. Semplice, no? Ah, no, dimenticavo, le clessidre non sono tutte uguali, alcune saranno da trenta secondi, altre da venti e altre ancora non ricordo, aggiungendo difficoltà a tutte le decisioni. Molto simpatico e piacevolmente frenetico.

Yatai

Dagli amici di Dawn Town Games mi fermo per provare Yatai, un gioco ancora in fase prototipale che in futuro vedremo su Kickstarter. Si tratta di un gestionale leggero per 2-4 giocatori con una durata di circa 30-45 minuti. Ogni giocatore dovrà gestire il proprio ristorante chiamato Yatai, cercando di organizzare quale cliente servire per primo, abbinandoli ai loro piatti preferiti, bevande e riciclando il vetro. I clienti, come è comune oggi, lasceranno recensioni al termine del servizio, dando ai giocatori la possibilità di avanzare su una scala di punti e ottenere bonus.

Sarà anche possibile interagire direttamente con gli Yatai degli avversari, inviando clienti turisti (meeple grigi) per rubare clienti più redditizi. Non sarà completamente negativo servire un turista, perché lascerà due recensioni! La parte grafica del gioco deve ancora essere realizzata, ma il resto sembra promettente. La gestione del vetro è fondamentale per il successo delle operazioni, un aspetto che ho costantemente dimenticato durante la mia partita e che mi ha portato a una sconfitta imbarazzante. Sicuramente lo acquisterò quando sarà disponibile.

Who’s the Boomer

La fiera sta per chiudere, ma mi ritrovo al tavolo con Alberto, Valentina e Damiano per provare un gioco allo stand della Clementoni: Who’s the Boomer. In questo gioco, tutti i giocatori devono scegliere una carta dalla propria mano e giocarla coperta davanti a sé. Ogni carta contiene un paio di domande con diversi livelli di difficoltà. Le domande sono pensate principalmente per i più giovani, quindi chi ha un po’ più di età potrebbe trovarle difficili. Io, ovviamente, sono un vero “boomer” e non conosco molte risposte. Tuttavia, il giocatore di turno lancia il dado e in base al colore che esce si determina la modalità di gioco.

Ad esempio, si prendono le carte di tutti, si mescolano e una carta alla volta viene posta una domanda a ciascun giocatore. Se il giocatore indovina, bene; altrimenti, se non indovina, incrementa la propria età su un altro piccolo mazzo di carte davanti a sé. È un gioco divertente e vivace, dove è permesso prendersi in giro. Ho fatto la mia porca misura e mi sono sentito più giovane!

Tutto di corsa

Arrivo all’albergo e scopro che parcheggiare è impossibile. Chiedo, faccio giri infiniti attorno alla struttura, ritardo, ma niente parcheggio. Boh, quattro frecce, check-in al volo, sciacquata alle ascelle e via a cena dallo Chef. Non racconto quanti eravamo e cosa abbiamo mangiato, ma è stato un piacere come sempre.

Fra bellissimo!

È sabato. Sono carico, una bella dormita di quasi quattro ore mi ha dato la giusta ricarica. Colazione abbondante: caffè e una fetta biscottata con marmellata, talmente sono pieno da ieri sera, e via alla fiera.

Stool Pigeons

Appena entro, mi fermo dal Folletto, Francesco Biglia, allo stand dedicato ai Kickstarter per provare sottobanco uno dei tanti giochini riportati dai suoi lunghi viaggi. Non sono riuscito a provare Tasso Banana per un soffio, sembrava interessante, e gli ho fatto qualche foto. Tuttavia, ho potuto provare quel gioiellino di Stool Pigeons, un gioco di carte per chi ama i piccioni e odia i propri amici. Ok, in realtà odio anche quei topi con le ali, ma in questo gioco li adoro!

Lo scopo del gioco è avere la somma delle quattro carte più bassa rispetto a quelle dei tuoi avversari. Il problema è che delle nostre carte conosceremo solo le due più basse. Ad ogni turno bisognerà pescare una carta e aggiungerla alle quattro, scartandone una nel mazzo degli scarti. Se la carta scartata contiene un’azione, questa viene eseguita. Si possono scartare carte per scambiarne una propria con una degli avversari, guardare una carta e fare altre azioni simili. Si può anche tentare di scartare una carta dello stesso valore di quella in cima agli scarti, così da ridurre le proprie carte. Il gioco termina quando un giocatore dichiara di avere il set di carte dal valore più basso, verificando le carte di tutti. È davvero un gioco divertente, ma molto probabilmente non sarà disponibile in Italia. Confido in Francesco.

Vado un paio d’ore da Pendragon, nella blue room, per provare un gioco denominato Progetto E del bravo Mauro Chiabotto, di cui non posso assolutamente parlare. Vi dico solo che è una figata! Scriverò un articolo appena mi sarà data la possibilità di farlo.

Axo

Dopo giri e giretti a farmi foto, birre e chiacchiere con amici, arrivo allo stand di Playagame Edizioni per provare Axo, il nuovo gioco di Simona Greco e Marco Rava. Che poi farselo spiegare da Lorenzo Gheri, con il suo accento toscano, aggiunge valore al titolo del gioco. Un mazzo di carte e dei pennarelli riscrivibili. Partendo da un set di 7 carte per ogni giocatore, tre di queste dovranno essere giocate davanti a sé per essere completate, mentre quattro resteranno in mano per giocare le azioni.

Il giocatore di turno dovrà decidere quale carta giocare delle quattro, mettendola al centro del tavolo ben visibile a tutti. Chiamerà dunque un colore, dei tre presenti nel gioco, dopodiché colorerà sulle tre carte davanti a sé i quadratini con il colore chiamato, tenendo conto della forma del tetramino presente sulla carta giocata. In pratica, riporterà lo stesso simbolo della carta giocata sulle tre carte davanti a sé, colorando però solo i quadrati che lo compongono dello stesso colore chiamato. Gli altri giocatori potranno colorare i quadratini di una carta, lo ripeto, solo una carta, sempre rispettando il colore chiamato e la forma del tetramino, ma guardando la carta del primo giocatore rispetto alla propria angolazione di visuale.

Quando un giocatore avrà completato tutti i quadratini di una carta, la scarterà ed eseguirà eventuali azioni presenti sulla stessa, che generalmente faranno colorare un quadratino a destra o sinistra, a scelta o di un colore ben definito. Completando una carta, bisognerà aggiornare la classifica, disegnando un quadratino in una carta apposita con tutte le track dei giocatori. Si otterranno dei bonus completando una carta sola, ovvero delle azioni extra per colorare un quadratino a proprio piacere, delle carte in proprio possesso. Completando invece più carte contemporaneamente, si otterranno maggiori punti, ma nessun bonus.

È un gioco semplice e molto caruccio, che purtroppo non era disponibile per l’acquisto. Così semplice che una volta alzato, sono arrivati dei ragazzi per provarlo e, a causa di un momentaneo sovraffollamento nello stand, mi sono improvvisato dimostratore senza alcuna difficoltà.

Fresh Fruits

Appuntamento con il gioca con il… boh, blogger? Content Creator? Non saprei. Comunque, vado a provare da Oliphante il gioco di Francesco Calvi, alias Boardgame Francesco. Ne avevo sentito parlare bene e lo volevo provare da tanto, e finalmente a Play ho potuto farlo. È un gioco semplice e veloce da spiegare. Bisogna pescare tessere doppie e posizionarle nel proprio cesto della frutta, ovvero una griglia di 5×4 frutti in quattro giocatori, cercando di mantenere la frutta più pesante sotto e quella più leggera sopra. Si faranno punti per la frutta nella posizione corretta e per la realizzazione degli obiettivi, scelti in fase di setup. Non approfondisco ulteriormente perché voglio parlarne separatamente e in maniera più approfondita.

Ma dove stavo guardando?!

Ricordi

Gioco, birra, gioco, birra, mi pare lo abbiate capito ormai. Mi fermo dagli amici di Fustella Rotante e per la prima volta non si percepisce disagio nell’aria. Solo foto, abbracci, birra e affetto. Sono momenti che mi porterò per sempre dietro, anche grazie a una bellissima istantanea. Poi però devo scappare, ho un appuntamento.

Ahotnik

Sono stato reclutato per difendere l’onore dell’armata americana, al fianco del mio copilota Ian, del canale Meepleordie. Attorno a noi altri Content Creator: due ragazzi di Al4oPiù, due della Tana dei Goblin e altri due del Dunwich Buyers Club, tutti decisi a spaccare i culi agli avversari. Ahotnik è attualmente ancora su Kickstarter, nel momento in cui scrivo, a un passo dal funding, anche se più indietro di quanto ci si aspettasse. Speriamo bene perché il gioco merita tantissimo. In pratica, siamo piloti di robottoni che devono difendere la Terra dagli attacchi di nemici venuti dallo spazio, ma anche dall’attacco di altri robottoni della Terra. Macchine giganti, ognuna con il proprio colpo d’attacco speciale, che possono essere guidate soltanto mediante l’utilizzo di due piloti e della loro intesa.

I due giocatori della stessa squadra potranno scegliere fra due delle tre tessere per fare eseguire al proprio robottone le azioni volute: muovere, attaccare, fare sei azioni speciali come, ad esempio, ripristinare punti scudo, muoversi velocemente o eseguire un attacco potente. In base al valore assegnato al tassello, posizionandolo in uno slot da 1 a 6, si determineranno valore e posizionamento. Ad esempio, se decido di fare muovere il Mech verso la posizione 4, dovrò mettere il tassello movimento sulla posizione 4. Il mio compagno vedrà solo in che posizione avrò messo il tassello, ma non sapendo di quale tassello si tratti. Lo potrà intuire a seconda della situazione e immedesimandosi nel compagno, ma non sarà affatto semplice. Per muoversi sarà necessario che anche il compagno decida di usare il tassello del movimento, altrimenti i comandi non risponderanno.

Se ci sarà accordo totale, quindi sia tassello che posizione uguale, il robottone muoverà di due passi nella direzione scelta. Se non ci sarà accordo completo, con due tasselli uguali ma numeri discordanti scelti dai due piloti, si procederà nel tiro del dado per assegnare a una o l’altra posizione l’effettivo movimento. Qui avevo un dubbio, ritenendo la scelta casuale una cosa sbagliata, ma poi giocando ho capito le ragioni di questa scelta, lasciando la possibilità a chiunque dei due piloti di avere la meglio. Pensate che frustrazione per il giocatore, consapevole dell’errore del compagno, impossibilitato ad avere la possibilità di raddrizzare le cose, demandando tutto a qualche decisione presa a tavolino, come ad esempio il primo di ordine di turno che ha l’ultima parola. Il dado diventa una soluzione imparziale.

Per questo gioco serve intesa e coordinazione. Serve saper leggere le mosse degli avversari e capire in anticipo cosa fare. Serve intuito e, soprattutto, non serve la quantità d’alcool che ho addosso. Nonostante questo, e una partenza a singhiozzo (anche se un po’ per tutti), man mano riusciamo a entrare nel gioco. E quando riesci a incastrare le cose, facendo eseguire al tuo Mech quello che vuoi, beh, lì è una cosa davvero figa. Abbiamo perso di un soffio, però ci siamo battuti alla grande e ci siamo divertiti molto. Che peccato sarebbe non avere questo gioco!

Che trio!

A cena con gli amici

Incredibilmente, sta finendo anche sabato. Non ho provato molto, anche perché ho fatto sessioni lunghe. Altra birra in compagnia con una marea di persone, mentre si chiacchiera e si fanno selfie come se non ci fosse un domani. Probabilmente sono il più vecchio lì in mezzo, ma mi sento più giovane. Però devo fare ancora una cosa prima di andare. Faccio una scappata al padiglione F per provare Terxo, un gioco astratto di legno, davvero semplice e difficile allo stesso tempo, ma di cui parlerò meglio a breve. Dico solo che ho scoperto di essere una pippa assurda a sto gioco! Accompagno Nicola e Claudia al loro appartamento, poi corro in albergo.

Ritardo, zero parcheggio. Lascio la macchina in tripla fila in uno spiazzo dove ho visto altri temerari farlo, per poi scoprire soltanto dopo che è il parcheggio dei vigili urbani. Mi avranno creduto uno di loro, nessuna multa. Salgo, doccia in due minuti e sedici secondi, e poi di nuovo via per la cena. Sono questi i momenti che amo di Play, non la doccia fredda in meno di tre minuti, ma il tempo con gli amici che vedi una o due volte l’anno. E poi la panza piena! Tanti discorsi e scene al limite del surreale, come quella della signora dietro Flavio che pareva volergli dare una bottigliata in testa. Poesia.

Yucatan

Domenica arrivo e al volo provo Yucatan allo stand di Studio Supernova, spiegatomi dal buon Marcello. Gioco in cui ci si mena, ma che richiede una buona dose di strategia per ottenere punti. Mi lasciava perplesso la plancia centrale con poche zone in cui potersi muovere, ma ho capito che il desiderio dell’autore era proprio quello di spingere costantemente i giocatori allo scontro. Mi ha ricordato un po’ i giochi alla Lang. Bella la fase di gestione della propria fazione, utilizzando mais e giada per potenziare le azioni a disposizione e ottenere “alleati” momentanei per gli attacchi, come coccodrilli, ragni e altri ancora che non ricordo.

Il vero gioco lo si fa muovendosi sulla mappa. Entrare nelle città e vincere contro gli avversari, sfruttando carte e maggioranze, ti permette di ottenere dei bonus. Incrementare le proprie risorse, vincendo battaglie e facendo prigioniere le miniature avversarie, offre la possibilità di investire a fine turno per ottenere punti, con una particolarità: nel turno successivo dovrai investire maggiori risorse o prigionieri per ottenere punti. Quindi ci si mena, ma bisogna fare attenzione a distribuire risorse ed equilibrare il tutto. Me lo aspettavo più complesso e lontano dai miei gusti, invece mi ha piacevolmente stupito. Quasi quasi…

Brancalonia

Ci siamo, è il momento che aspettavo con trepidazione. Ho raggiunto una delle sale superiori per partecipare a una sessione multitavolo di Brancalonia, gioco di ruolo di Acheron Games a tema spaghetti fantasy, ispirato al folklore italiano di Calvino, Collodi passando per la cinematografia de “L’Armata Brancaleone”, “Attila Flagello di Dio” e tanti altri prodotti che un tempo si definivano trash, ma che oggi sono stati rivalutati dalla critica. Un’ambientazione 5E dove i giocatori sono canaglie allo sbando nel Regno di Taglia, un’Italia al rovescio dove spiccano regioni e località come la Pianura Pagana o la Penumbria, ognuna con le proprie superstizioni e meraviglie da scoprire.

Naturalmente sfuocata…

Ho partecipato a questa cosa fighissima, centocinquanta persone divise su più tavoli a giocare la propria storia, ma legata a filo continuo alla trama principale. Un Mauro Longo in grande spolvero, che vestito in maniera discutibile, guidava un collettivo di figuranti e veri e propri attori nei panni dei personaggi principali, dispensando fette di salame e otri di vino, e invitando canaglie a partecipare ai giochi da bettola. Cosa poteva mai andare storto? Nulla, e infatti è stata una figata assurda. Lo rifarei anche domani! diventerà una mia tappa fissa a ogni Play!

figa che flash!

La Tana dei Goblin

Tutti quelli che ho incontrato e che lamentavano di non trovare un posto per giocare, li ho mandati al padiglione C. Secondo me, la cosa più bella di Play di quest’anno è stata avere finalmente un padiglione in più. Gli scorsi anni, il padiglione C era quello dove passavi per un saluto e poi scappavi via, invece quest’anno ha portato tantissima gente a visitarlo per giocare. L’intero padiglione praticamente dedicato al gioco libero grazie alla Tana dei Goblin, con tantissimi dimostratori e moltissimi tavoli. Bellissimo.

Ho potuto vedere Marco e Sava e giocare con loro insieme ad altri amici come Tania e Tommaso a Deep Sea Adventure e Flotsam Fight, entrambi della Oink Games. Push your luck il primo, in cui dovremo cercare di arraffare bottini sottomarini e tornare nel sottomarino prima che la riserva d’aria comune finisca, e gioco di carte il secondo, che a tratti mi ricordava 6nimmt!, in cui devi disfarti delle carte associandole a degli stack sul tavolo, in cui fanno fede i multipli. Ad esempio, un 35 potrà essere scartato nello stack del 5 o del 7, ma solo se le carte già presenti saranno di valore minore. E poi Christian, Manuel, Francesca, Andrea e tantissimi altri amici, tutti lì insieme, per un abbraccio.

Finita Play

E poi, via. Per me Play finisce a metà pomeriggio, dopo mille saluti e altrettanti abbracci e ora di rimettersi in viaggio. Solitamente scappo via subito dopo pranzo, ma quest’anno ho fatto davvero fatica a lasciare Modena. La play più bella di sempre, ma che allo stesso tempo ha lasciato l’amaro in bocca per quello che è successo in Emilia. Sarei falso se dicessi che sta cosa non si è sentita, il pensiero per quanto successo era presente ovunque. Ho visto troppi occhi lucidi e ascoltato troppe parole da far rabbrividire, ma ho percepito anche tutta la forza e l’orgoglio di quelle persone. Ora ho ancora più rispetto per loro, per quello che hanno passato e per quello che hanno vissuto in quei giorni. Non so se io avrei avuto la stessa forza.

Mi metto in macchina con il mio bottino: tanti bellissimi momenti passati insieme a tanti amici. Però è bello anche tornare a casa, vuoi mettere poter andare in bagno senza dover far la coda?!

Viva Play! Evviva Play! Viva Play! non fateci caso, devo far contenta la seo, evviva Play! Viva Play! Viva Play! La la la….

Copertina di Sobek 2 Giocatori

Sobek 2 giocatori

Ho scoperto Sobek 2 Giocatori per caso all’ultimo Play festival del gioco di Modena. Conoscevo l’originale Sobek solo di nome, mai giocato, e avevo intravisto qualche post su Facebook di questa nuova versione per due giocatori, ma non gli avevo prestato molta attenzione. L’ho provato insieme al mio amico Riccardo (che si lamenta sempre di non essere mai menzionato in quello che scrivo. Contento ora?) e ho perso male. Solo fortuna, tzè. Me lo sono comprato comunque.

Scatola di Sobek 2 Giocatori vista dall'alto

Perché? Perché mi è piaciuto molto!

Il gioco in breve

Pubblicato da Catch Up Games, distribuito da Blackrock Games e portato in Italia, in italiano, da Playagame Edizioni, Sobek 2 giocatori è un gioco di Bruno Cathala e Sébastien Pauchon, illustrato da Naïade.

Scatola di Sobek 2 Giocatori

“È in corso la costruzione di un tempio dedicato a Sobek. Nei pressi del sito, lungo il Nilo, è sorto un enorme mercato, rifornito dal continuo andirivieni di feluche e piroghe. La tua Gilda dei Mercanti e quella del tuo avversario sono determinate a sfruttare questa incredibile opportunità. Il dio Sobek potrebbe fare pendere l’ago della bilancia offrendo i suoi favori al mercante meno corrotto.”

tratto Dal regolamento

Come si gioca

Sobek 2 Giocatori è composto da una Plancia Mercato dove andranno disposte casualmente le tessere Merce (scoperte) e le tessere Personaggio (coperte), lasciando a fianco una pila delle rimanenti. Nella scatola sono presenti un segnalino Ankh, necessario per la pesca delle tessere, tredici gettoni piroga di cui cinque andranno posti a lato della plancia negli appositi spazi.

Sacchetto Sobek 2 Giocatori

Un sacchetto contenente tredici Gettoni Deben. I Gettoni Deben sono delle sorte di monete con dei valori variabili che, durante il gioco, si pescheranno dal sacchetto e andranno ad aumentare il proprio punteggio di fine partita. Ogni giocatore, dopo aver ricevuto la plancia corruzione e due tessere iniziali, potrà eseguire nel proprio turno una delle seguenti tre azioni:

  • Prendere una tessera dal mercato
  • Vendere un set di tessere
  • Giocare un personaggio
l'Ankh di Sobek 2 Giocatori

Le azioni di Sobek 2 Giocatori

La partita terminerà immediatamente quando uno dei due giocatori non potrà eseguire almeno una delle tre azioni. Vediamole più da vicino.

Prendere una tessera

Presa la prima tessera dal primo giocatore fra le quattro iniziali al centro del mercato, poi i giocatori potranno prendere tessere solo dalla linea (verticale, orizzontale o obliqua) che l’Ankh indicherà. l’Ankh verrà posizionato sullo spazio vuoto lasciato dalla tessera da prendere, seguendo i segni indicati sulla stessa, così da essere pronto per la prossima presa. I giocatori che decideranno di raccogliere una tessera potranno farlo solo lungo la direzione indicata dell’Ankh.

Sobek 2 Giocatori a Play

Nel caso un giocatore decidesse di prendere non la prima, ma una delle successive tessere in linea d’aria, rispetto l’Ankh, tutte quelle saltate dovranno essere poste sulla plancia corruzione del giocatore. A fine partita chi avrà il minor numero di tessere corruzione sulla plancia corruzione, otterrà dei gettoni Deben.

Vendita tessere di Sobek 2 Giocatori

Vendere un set di tessere

Altra azione possibile per i giocatori sarà quella di rivelare almeno tre tessere dello stesso tipo, per poter ottenere a fine partita dei punti. I punti si otterranno moltiplicando il numero di tessere di quel set per il numero di scarabei presenti sulle stesse.

Il numero di tessere minimo per questa azione è di tre tessere, ma potranno essere anche di più, giocate immediatamente in numero maggiore, oppure aggiunte in un secondo momento al set già venduto, sempre rifacendo una vendita della stessa merce e con un minimo di tre tessere.

Vista di Sobek 2 Giocatori

I personaggi potranno essere utilizzati per completare i set, facendo riferimento al simbolo riportato nell’angolo. Sono presenti delle tessere jolly, quelle con la statua di Sobek, il dio coccodrillo, o eventualmente il personaggio a sfondo verde, sempre con l’effigie del coccodrillo in un angolo della tessera.

Una volta venduto un set di tessere, i giocatori guarderanno e sceglieranno una delle piroghe disponibili, attivando immediatamente il potere descritto. Una volta terminate le cinque piroghe, non ne verranno aggiunte di nuove.

Personaggi di Sobek 2 Giocatori

Giocare un personaggio

Ultima azione disponibile è quella di giocare un personaggio precedentemente raccolto dal mercato. I giocatori scarteranno la tessera per attivarne immediatamente l’abilità descritta nella Scheda Aiuto del Giocatore.

Errata di Sobek 2 Giocatori
Elementi sostitutivi della prima edizione del gioco

Regolamento chiaro

Nel regolamento sono spiegate in maniera chiara le abilità di tutte le tessere piroghe, personaggio e poche altre cose che ho tralasciato in quest’articolo, pertanto, per una maggiore comprensione, vi invito a leggerlo direttamente dal sito di Playagame Edizioni. Sì, loro rilasciano il regolamento tradotto sul loro sito, disponibile a chiunque.

Consigliato dai dieci anni di età, la durata del gioco si attesta sui 20 minuti, abbastanza veritieri, ai quali ne vanno aggiunti due o tre per il setup. Inizialmente potrebbe rivelarsi leggermente più lunghetto, ma una volta imparata la simbologia, il gioco scorrerà che è una meraviglia.

Regolamento e schede aiuto Sobek 2 Giocatori

La mano di Cathala

Diciamo le cose come stanno: Bruno Cathala è un fenomeno, uno di quegli autori che riescono con tre regole messe in croce a tirare fuori degli ottimi giochi, senza cadere nel ripetitivo o nel già visto. Sì, si riconosce la sua mano in molti dei suoi giochi, certi pattern li si ritrova, ma Cathala ha la capacità di portare sempre una minima variazione, quel piccolo twist che ti fa dire: “wow, questo gioco è una figata”. Lo abbiamo visto con dei capolavori come Il Piccolo Principe Costruiscimi un Pianeta, Kingdomino, 7 Wonders Duel e ora anche con questo Sobek 2 giocatori.

Una partita a Sobek 2 Giocatori

Quel qualcosina in più

Il sistema di conteggio dei punti a seconda dei set venduti, moltiplicando il numero di tessere per scarabei, è lo stesso già visto in altri suoi giochi. Tuttavia, introducendo come limite un numero minimo di tessere per la vendita, che specialmente sul finale fa sentire il peso delle proprie scelte, aggiunge quel qualcosina in più che segna una netta differenza dagli altri suoi precedenti titoli. Quasi, ci si trova davanti a un push your luck sul finale, inconsapevoli se il giocatore davanti a sé potrà continuare o meno, decretando la fine della partita oppure no. Meglio vendere il set in questo turno o aspettare il prossimo?

Jolly di Sobek 2 Giocatori

Anche le dinamiche di gioco, in cui spesso ci si trova a raccogliere una piroga a noi inutile, pur di non lasciarla nelle mani dell’avversario, oppure di giocare un personaggio senza beneficio, pur di non spostare l’Ankh, ne fanno un titolo altamente strategico e profondo.

L’incidenza dell’alea in alcuni aspetti del gioco, come la presenza dei personaggi coperti, o la pesca alla cieca dei Gettoni Deben, potrebbe far storcere il naso ai puristi amanti degli astratti a informazione completa. Non è sicuramente il target a cui è rivolto Sobek 2 Giocatori, che trovo invece coerente nella scelta di mantenere un taglio più family, con questa variabilità che rende il gioco vivo e incerto fino alla fine.

Interno scatola Sobek 2 Giocatori
Sono i dettagli a fare la differenza

In conclusione

Regolamento semplice e veloce da assimilare, durata di gioco contenuta, una bella grafica e buoni materiali. Non c’è molto altro da aggiungere, Sobek 2 Giocatori mi ha conquistato e si piazza alto nella classifica dei miei giochi da due preferiti. Non è un caso se molti di questi giochi che più apprezzo siano dello stesso autore, così come non è un caso che molti suoi giochi siano pubblicati in Italia da Playagame Edizioni. Sento affinità con il catalogo di questa giovane casa editrice e spero continui a mantenere alto il livello, perché di giochi così ne abbiamo bisogno tutti!